In edicola il nuovo numero di MicroMega (5/2014): “Il corpo della donna tra libertà e sfruttamento”

Rachid Boutayeb

Da giovedì 24 luglio in edicola e su iPad il nuovo numero di MicroMega, un monografico dedicato al “corpo della donna tra libertà e sfruttamento”. Ad aprire due dialoghi: nel primo uno dei più famosi attori porno italiani, Rocco Siffredi, e la regista Roberta Torre discutono della possibilità di un porno “al femminile”; nel secondo, la pornostar Valentina Nappi e la giornalista Maria Latella affrontano temi come la prostituzione, la mercificazione del corpo femminile, il rapporto tra giovani e sesso.

Un’intera sezione è dedicata alla pornografia. La rappresentazione esplicita dell’atto sessuale continua a essere un tabù. Su queste ambiguità – e su queste ipocrisie – ha giocato Lars von Trier con il suo Nymphomaniac, che rappresenta l’ultimo tassello di un rapporto complicato e ambivalente del cinema con la rappresentazione del sesso, come riportato da Fabrizio Tassi. Un rapporto ambivalente perché spesso fondato su una netta separazione tra il sesso in film ‘normali’, se non addirittura d’autore, che si possono permettere solo di alludere e ammiccare, e i film porno veri e propri, un genere a sé, la cui storia – raccontata da Pietro Adamo – è andata di pari passo con i cambiamenti tecnologici, dalle riviste a internet, passando per cinema e videocassette. Un fenomeno molto controverso, su cui intellettuali, filosofi e, soprattutto, femministe, si sono sempre divisi: il porno è uno strumento di oppressione delle donne, o un elemento di contestazione della moralità conservatrice e quindi di potenziale liberazione per le donne stesse? Matthieu Lahure ricostruisce i termini della controversia.

In un iceberg su “corpo e tabù” Gloria Origgi ci ricorda che la nostra intera vita si può leggere sul proprio corpo. Un corpo che, per le donne soprattutto, ha spesso rappresentato una condanna ai ruoli stereotipati di madre o prostituta. Ma persino quello che sembra l’istinto più naturale per una donna – quello materno – naturale non è affatto, come sostiene nel suo contributo Élisabeth Badinter. Mentre Giulia Sissa traccia la parabola dei movimenti femminili, che oggi rivendicano con orgoglio il corpo erotico come strumento di lotta. Eppure i tabù sono duri a morire, come dimostrano le straordinariamente variegate politiche di gestione della prostituzione descritte da Giulia Garofalo Geymonat e l’ostilità verso la figura dell’assistente sessuale per i disabili, tratteggiata da Alessandro Capriccioli. A chiudere la sezione un inedito dell’illustre oncologo Umberto Veronesi dal titolo “Il corpo delle donne dalla mortificazione all’emancipazione”.

Ma è compatibile la religione con l’emancipazione delle donne? Carlo Augusto Viano delinea la storia del posto che le donne hanno occupato nella religione cristiana, dalle origini fino a papa Bergoglio: una presenza costante, ma sempre un gradino sotto all’uomo e non pare proprio che su questo fronte Francesco stia portando novità rilevanti. Il sacrificio del figlio e il ripudio della donna sono, secondo il giudizio , due elementi essenziali di tutte le religioni monoteistiche, e dell’islam in particolare.

Infine un saggio analizza l’idea di femminilità che pervade le tele di Picasso, Beckmann e de Kooning.

IL SOMMARIO

DIALOGO 1
Roberta Torre / Rocco Siffredi (a cura di Adriano Ardovino) – Esiste un porno al femminile?
Esiste un porno per uomini e uno per donne? E i film porno fatti da donne – prodotti quasi inesistenti sul mercato – sarebbero necessariamente diversi da quelli fatti da uomini? È sempre vero che la sessualità femminile è più complessa e raffinata mentre quella maschile sarebbe elementare e rozza? La pornostar italiana più famosa al mondo si confronta con una regista che rivendica il diritto delle donne di avere un proprio sguardo sul porno.

