MicroMega 4/2018 – “Potere Vaticano. La finta rivoluzione di papa Bergoglio” – Presentazione e sommario
Claudia Fanti
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Non vi è alcun dubbio che ci siano alcuni segnali di cambiamento. Con Francesco, per esempio, come documenta il saggio , una corrente teologica che ha posto il povero come soggetto di diritti è finalmente stata rispolverata ma nello stesso momento, come sottolinea Emiliano Fittipaldi, il pontificato di Bergoglio ha mostrato sviste, errori, scandali, per opere e omissioni, e profonde contraddizioni che hanno minato le riforme per le quali era stato eletto in Conclave.
Gianluigi Nuzzi rivela che lo Ior ha lo stesso potere finanziario di sempre, mentre Ferruccio Pinotti si focalizza sui rapporti con la massoneria che rimangono opachi anche sotto papa Francesco. Allo stesso modo la Chiesa non arretra di un passo nell’indottrinamento religioso nella scuola pubblica, come documenta Adele Orioli, con dei pesantissimi costi per lo Stato, minuziosamente ricostruiti da Raffaele Carcano, e il suo patrimonio rimane, ad oggi, enorme e tecnicamente inestimabile, come si evince dal saggio . E allora viene il sospetto che quella messa in campo dal pontefice sia una riuscitissima operazione mediatica, portata avanti, come spiega Cecilia M. Calamani, grazie alla complicità dei mezzi di comunicazione ‘laici’ che, insieme ad altri fattori ben approfonditi nel suo saggio da Marco Marzano, hanno reso possibile la costruzione della star ‘Francesco’.
Tra i fiori all’occhiello del numero la testimonianza , fratello di Emanuela, che accusa il Vaticano di mancata collaborazione nella ricerca della verità.
Un’intera sezione è dedicata alla pedofilia, tema su cui Bergoglio ha speso belle parole ma senza passare ai fatti, almeno stando a quanto dichiara Marie Collins, vittima di abusi ed ex componente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori voluta da papa Francesco. Questo perché, evidenzia Federico Tulli, la pedofilia più che un crimine è considerata un’offesa a Dio, un peccato e, quindi, una faccenda tutta interna alla Chiesa.
Il teologo polacco Krzysztof Charamsa denuncia come, riguardo alla questione Lgbtqi, Bergoglio abbia confermato la linea di dura condanna, ribadendo i dettami omofobici e scientificamente anacronistici di Ratzinger. Mentre l’ex presidente della Repubblica d’Irlanda, la cattolica Mary McAleese, e la teologa britannica Tina Beattie si soffermano sul problema della misoginia nella Chiesa, questione tuttora irrisolta.
La testimonianza ci conduce all’interno dei seminari, ricostruendo quegli anni di formazione in cui viene insegnata l’estraneità al proprio corpo, congelando la sessualità, e la sottomissione ai superiori. Mentre Selene Zorzi, ex monaca benedettina, racconta i suoi vent’anni in monastero, tra preghiere, studio e contatto quotidiano con la Bibbia, fino alla decisione di uscirne per poter continuare a evolvere, crescere e cercare. Insomma, a vivere.
Pietro Orlandi – Mia sorella Emanuela dentro una rete di ricatti vaticani
“Io so chi ha rapito Emanuela: è un sistema che lega Stato, Chiesa e criminalità e che ormai da 35 anni impedisce alla verità di emergere”. Sono parole del fratello di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa il 22 giugno del 1983, il quale ritiene che la cittadinanza vaticana di sua sorella sia la chiave del sequestro. Sono passati 35 anni e tre papi, innumerevoli sono state le ipotesi avanzate, ma a tutt’oggi non si conosce la verità. E da Oltretevere solo un muro di silenzio e d’ipocrisia.
