MicroMega 5/2017: “Europa e Usa: democrazia a rischio” – Presentazione e sommario
Adam Zagajewski
Dal 27 luglio il nuovo numero di MicroMega è in edicola, libreria, eBook (Amazon BookRepublic Feltrinelli) e iPad
"Europa e Usa: democrazia a rischio". È l’allarme lanciato da MicroMega che il 27 luglio sarà in edicola con un numero – dedicato alla memoria di Stefano Rodotà – sulla crisi dei sistemi liberali e sulle nefaste conseguenze dell’austerity. Come invertire la rotta?
Il direttore Paolo Flores d’Arcais enuncia 11 tesi per salvare l’Europa, centrate sull’idea che per uscire sia dal disastro neoliberista che dalla xenofobia lepenista sarebbe necessaria una Costituzione egualitaria, impensabile però nell’attuale Ue. Lo storico Ernesto Galli della Loggia replica puntando sulla costruzione di un’identità europea in cui un ruolo centrale lo giochi il cristianesimo e sull’introduzione dell’elezione diretta per il presidente della Commissione. Intanto le disuguaglianze hanno ormai abbondantemente superato la soglia di guardia, la disoccupazione è a livelli allarmanti, le tutele dei lavoratori sempre più aggredite. Sul futuro dell’Europa, in questo quadro, dialogano l’ex premier e presidente della Commissione Ue Romano Prodi e l’economista Emiliano Brancaccio: è ancora possibile imprimere all’Ue una svolta progressista?
Poi c’è il tema della sovranità perduta. Il progetto di integrazione europea vive oggi la sua fase più nera anche perché i suoi stessi trattati hanno disegnato un modello sociale regressivo in cui gli obiettivi di giustizia sociale sono subordinati al pareggio di bilancio e alla stabilità economica. L’economista Vladimiro Giacché ne sottolinea l’incongruenza con la nostra Carta e il giurista Paolo Maddalena, in un altro saggio, invita a tenerci stretti la nostra Costituzione, che tutela l’interesse comune e non il profitto privato.
Nel numero c’è spazio per i commenti post elezioni in Francia e nel Regno Unito di due grandi firme: Laurent Joffrin traccia un identikit di Macron e si sofferma sulla sostanziale scomparsa del Partito socialista mentre Daniel Finn analizza la débâcle di Theresa May e l’ascesa, del tutto imprevista, del fenomeno Corbyn.
Ma la crisi politica lascia aperta la porta anche a esperimenti di democrazia radicale. È quello che è accaduto per esempio in Islanda, dove è stato sperimentato un inedito percorso di riscrittura della Costituzione dal basso, un interessante laboratorio di contaminazione fra democrazia diretta e rappresentativa di cui ci parla la filosofa Hélène Landemore in conversazione con Gloria Origgi. Di grande interesse sono anche gli esperimenti democratici che si stanno portando avanti in alcune città europee, a partire da Barcellona: come ci racconta il sociologo Joan Subirats è dalle città che può ripartire un autentico percorso di giustizia sociale e libertà. "E’ necessario un ritorno dell’utopia" chiosa in un altro articolo l’europarlamentare Curzio Maltese che pensa ad una sinistra con proposte rivoluzionarie come proibire per legge la povertà, capovolgere le politiche fiscali in senso redistributivo e sancire il bando totale degli armamenti nucleari.
Da una Polonia che sta sempre più velocemente scivolando verso nuove forme di autoritarismo si leva forte e chiara la voce , uno dei massimi poeti contemporanei, che ne discute con Irena Grudzińska Gross.
Un’altra reazione all’ideologia dell’austerity è il cosiddetto populismo. Ma cos’è realmente? Il giornalista Marco d’Eramo ricostruisce la storia della parola indagandone gli usi politici, senza perder tempo alla ricerca di un astratto e inesistente ‘significato essenziale’. Secondo Timothy Garton Ash i populismi di sinistra e di destra, a sud come a nord, possono minacciare le fondamenta stesse del liberalismo politico, mentre il leader francese Jean-Luc Melenchon e la politologa Chantal Mouffe sottolineano in un dialogo l’importanza di un populismo di sinistra che sappia identificare un "noi" capace di contrastare un "loro", ovvero le elite mondiali.