DIALOGO 2
Valentina Nappi / Maria Latella – Sesso, merce e libertà
Il sesso deve diventare un’attività semplice e alla portata di tutti come bere un bicchier d’acqua, come auspica la pornostar Valentina Nappi, oppure è qualcosa che va coltivato nel mistero, come suggerisce la giornalista Maria Latella? Di sesso si parla troppo, o troppo poco? La prostituzione è sfruttamento del corpo delle donne o del desiderio degli uomini? E come vanno avvicinati i giovani al sesso, affinché non diventi né un tabù né un mero prodotto di consumo?

ICEBERG 1 – corpi e tabù
Gloria Origgi – Corpo, dunque sono
Il nostro Ego è il corpo: l’unità della nostra persona, che registra inesorabilmente ogni cambiamento, anche il minimo, della nostra vita. Piaceri e dolori vengono archiviati dal nostro sistema nervoso e si incidono nel nostro corpo, che diventa un libro su cui è scritta la nostra intera vita. L’autobiografia di ciascuno di noi si può leggere sul proprio corpo. Il nostro corpo parla di noi. Il nostro corpo siamo noi: il corpo è l’Ego.

Élisabeth Badinter – L’istinto materno non esiste
Ricerche storiche e psicologiche dimostrano che quello che da tutti è chiamato ‘istinto’ materno è in realtà una costruzione sociale più che un ‘destino’ naturale in tutte le donne. E soprattutto che il presunto ‘istinto’ materno non è assoluto, ma deve fare i conti con gli altri ‘istinti’, per esempio quello di conservazione e sopravvivenza, che a volte hanno il sopravvento. Accettare questa realtà, e sgombrare il campo dagli stereotipi che le donne hanno su se stesse, è il primo passo da compiere per una reale emancipazione.

Giulia Sissa – Femminismo e godimento
Dopo il primo femminismo – quello del suffragio universale – e dopo il secondo – quello degli anni Settanta – è oggi il tempo di una terza ondata: un femminismo che non ha paura del corpo e del piacere, un femminismo che si mostra, che è ‘osceno’, che rivendica non solo diritti sociali e politici, ma anche il diritto al godimento.

Giulia Garofalo Geymonat – La prostituzione tra abolizionismo proibizionismo e legalizzazione
I possibili approcci legislativi al fenomeno della prostituzione sono ancora oggi, in Europa e nel mondo, molto diversificati. La semplice assenza di criminalizzazione di prostitute e clienti associata alla rilevanza penale del favoreggiamento, tipica dell’abolizionismo che ispira la nostra legge Merlin, differisce ad esempio dall’approccio neoproibizionista che considera responsabili penalmente i clienti ma non le prostitute, in vigore in Svezia e in dirittura d’arrivo in Francia. D’altro lato c’è l’esperienza di Olanda e Germania, ch
e hanno scelto nuove forme di legalizzazione, mentre in Nuova Zelanda è in corso da qualche anno un interessante esperimento di decriminalizzazione.

Alessandro Capriccioli – L’assistente sessuale per i disabili: una scelta di civiltà
Nell’Italia benpensante e conservatrice è considerata da buona parte dell’opinione pubblica un’attività equiparabile alla prostituzione, mentre la figura dell’assistente sessuale è da tempo legale in Germania, Svizzera, Olanda e Danimarca. Una professione in piena regola, con le proprie specifiche competenze e con un processo di selezione e formazione rigorosissimo, con lo scopo di aiutare le persone con disabilità fisico-motoria o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale e sessuale. Perché la sessualità è una parte fondamentale nel benessere psicofisico degli individui, che rientra a pieno titolo nel diritto alla salute tutelato dalla nostra Costituzione.

MEMORIA
Umberto Veronesi – Il corpo delle donne dalla mortificazione all’emancipazione
Ha dedicato tutta la sua vita a curare il tumore femminile per eccellenza: quello al seno. Con un obiettivo: conservare per quanto più possibile l’integrità del corpo delle donne, simbolo stesso dell’umanità. Un corpo che è strumento di seduzione e il cui uso disinvolto non è in contraddizione con l’emancipazione delle donne. Il più grande oncologo italiano spiega perché è convinto che il mondo va verso un potere tutto al femminile e perché il proibizionismo, su tutti i fronti – prostituzione compresa – non funziona.