IL SASSO NELLO STAGNO
Quali elementi hanno fatto sì che un semisconosciuto vescovo sudamericano si trasformasse in una popstar mondiale venerata e intoccabile? Sono almeno quattro gli attori che hanno concorso a questo risultato: i vertici della Chiesa, che, leggendo i segni dei tempi, hanno scelto un pontefice ‘populista’; la stampa, che del papa argentino ha esaltato a dismisura fin dal primo giorno ogni parola, ogni gesto, ogni azione; i cattolici progressisti, sempre speranzosi che il Concilio Vaticano II sia finalmente applicato; e infine quella sinistra politica e sociale che in questi anni si è più volte genuflessa dinanzi al gesuita argentino. Cui va aggiunto un quinto attore: la destra tradizionalista, la cui demonizzazione dell’operato del papa non fa che ingigantire gli effetti di un pontificato in realtà contrassegnato dall’immobilismo.
ICEBERG 1 – peccato o reato?
Federico Tulli – Pedofilia: un’offesa a Dio o un crimine?
Il punto centrale che impedisce alla Chiesa di affrontare con totale trasparenza il fenomeno della pedofilia nel clero (un fenomeno che non può essere certo ridotto a poche mele marce) è che essa è considerata un ‘abuso morale’ e un’offesa a Dio. Un peccato, insomma. Una faccenda dunque tutta interna alla Chiesa, i cui panni sporchi vanno lavati in casa. Mentre le vittime dei preti pedofili in tutto il mondo continuano a chiedere giustizia. In terra.
Marie Collins in conversazione con Ingrid Colanicchia – Contro la pedofilia, belle parole
Sostiene Marie Collins, vittima di abusi ed ex componente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori voluta da papa Francesco, che di tutte le misure avanzate in materia finora nessuna è stata attuata. Bergoglio non ha dato seguito abbastanza energicamente con le azioni alle sue pur chiare parole al fine di condurre in porto i cambiamenti necessari. Anzi, la sua incapacità di assicurare la realizzazione delle misure proposte, lasciando che la Commissione restasse sospesa per mesi e fosse poi minata nella sua indipendenza, getta ombre sulle sue forti dichiarazioni.
ICEBERG 2 – le fobie della Chiesa
Mary McAleese – La Chiesa contro le donne, anche con Francesco
La Chiesa cattolica è da lungo tempo uno dei principali vettori mondiali del virus della misoginia: non ha mai cercato una cura, anche se una cura, gratuitamente disponibile, esiste e il suo nome è ‘uguaglianza’. Papa Francesco – che ha fatto della vicinanza agli ultimi il suo motto – includerà come pari nelle strutture ecclesiali le donne, che nella Chiesa sono le ultime fra gli ultimi? La sfida e l’auspicio dell’ex presidente d’Irlanda, la cattolica Mary McAleese.
Tina Beattie – Misoginia della Chiesa di Francesco
Quello del ruolo delle donne nella Chiesa cattolica è un problema di ginofobia prima ancora che di misoginia: è come se la struttura ecclesiastica dominata ‘da uomini celibi ossessionati da potere e Prestigio’ avesse paura delle donne, perché un loro ingresso alla pari imporrebbe una messa in discussione radicale di tutta una serie di modelli culturali e significati simbolici. Una donna sacerdote sull’altare, per esempio ‘potrebbe offrire il corpo e il sangue di Cristo come segno di fecondità erotica oltre che di sacrificio e di morte’. Un cambiamento che però non è più rimandabile.
Krzysztof Charamsa – La Chiesa omofoba di papa Francesco
Se l’inizio del pontificato di papa Francesco lasciava ben sperare in materia di inclusione delle persone lgbtqi all’interno della Chiesa – a partire da quel suo ‘Chi sono io per giudicare?’ – le aspettative sono andate deluse. Il papa della misericordia, anziché ammettere la necessità di un confronto con la moderna svolta copernicana del sapere umano sull’omosessualità, ha infatti scelto di confermare la linea di dura condanna, ribadendo i dettami omofobici e scientificamente anacronistici della Congregazione per la dottrina della fede dell’epoca in cui era prefetto Ratzinger. E riuscendo al contempo a persuadere l’opinione pubblica dell’esatto contrario.
