MicroMega 2/2012 – Il sommario del nuovo numero in edicola, libreria e su iPad da martedì 3 aprile

MicroMega

IL SASSO NELLO STAGNO 1
Antonio Ingroia – Chi vuole ammazzare verità e giustizia?
Falcone e Borsellino scorsero nel concorso esterno in associazione mafiosa lo strumento più idoneo per intervenire penalmente nell’area grigia delle connivenze. Oggi – dopo la sentenza della Cassazione sul processo Dell’Utri – questo strumento è messo in discussione. Ma la posta in gioco non è tanto il destino di un imputato eccellente, ma la tenuta del principio di eguaglianza e, con esso, della stessa democrazia.

IL SASSO NELLO STAGNO 2
Paolo Flores d’Arcais – Il governo Napolitano-Monti-Passera e la continuità col berlusconismo
Che il governo ‘tecnico’ rappresenti una reale discontinuità con il berlusconismo, è smentito dai fatti. Eppure solo quella è la sua legittimità. Perciò, in vista delle elezioni del 2013 le ‘mosse’ vincenti che dovrebbe fare il centro-sinistra sono due: primo, ‘regalare Monti alla destra’, per avere finalmente un avversario civile e non eversivo; secondo, spalancare le porte alla società civile, con primarie vere e candidati outsider.

A PIÙ VOCI
Barbara Spinelli / Massimo Ottolenghi / Ezio Mauro / Roberto Esposito / Luigi de Magistris / Giuliano Pisapia / Massimo Zedda / Marco Doria / Carlo Augusto Viano / Gustavo Zagrebelsky / Stefano Rodotà – Dopo Monti, che fare?
Abbiamo chiesto ad alcune tra le maggiori personalità della cultura e della politica italiane di rispondere a cinque domande, per tracciare un primo bilancio dell’esperienza del governo Monti e indicare le prospettive a cui il centro-sinistra dovrebbe guardare in vista delle prossime elezioni.

ICEBERG 1 – poteri forti
Marco Travaglio e Ferruccio Sansa – Quanto Berlusconi c’è in Monti
Grandi capitali, sistema televisivo, lotta alla corruzione e alla mafia. Quante riforme sono state varate dal governo Monti su questi tre temi? Zero. E il motivo è solo uno: i niet di Berlusconi. Un’analisi puntualissima – nomina per nomina – del tasso di berlusconismo nell’Italia postberlusconiana.

Gianni Dragoni – Curriculum vitae di un aspirante premier
Dall’Olivetti alle Poste, dalle banche al governo. La vita e la carriera di Corrado Passera hanno attraversato le principali vicende economiche degli ultimi anni, con risultati non sempre brillanti. In fila alle primarie del Pd nel 2006, si accredita presto come filoberlusconiano, mostrando una buona dose di opportunismo, come un democristiano di razza. D’altro canto, Banca Intesa è uno dei principali finanziatori dell’impero Berlusconi.

Valerio Gigante – Il pio Monti e i suoi chierichetti
Lo hanno descritto come il governo dei ‘tecnici’ e dei ‘competenti’ impermeabile alle lobby che imperversano nel mondo politico. Eppure il ‘partito della Chiesa’ ha pesato molto nella formazione del nuovo esecutivo e nella nomina dei suoi esponenti. Ecco chi sono gli uomini della gerarchia nella compagine di Monti, rigorosamente spartiti – come da ‘manuale Cencelli’ – fra Conferenza episcopale e Vaticano.

Fabrizio d’Esposito – Il Lord Protettore del governo dell’inciucio
Sono in molti ad aver parlato di ‘governo Monti-Napolitano’. E in effetti l’inquilino del Colle è stato il grande protagonista dell’operazione che ha portato all’ascesa al potere dei ‘professori’. Ma il suo disegno va oltre. Da buon discepolo della ‘scuola togliattiana’, Napolitano vuole ‘superare il berlusconismo con Berlusconi’. Gettando le basi per una Terza Repubblica consacrata al grande inciucio Pdl-Udc-Pd.

Giorgio Meletti – Monti e i ‘poteri nostrani’
È stato accusato di essere sotto l’egida di misteriosi poteri forti internazionali, ma dietro il governo Monti ci sono invece concretissimi poteri particolari italiani. A partire dal Quirinale, per passare alle varie lobby capaci di condizionarne l’operato e all’alta burocrazia che lo infarcisce. Senza dimenticare, ovviamente, Gianni Letta e il Vaticano.