ICEBERG 2 – pornografia / pornografie
Pietro Adamo – Storia del porno di massa
Dalla concezione progressista degli albori, segnata dalla contaminazione fra pornografia e radicalismo controculturale, passando per l’età dell’oro dei pornocinema prolungatasi fino a metà anni Ottanta e concludendo con l’esplosione del cyperporn e la cristallizzazione nella produzione pornografica di una gerarchia uomo-donna ormai dimentica delle istanze egualitarie e libertarie iniziali, il porno di massa non ha mai smesso di mutare. Un cambiamento che non è solo relativo al medium utilizzato, ma anche a contenuti, stili e generi, in un rapporto costante con l’evoluzione storica delle società occidentali.

Matthieu Lahure – Femminismo e pornografia
La pornografia è un mezzo che diffonde una visione della donna degradata e sottomessa all’uomo, e dunque è una caratteristica tipica della mentalità patriarcale e maschilista, o è uno strumento di liberazione sessuale da utilizzare in chiave libertaria e progressista? Il femminismo – anzi i femminismi – hanno risposto in maniera molto diversa a questa domanda: da quello abolizionista – che vagheggia un mondo senza prostituzione – a quello di ispirazione liberale, per il quale non si può giustificare un limite alla libertà individuale in nome di una visione morale.

Fabrizio Tassi – Cunnilingus d’autore (ovvero il sesso al cinema e i limiti del porno)
Se nel cinema esiste una netta separazione tra erotismo, in cui il sesso viene trattato con gusto ed eleganza, e pornografia, vista come un male scabroso, non mancano artisti – per ultimo Lars von Trier con Nymphomaniac – che hanno sfidato i tabù. Non semplicemente per provocare, ma per mostrare ciò che continua ad essere rimosso, nei corpi, negli istinti e nei desideri che ci governano: la realtà cruda del sesso in una società che riduce il corpo a merce e allo stesso tempo ne ha paura, in un mondo in cui (per dirla con Regis Debray) c’è una coincidenza totale tra visibile, reale e vero che cancella l’invisibile.

ICEBERG 3 – donne e religioni
Carlo Augusto Viano – Donna e cristianesimo: ai piedi dell’uomo
Dalle interpretazioni ‘femministe’ delle Sacre scritture fino alle recenti dichiarazioni di papa Bergoglio, è in atto un tentativo di riscattare la figura femminile nel mondo cristiano. Ma il posto delle donne nella storia del cristianesimo è sempre stato subordinato a quello degli uomini e le ‘aperture’ di Francesco non sembrano contenere in realtà novità rilevanti: le donne sono certamente fondamentali nella visione cristiana, ma il loro posto è sempre accanto, un po’ sotto, agli uomini, come Maria ai piedi della Croce.

Rachid Boutayeb – Orgasmo e violenza: l’islam contro la donna
Nella cultura occidentale moderna il corpo è il luogo della sovranità dell’individuo. Nell’islam invece ‘individuo’ è una parola straniera, e il corpo – e con esso il sesso, pur largamente presente nel Corano – hanno un ruolo solo in quanto strumento di realizzazione del sacro. In questo contesto, la mortificazione del corpo femminile – puro oggetto del piacere maschile, sia su questa terra sia nell’aldilà – è intrinseca all’islam.

SAGGIO
Siri Hustvedt – Una donna che guarda uomini che guardano le donne
Una certa idea di femminilità pervade le tele di Picasso, Beckmann e de Kooning, artisti che stabiliscono tutti un legame esplicito fra la propria interiorità e la realtà esteriore delle proprie opere. Una donna li osserva, tre quadri di tre uomini che ritraggono donne, e risale la corrente delle loro paure, proiezioni, sadismi e perversioni.

(21 luglio 2014)



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