ICEBERG 3 – Dio e Mammona
‘Lo Ior, la nostra banca? E se magari la chiudessimo?’. Il pontificato di papa Francesco era iniziato con parole che sembravano poter inverare quell’auspicio di una Chiesa povera per i poveri che Bergoglio aveva suggerito fin dalla scelta del suo nome. Ma se nessuno pare dubitare della volontà riformatrice del papa, forti perplessità sussistono sulle tempistiche di attuazione di queste riforme. La crisi dei fedeli, delle offerte e delle vocazioni incombe e, anche se è vero che la Chiesa ha duemila anni ed è sopravvissuta persino a certi preti, ‘la crisi della fede’ impone trasparenza.
Ferruccio Pinotti – Vaticano e massoneria
Quella del rapporto fra la libera muratoria e la Chiesa cattolica è una storia molto antica, che ha attraversato vicende alterne, in questo saggio dettagliatamente ricostruite. Dall’iniziale inconciliabilità fra Chiesa e massoneria sancita da Clemente XII all’iscrizione di numerosi prelati in diverse logge di vari paesi fino all’atteggiamento cauto e prudente di Francesco.
Adele Orioli – Obbligo facoltativo: il Catechismo sui banchi di scuola
Quando è stata pensata – durante il Ventennio – la famigerata ‘ora di religione’ (che alla primaria sono per la verità due) era l’insegnamento di quella che all’epoca era la religione di Stato. Con la revisione del Concordato del 1984 il nostro è diventato almeno sulla Carta un paese laico, ma invece di cogliere l’occasione per abolirla, è stato creato un mostro giuridico, con insegnanti selezionati dal vescovo e pagati dallo Stato, scelte facoltative che di fatto sono obbligatorie, contenuti confessionali invece che storico-critici. In quella che dovrebbe essere una scuola laica, pluralista e aperta a tutti.
Claudia Fanti – La teologia della liberazione non è più un’eresia
Nata in America Latina come frutto di una rilettura del Concilio Vaticano II a partire dagli ultimi, la Teologia della liberazione non ha avuto vita facile. Invisa a Giovanni Paolo II per aver adottato gli strumenti dell’analisi marxiana della storia, non ha avuto sorti migliori con Benedetto XVI. È con papa Francesco che cessa di essere un’eresia e ha termine l’assedio mantenuto verso i suoi esponenti. Ma bastano i gesti di Bergoglio per concludere che la Chiesa abbia fatto propria la radicalità dell’opzione per i poveri che è il nucleo di questa teologia?
Raffaele Carcano – Cara Chiesa, ma quanto ci costi!
Dall’insegnamento della religione cattolica all’8xmille, dalle esenzioni sugli immobili alle spese per i cappellani militari e ospedalieri il conto che la Chiesa cattolica presenta ogni anno allo Stato è piuttosto salato. Impossibile però determinare la cifra precisa a meno di non mettersi a spulciare ogni capitolo di spesa di ogni singola branca della pubblica amministrazione. Chi ci ha provato ipotizza si possa aggirare intorno ai 6 miliardi di euro annui. E sotto il papa che ama invocare una Chiesa povera per i poveri non è cambiata una virgola.
Francesco Peloso – Quanto è ricca la Chiesa ‘dei poveri’?
Conoscere l’ammontare reale e complessivo del patrimonio della Chiesa cattolica è impresa molto ardua. Fra diocesi, istituti religiosi, fondazioni, scuole, cliniche, ospedali, università, enti vari, le voci da considerare sono tantissime. Ma l’ostacolo maggiore rimane l’assoluta mancanza di trasparenza dei bilanci vaticani, nonostante alcuni timidi tentativi fatti soprattutto per evitare la bancarotta di alcuni enti. E naturalmente il cuore rimane un enorme patrimonio immobiliare ¬ spesso esentasse ¬ in giro per il mondo.