Non è solo il Vecchio Continente a vivere una drammatica crisi della democrazia, così nel numero di MicroMega un’ampia sezione è dedicata agli Usa. Con l’inattesa elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, anche gli Stati Uniti si sono avviati lungo un pericoloso piano inclinato che mette in discussione i fondamentali valori della democrazia liberale. Per Fabrizio Tonello quello di Trump è un governo di oligarchi, per i quali l’interesse del gruppo a mantenere ricchezza e potere è l’unico orizzonte. Con un prezioso saggio la giurista Elisabetta Grande ci spiega come nel paese più ricco del mondo la povertà cresca a ritmi molto sostenuti, un fenomeno alimentato anche da un diritto che, anziché combattere la povertà, crea e allo stesso tempo stigmatizza i poveri. Silvia Pareschi descrive il fondamentale ruolo della destra religiosa americana – omofoba, antiabortista, creazionista – nell’ascesa di Trump, mentre lo scrittore tedesco-iraniano Navid Kermani ci racconta il viaggio intrapreso attraverso gli States, accompagnato dai versi di Bob Dylan, per capire le contraddizioni di questo straordinario paese.
L’almanacco si chiude con una lunga intervista a Martin Walser, uno degli scrittori tedeschi più importanti del secondo dopoguerra, il quale alla domanda "a cosa serve la letteratura?" risponde: non a spiegare il mondo ma a trasfigurarlo per renderlo sopportabile.
IL SOMMARIO
TESTIMONIANZE
Adam Zagajewski in conversazione con Irena Grudzin´ska Gross – Con l’arma della poesia per la democrazia
Da una Polonia che sta sempre più velocemente scivolando verso nuove forme di autoritarismo si leva forte e chiara la voce di uno dei massimi poeti contemporanei. La storia impone talvolta che la poesia esca dall’intimità del privato e si manifesti sulla scena pubblica, rivendicando libertà e democrazia. In Europa, questo è uno di quei momenti. Una situazione che richiede agli intellettuali una nuova stagione di impegno politico.
ICEBERG 1 – dove va l’Europa?
Paolo Flores d’Arcais – Undici tesi sull’Europa
Uno dei ‘difetti’ che a sinistra si imputa più spesso all’Europa è il ‘deficit democratico’, al quale si vorrebbe porre rimedio rafforzando le istituzioni europee. Ma il vero, enorme, problema dell’Europa è rappresentato dai suoi princìpi fondativi, dalla sua Grundnorm, che sono quelli di un liberismo sfrenato a cui vengono sacrificati tutti gli altri obiettivi. Su quali basi, dunque, si
chiede ‘più Europa’? Solo una Costituzione egualitaria, EGUALITARIA, può provare a salvarla dal disastro liberista o dal baratro dei lepenismi.
Curzio Maltese – Europa: il sogno diventa incubo
Prima si è costruita un’Unione a immagine e somiglianza della Germania, poi si sono imposte le ricette dell’austerità ai paesi più deboli, devastandone il tessuto economico e sociale. Adesso, con Macron, si è avviata la terza fase: l’ingresso diretto dei portatori d’interesse nei governi dei paesi Ue con l’obiettivo di eliminare ciò che resta del diritto del lavoro e di riscrivere in senso oligarchico le Costituzioni. Rimane qualche speranza per la sinistra? Forse solo guardando molto lontano, con proposte davvero rivoluzionarie come proibire per legge la povertà, capovolgere le politiche fiscali in senso redistributivo, sancire il bando totale degli armamenti nucleari e tanto altro ancora. Insomma tornare all’utopia. Riprendersi la voglia di sognare.