Malcom Pagani e Carlo Tecce – Servilismo tecnico e sobrio
Dai giornali di sinistra – con rarissime eccezioni – a quelli moderati passando per le principali radio e televisioni: i mass media italiani hanno solo elogi per il nuovo governo. Non c’è spazio per le voci critiche. E l’informazione è appiattita sulle politiche di SuperMario, l’inviato della Provvidenza.

Mario Pianta – Il professor Monti bocciato in economia
La politica economica del governo Monti è tutta interna all’ideologia liberista che ci ha portato dentro la crisi: anziché procedere ad una grande redistribuzione della ricchezza che possa rilanciare la domanda interna, l’esecutivo dei tecnici si barcamena fra un’austerità imposta dalla Germania e liberalizzazioni che non avranno alcun impatto sulla crescita. Ecco perché l’equilibrista liberista Monti perderà la sua scommessa.

Alessandro Robecchi – Tecniche di raggiro di massa
La riforma del mercato del lavoro è stata fin dall’inizio un chiodo fisso del nuovo governo Monti. E le tecniche per realizzarla sono state raffinatissime. Dalla propaganda sul modello danese (prima la flex e poi – forse, se ci sono i soldi… – la security), al conflitto generazionale, alla retorica sul merito. Il tutto, ovviamente, con l’imprimatur del centro-sinistra.

DIALOGO
Adriano Ardovino / Maurizio Ferraris – Filosofia del web
Che tipo di oggetto è il web? È in primo luogo uno sterminato erede degli antichi archivi e delle tradizionali biblioteche. Ma è anche uno strumento di mobilitazione totale degli uomini contemporanei. E allora, che tipo di futuro dobbiamo aspettarci per il mondo della ‘connessione perenne’? È possibile sottrarsi alla bipartizione fra apocalittici e integrati parlando della Rete? Un dialogo filosofico sull’oggetto più citato, e meno compreso, del nostro tempo.

ICEBERG 2 – ricchi e poveri
Giovanni Perazzoli – Basterebbe imitare il welfare europeo
Dal sussidio di disoccupazione al reddito minimo di cittadinanza, il modello di welfare europeo è sempre più distante dall’Italia, come dimostrano le storie raccontate in questo articolo. E mentre in Germania gli operai guadagnano il doppio che in Italia, il nostro paese punta a minare le tutele dei lavoratori e dei cittadini diventando – di f
atto – un’anomalia per l’Europa.

Maurizio Franzini – I ricchi servono alla società?
La pubblicazione delle retribuzioni – spesso stratosferiche – dei ‘tecnici’ del nuovo governo non ha suscitato la stessa, unanime, indignazione che viene solitamente riservata alla casta dei politici e ai loro privilegi. Per quale motivo? Perché sono retribuzioni, si è detto, provenienti dalle loro professioni e dunque dal libero mercato. Ma è giusto che le ricchezze acquisite nel settore privato siano indiscutibili? Sono davvero sempre frutto di merito e competenza?

Mariana Mazzucato e William Lazonick – Top manager, inefficienza e stipendi da sballo
Nella devastante crisi economica che ha investito l’Occidente gli unici a salvarsi sembrano essere i top manager delle grandi società. Mentre i lavoratori vedono diminuire i loro salari o si ritrovano addirittura disoccupati, l’élite economica conserva e accresce le sue stratosferiche retribuzioni. Molti condannano questo fenomeno come ingiusto. Ma il problema non è solo questo: i dirigenti strapagati ricevono compensi così lauti per non fare il proprio lavoro.

Pierfranco Pellizzetti – ‘Signora di ferro’, teste di latta, facce di bronzo
Se si vuole cogliere lo spirito del tempo basta guardare alla produzione cinematografica di Hollywood, ‘antenna’ infallibile. Non è un caso che proprio qualche settimana fa sia uscito The Iron Lady, dedicato a Margaret Thatcher, ‘la donna che ha cambiato il mondo’. E che ha minato le basi di una civiltà. Stupisce quindi questo revival del thatcherismo, soprattutto quando è strombazzato dalle pagine di giornali progressisti.

FILOSOFIA / FILOSOFIE
Slavoj Žižek – Io non esisto
Hegel e la psicoanalisi, la democrazia e il comunismo, la violenza e l’apocalisse, Hitler e Stalin, il Sessantotto e Occupy Wall Street. A ruota libera, uno dei filosofi contemporanei più controversi e osannati. La base del suo metodo: rovesciare presunte certezze nel loro contrario. Il suo principio: la destabilizzazione. Slavoj Žižek, pensatore dell’oltre, si compiace di ‘epater la gauche’ con tematiche neocomuniste.



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