Cecilia M. Calamani – Stampa asservita e comunicazione vaticana
"Sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire", suggerisce il Conte Zio al padre provinciale nei Promessi Sposi. E proprio questo sembra essere il cuore della nuova strategia comunicativa di papa Francesco: evitare gli argomenti spinosi, rimanere sul vago, scaricare il barile sul giudizio di Dio (il famigerato ‘Chi sono io per giudicare un gay?’) e, allo stesso tempo, non toccare di una virgola la dottrina. Un’operazione perfettamente riuscita, visto che Bergoglio può contare sull’asservimento di quasi tutta la stampa ‘laica’ e della stragrande maggioranza del mondo cattolico.
SAGGIO
Emiliano Fittipaldi – L’altro Francesco
Quando si parla di papa Francesco è notevole la distanza tra la realtà dei fatti e il racconto veicolato dalla propaganda vaticana e ripreso acriticamente dalla stragrande maggioranza dei media nazionali e internazionali. Al di là della narrazione esegetica tesa a farne un sant(in)o, il governo di Bergoglio in questi primi cinque anni di pontificato ha mostrato anche sviste, errori, scandali, per opere e omissioni, e profonde contraddizioni che hanno minato le riforme per le quali era stato eletto in Conclave: dalla riforma finanziaria a quella della Curia romana fino alla lotta alla pedofilia.
ICEBERG 4 – conventi e seminari
don Vitaliano Della Sala – La mala educación dei seminari
Entrato in seminario a 11 anni, don Vitaliano Della Sala ne viene espulso per la prima volta a diciassette: ‘Mi sembrò che fosse l’intero mondo a precipitarmi addosso’, racconta in queste pagine in cui ripercorre quegli anni trascorsi in quel piccolo mondo antico fatto di profumo di incenso e odore di muffa. Anni di formazione in cui, in vista del sacerdozio, gli viene insegnata l’estraneità al suo corpo e la sottomissione alle decisioni dei superiori: nessuna possibilità di discutere e di pensare. Un sistema che non tira fuori il meglio di una persona, ma ‘gli ficca dentro il caos’ e congela la sessualità. Anziché insegnare, con Sant’Agostino: ‘Ama e fa ciò che vuoi’.
Selene Zorzi – Perché ho lasciato la vita monastica
Vent’anni in monastero tra preghiere, studio e contatto quotidiano con la Bibbia. E poi la decisione di uscirne, per continuare a evolvere, a crescere, a cercare, mentre rimanere avrebbe significato restare ferma. Il racconto senza filtri di una ex monaca benedettina che di quegli anni conserva bei ricordi – ‘devo tutta la costruzione della mia personalità spirituale alla liturgia, alle relazioni con personalità di grande rilievo del movimento di riforma post-conciliare, al lavoro di ricerca e di studio’ – ma anche la consapevolezza che il monastero può mutarsi in luogo di sclerotizzazione umana.
FUORISACCO 1
Ennio Cavalli – Hai sparato quel giorno? Cronache dagli anni di piombo
Erano anni in cui ci si guardava sempre le spalle, in cui chiunque poteva facilmente diventare simbolo dello ‘Stato borghese’, dei ‘padroni’, uno di quelli da colpire per educarne cento, magari gambizzandoli. Una pratica che induceva nella vittima un dolore atroce, al punto che qualcuno morì d’infarto. Anche i giornalisti erano nel mirino, soprattutto quelli ‘di regime’ che lavoravano in Rai, come era allora il poeta
Ennio Cavalli. Che in queste pagine ricostruisce quegli anni sospesi fra ‘disincanto e sgomento’ e racconta gli incontri, molto tempo dopo, con alcuni ex brigatisti a casa dell’amico Erri De Luca.
FUORISACCO 2
Zygmunt Bauman in conversazione con Włodek Goldkorn – La sinistra al tempo del pensiero unico
Ormai da molti anni è la destra, con la benevola tolleranza della sinistra, a dettare l’agenda politica. Ancor di più, è la destra a definire i confini stessi del pensabile, restringendo le opzioni ideali e impedendo anche solo di immaginare altri mondi possIbili. Il thatcheriano ‘there is no alternative’ ha trionfato, e la sinistra si limita oggi a sperare che la destra faccia male quel che promette in modo da convincere gli elettori di saperlo fare meglio lei.
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