Ernesto Galli della Loggia – Alla ricerca dell’identità europea
Per superare l’impasse in cui si trova l’Unione europea, e fare un passo avanti verso una vera unione politica, occorre uscire dalla tenaglia che l’opprime: la mancanza di un demos europeo e la riluttanza dei governi nazionali a cedere sovranità. L’elezione diretta del presidente della Commissione – che a sua volta scelga due ministri di sua fiducia – potrebbe esser un modo per sbloccare la situazione. Al tempo stesso bisogna interiorizzare e promuovere l’identità europea, radicata nella sua storia, in cui centrale è anche il ruolo del cristianesimo.
ICEBERG 2 – esperimenti e democrazia
Laurent Joffrin – La rivoluzione centrista di Macron
Quanto avvenuto in Francia con l’elezione di Emmanuel Macron è un evento totalmente inedito, impensabile solo un anno fa. In questo saggio il direttore di Libération illustra i fattori che hanno giocato un ruolo nel determinare questo esito, sia a destra che a sinistra, e individua la lezione per il futuro che il Partito socialista non deve dimenticare se non vuole essere ridotto a mero ricordo di un passato glorioso. Perché c’è uno spazio politico vacante per una sinistra di governo, a patto però che immagini una società differente e definisca le tappe che possono condurci a essa.
Daniel Finn – Miracolo Corbyn
“Prendere sul serio le possibilità dei laburisti guidati da Corbyn significava rinunciare a essere presi sul serio”, così ha descritto un giornalista inglese l’atteggiamento dei media britannici prima delle elezioni. E infatti nessuno aveva preso sul serio questo vecchio socialista, troppo radicale per poter davvero mettere in discussione la leadership della conservatrice Theresa May. E invece, sorpresa! Corbyn, con un programma chiaro e radicale, rovescia il tavolo e rimette in pista il Labour Party, stavolta in versione socialista.
Hélène Landemore in conversazione con Gloria Origgi – Lo strano e affascinante caso della Costituzione islandese
In seguito alla drammatica crisi economica che l’ha colpita, l’Islanda ha messo in atto un originalissimo esperimento di revisione costituzionale, inclusivo e aperto a tutti i cittadini. Anche se quel progetto di Costituzione giace ancora in parlamento per l’approvazione finale, la procedura rappresenta un inedito e interessantissimo laboratorio di democrazia partecipativa e inclusiva.
Joan Subirats – Città di tutto il mondo unitevi!
Aver convinto il mondo intero che ‘There Is No Alternative’, non c’è alternativa, è forse il maggior successo dell’ideologia neoliberista che domina il mondo ormai da più di trent’anni. Una serie di esperienze di amministrazioni locali (a partire da Barcellona) sta dimostrando invece che l’alternativa c’è e che passa proprio dalle città, che rappresentano la prima frontiera per affrontare l’emergenza sociale e il luogo in cui è più semplice mettere in moto processi e dinamiche mutualistiche.
DIALOGO 1
Chantal Mouffe / Jean-Luc Mélenchon – Non c’è democrazia senza populismo
Entrambi consapevoli della necessità di rifondare la sinistra, i due protagonisti di questo dialogo si confrontano sulle modalità di costruzione del ‘popolo’ che ne possa essere la base. Perché il popolo non è un dato empirico ma il risultato di un processo di costruzione di un’identità collettiva, processo che richiede sempre la creazione di un ‘noi’ e di un ‘loro’. Il punto è: come affronterà la sfida la sinistra? Come traccerà la ‘frontiera’?
ICEBERG 3 – populismo o Costituzione
Timothy Garton Ash – L’Europa si sta disintegrando?
Il progetto di integrazione europea vive forse la sua fase più nera, afflitto da una disfunzione cronica che si accompagna alla crisi del capitalismo e della democrazia in generale. Non è però il momento di gettare la spugna ma di capire quali aspetti del liberismo economico e sociale dell’era post-Muro e quali conseguenze da esso prodotte abbiano indotto tanti a lasciarsi tentare dalle sirene del populismo che minacciano le fondamenta stesse del liberalismo politico.
