Matrimoni gay, battaglia vincente negli USA

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di Franco Grillini

Al congresso del Partito Democratico nel discorso di accettazione della candidatura Obama a un certo punto fa delle condoglianze speciali: è appena deceduta una veterana delle battaglie per i diritti civili lgbt. Del Martyn (nome da scrittrice, quello all’anagrafe è Doroty L. Tagliaferro) era stata la fondatrice negli anni ’50 delle “figlie di Bylitis, la prima organizzazione lesbica americana e forse la prima in assoluto nel mondo e si era “sposata” per la prima volta nel 2004 con la sua compagna Phyllis Ann Lyon a san Francisco quando il sindaco Newson aveva dato il via libera alle nozze gay in Comune sfidando l’allora presidente George W. Bush. Obama si rivolge alla compagna di Del così: «Michelle ed io siamo profondamente addolorati dalla notizia. Del ha dedicato la vita alla lotta contro le discriminazioni e al trionfo dell’uguaglianza. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono tutti per la sua sposa Phyllis Lyon, e per coloro che l’hanno conosciuta». Avete letto bene, Obama dice “sposa”, non “compagna” e nemmeno “amica, ma sposa, che è esattamente il termine che milioni di gay e lesbiche americani vogliono sentir dire dalla bocca del futuro presidente.
Ma perché gay e lesbiche americani (ed anche quelli di tutto il mondo) ci tengono tanto al matrimonio? Non è un istituto in crisi?
La risposta è abbastanza semplice. Il movimento lgbt rivendica la piena uguaglianza “formale” e il diritto di “accesso” a tutti gli istituti giuridici esistenti per gli eterosessuali. Com’è noto ed ovvio l’acquisizione di un diritto (in questo caso l’estensione del matrimonio alle coppie dello stesso sesso) non obbliga nessuno ad avvalersene, ma consente di farlo a chi lo desidera, mentre permette a chi non se ne avvale di sentirsi comunque un cittadino a pieno titolo. La soluzione perfetta sarebbe quella spagnola dove il matrimonio è stato dichiarato valido per tutti sostituendo le parole “uomo donna” col termine “coniugi” (come già peraltro recita l’art.29 della costituzione italiana) e nel contempo è stato sburocratizzato rendendo molto più facile il suo scioglimento consensuale.
Ecco la motivazione della Corte Suprema dello Iowa: "Come molti abitanti dell’Iowa sono tutti persone responsabili e produttive, con lavori importanti, o pensionati, e sono tutti membri rispettati delle loro comunità. Come molte persone dell’Iowa hanno figli o desiderano avere figli. L’unica differenza è che sono sentimentalmente legati a una persona dello stesso sesso e sperano un giorno di sposarsi, un’aspirazione peraltro condivisa da molte persone in tutto l’Iowa".
La battaglia si sta quindi estendendo e arriverà alla Corte Suprema federale. Bush figlio aveva cercato di fermarla addirittura con una modifica costituzionale che aveva due scopi: il primo era quello di accattivarsi il consenso del fanatismo delle sette evangelicali cristiane (molto divertente il caso del reverendo Ted Haggard, capo della “Christian coalition” per la rielezione di Bush pizzicato con un prostituto 49enne che era anche il suo spacciatore di droga); il secondo mettere in difficoltà i democratici spaccati al loro interno sul tema dei matrimoni gay. Tuttavia l’opinione pubblica sta lentamente cambiando prova ne sia il risultato del referendum in California che, pur avendo sconfitto i sostenitori del matrimonio gay, ha segnato una forte inversione di tendenza con quel 48% a favore, impensabile fino a un decennio prima.

Dopo Massachussetts, Connecticut e Iowa, anche il Vermont legalizza i matrimoni tra omosessuali
di Luca Galassi, da Pecereporter.net

Raccogliendo un voto in più dei due terzi richiesti per superare l’eventuale veto del governatore, il Congresso dello Stato del Vermont ha approvato una legge che legalizza i matrimoni omosessuali. Il New York Times rileva oggi nel suo editoriale come con questa decisione, il Vermont si sia aggiudicato un secondo importante primato in materia di tutela dei diritti dei gay: dopo essere stato nel 2000 il primo stato a introdurre le unioni gay, l’amministrazione di Montpelier è la prima ad aver sancito attraverso una normativa ad hoc la legittimità dei matrimoni omosessuali. In Massachusetts, Connecticut e Iowa – gli altri tre stati dove i gay possono sposarsi – il via libera alle funzioni è arrivato infatti non da un voto del legislatore ma solo grazie a delle sentenze della magistratura.
Effetto a catena. "Abbiamo mostrato che la verità, il buonsenso, la giustizia e i sentimenti sono più potenti della penna di colui che pone il veto", ha spiegato uno dei paladini delle unioni omosessuali Beth Robinson alle decine di manifestanti riuniti di fronte alla Camera dei Rappresentanti di Montpelier ieri, dove la legge è passata con 100 voti a favore e 49 contrari. Come il Vermont, anche i legislatori degli Stati vicini di New Hampshire e Maine stanno considerando di esaminare proposte di legge che consentano i matrimoni gay. Anche lo Stato di Washington D.C. ha ampliato i diritti per le coppie gay, oggi, con un voto unanime da parte del Consiglio municipale che riconosce le unioni tra individui dello stesso sesso contratte al di fuori del Distretto. Alcuni consiglieri hanno avanzato l’ipotesi che tale riconoscimento possa preludere a una legge che legalizzi i matrimoni anche nella capitale.
Influenze positive. La decisione del Congresso del Vermont, che entrerà in vigore dal primo settembre, dapprima sembrava in pericolo, giovedì scorso, quando la prima votazione della Camera aveva espresso 95 preferenze a favore e 92 contrarie, cinque voti in meno dei necessari per rimuovere il veto posto dal governatore repubblicano Jim Douglas. Quest’ultimo si era opposto al provvedimento lunedì, esortando i legislatori a focalizzare la loro attenzione su questioni economiche anzichè "perdere tempo su tali questioni". Il voto del Senato, 23 a favore e 5 contrari, è riuscito a riequlibrare le sorti della legge. Il voto del Vermont si è tenuto solo quattro giorni dopo che la Corte Suprema dell’Iowa ha abrogato una legge decennale che proibiva le unioni matrimoniali tra omosessuali. La sentenza, giunta a sorpresa, potrebbe aver influenzato alcuni parlamentari del Vermont, inducendoli a cambiare idea a riguardo.
Emendamenti costituzionali. Anche lo Stato della California aveva riconosciuto i matrimoni omosessuali per un breve periodo di tempo, dopo che un referendum li ha nuovamente vietati lo scorso anno. Il gruppo ‘Gay and Lesbian Advocates and Defenders’, che ha contribuito a fare pressione affinchè si legalizzassero tali unioni in Massachussetts e Connecticut, ha elaborato un piano per l’approvazione entro il 2012 dei matrimoni omosessuali nella ‘confederazione’ del ‘New England’: Maine, New Hampshire, Vermont, Massachusetts, Rhode Island e Connecticut. Sono 43 gli Stati degli Usa che proibiscono esplicitamente matrimoni gay, 29 dei quali hanno emendamenti costituzionali che contemplano la definizione di matrimonio solo come l’unione tra un uomo e una donna.

(22 aprile 2009)



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