“Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti!”. Le gravi dichiarazioni di un consigliere comunale PDL
“Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti!”. Ecco quello che un consigliere della PDL ha gridato in Consiglio Comunale a Siena mentre si discuteva di un ordine del giorno di solidarietà al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e mentre dei consiglieri comunali di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra provavano ad esprimere in un minuto – questo è il poco spazio democratico concesso a chi non è d’accordo – perché non avrebbero votato l’ordine del giorno pro Berlusconi. “Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti” ha urlato questo consigliere, ma non in un Consiglio Comunale del sud Italia dove essere mafioso purtroppo per alcuni è un valore, una nota di merito. Questo è successo nel Consiglio Comunale di Siena. La polemica politica per quanto dura, non può arrivare all’esaltazione di una organizzazione a delinquere che è la vergogna del nostro paese e che ha stroncato la vita di tanti servitori dello Stato e di tanti innocenti. “Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti” fa male pensando al livello di infiltrazione della mafia nella nostra regione. Il pensiero va alla strage di Via dei Georgofili che ha colpito al cuore la nostra civile Toscana ed ha spezzato la vita di tanti innocenti. Al nostro territorio, dove a Monteroni un giovane sindaco del PD con la sua comunità e l’appoggio della Federazione dei Comunisti stanno lottando per evitare che un bene confiscato alla mafia ritorni, grazie alla Finanziaria del Governo Berlusconi, di nuovo in mano a cosa nostra. “Meglio amici dei mafiosi che dei comunisti” offende e deve indignare e deve essere censurato dalle istituzioni della nostra Città. Noi non ci vergognamo di essere comunisti. Siamo comunisti come Pio La Torre ammazzato dalla mafia perché aveva capito che bisognava colpire i beni dei mafiosi per sconfiggerla. Comunisti come Peppino Impastato che non si è mai piegato all’ipocrisia dei luoghi comuni e ha pagato con la sua giovane vita la voglia e sete di giustizia. Comunisti come i Giudici, secondo Berlusocni, che lottano ogni giorno contro la mafia senza mezzi e senza risorse tagliate dal governo Berlusconi e che devono difendersi dalle minacce di cosa nostra e da quelle di un caudillo impazzito. Comunisti come sono tutti quelli che resistono e provano a costruire un Paese migliore e non si piegano alle leggi truffa del governo Berlusconi. Sono questi i valori e gli esempi che ci spingono nella nostra azione. Sottovalutare, sorridere, bollare queste affermazioni come estemporanee o legata al folklore politico significa dare un colpo anche noi alla legalità ed essere conniventi con chi vuole ridurre la nostra Italia a cosa sua.
Per la Federazione della Sinistra
Loriano Checcucci, Massimiliano Stumpo, Alberto Benocci, Alessandro Pallassini, Fiorino Iantorno, Francesco Andreini, Antonio Falcone, Stefano Culicchi, Giuliano Galardi, Angelo Sanchini, Gianni Polato, Silvia Petroni, Mauro Lenzi, Angela Bindi, Gianni Salvadori, Yuri Borgianni, Alberto Morandi, Brogi Ezio, Fabio Cappelli, Federico Culicchi.
(16 dicembre 2009)
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