Più sola senza gli extracomunitari
Caro Direttore, Le invio una breve riflessione, fra il privato e il politico, nata dopo l’emissione di un’ordinanza comunale che ha sgombrato i parcheggi dai venditori abusivi (extracomunitari ovviamente).
Confesso che, quando faccio la spesa alla Coop, soprattutto se sono sola, ed è una di quelle spese settimanali che ingombrano i carrelli fino al bordo, sento la mancanza degli extracomunitari che, fino a prima dell’estate, popolavano il parcheggio.
Mi mancano i più giovani, che mi chiamavano “mama” – senza immaginare che è quasi come chiamarti “vecchia”, cosa che in occidente non è molto gradita – facendomi sorridere di questa ingenuità di gente che è appena venuta al mondo. Mi manca soprattutto uno di loro, fra i più anziani, col quale avevo formato una sorta di sodalizio: lui mi trasportava la spesa dal carrello al portabagagli della macchina, io gli lasciavo il carrello (con 1 euro incorporato), e intanto mi raccontava – a piccole puntate settimanali, che avevano assunto il ritmo del ciclico svuotarsi del mio frigo – della sua famiglia, dei suoi cinque figli, dei suoi periodici rientri in Senegal, e delle sue infinite partenze verso molti paesi: a ognuno dei quali ha portato via solo qualche parola, per costruire il suo personalissimo linguaggio, che si sa far capire dovunque e da chiunque.
Capisco che per qualcuno – forse per molti – la presenza degli extracomunitari, con le loro povere mercanzie, spacciatori di fazzolettini e di calzini, poteva essere fastidiosa; o forse, fastidioso, è il dover dire “no”, ché certo non si può comprare tutto da tutti, e sentirsi, anche senza esserlo, cattivi e in colpa. Così che la loro scomparsa ci permette di tornare ad essere buoni, senza dovercelo dimostrare ogni volta.
Adesso scarico da me la mia spesa, dal carrello alla macchina: una piccola fatica, come piccolo era l’obolo che avevo stanziato per sollevarmene.
Però non mi sento in una città più sicura. Mi sento piuttosto in una città più stronza ed incazzata, incapace ormai di un sorriso, tranne per chi se lo può pagare: perfetto esemplare di un paese che di giorno in giorno diventa sempre più cattivo coi deboli e servile coi potenti.
Manuela Faccani, Ravenna
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