Marco d’Eramo – ‘P’ come populismo
Non c’è dubbio, è la parola politica del momento. Tutti la usano, ma nessuno sa esattamente che cosa sia. Di norma – a ben vedere – è, da un lato, un modo diverso per chiamare (e dunque per sdoganare) le nuove forme di fascismo e, dall’altro, un modo per screditare i socialisti, associandoli indirettamente ai fascisti. Insomma una parola ad alto potenziale di strumentalizzazione di cui andrebbero indagati storia e usi politici, senza perder tempo alla ricerca di un astratto e inesistente ‘significato essenziale’.
Vladimiro Giacché – ‘Per la contradizion che nol consente’
Le Costituzioni funzionano così: stabiliscono dei princìpi fondamentali, indisponibili e sovraordinati a qualunque scelta politica, e identificano in linea di massima gli strumenti per realizzarli. Tra i princìpi fondamentali stabiliti dalla nostra Carta c’è sicuramente il diritto al lavoro e l’obbligo per la Repubblica di rimuovere gli ostacoli economici e sociali che “impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Un modello sociale avanzato che contraddice in pieno quello, nettamente regressivo, imposto dai Trattati europei. Che vanno dunque respinti.
Paolo Maddalena – Contro il liberismo la Costituzione!
Creazione del danaro dal nulla, finanziarizzazione dell’economia, privatizzazioni, liberalizzazioni: sono gli strumenti attraverso i quali negli ultimi tre
nt’anni il mercato ha divorato l’economia reale distruggendo il tessuto sociale ed economico del nostro paese (e non solo), in ossequio alle disposizioni europee ma in netto contrasto con quelle della nostra Carta costituzionale. Alla quale conviene tornare, se vogliamo uscire da questa crisi.
ICEBERG 4 – America / Amerika
Elisabetta Grande – Togliere ai poveri per dare ai ricchi: la lezione americana da rifiutare
Com’è possibile che una miseria così pervasiva e lacerante caratterizzi il paese più ricco del mondo? Questo saggio illustra come la povertà – che negli Usa ha raggiunto livelli allarmanti – non sia affatto un effetto collaterale inevitabile del sistema economico, ma la conseguenza di precise scelte di politica del diritto. Un diritto che, da un lato, avvantaggia i ricchi e ricchissimi e, dall’altro, crea le condizioni perché chi sta sui gradini più bassi della scala sociale precipiti ancora più giù. E che contribuisce anche allo stigma sociale, che addita il povero come nemico.
Silvia Pareschi – God Bless America
Razzista, omofoba, antiabortista, creazionista, feroce avversaria dell’istruzione pubblica: questa è la destra religiosa americana – che riunisce le frange più conservatrici di evangelicali e cattolici rappresentando uno dei più importanti bacini di consenso di Trump. E che, con Betsy DeVos all’Istruzione, ha anche occupato uno dei posti chiave del governo degli Stati Uniti.
Navid Kermani – Osare più democrazia
L’America è sempre stata anche il contrario dell’America, ha sempre portato in sé le proprie contraddizioni ed è questo uno degli aspetti che la rende grande ed esemplare. È utile ricordarlo, come fa lo scrittore tedesco-iraniano, in tempi bui come questi in cui il neoinquilino della Casa Bianca sembra in grado di spegnere ogni speranza. Se una lezione c’è da trarre dalla sua vittoria è che “solo la prospettiva di un cambiamento produce entusiasmo, mai lo status quo, per quanto confortevole possa apparire”.
Fabrizio Tonello – L’oligarchia americana
Quello di Trump è un governo di oligarchi, per i quali l’interesse del gruppo a mantenere ricchezza e potere è l’unico orizzonte. La sua ascesa è incomprensibile senza un’analisi di lungo periodo dell’esplosione delle diseguaglianze negli Stati Uniti e delle occasioni mancate per porvi rimedio. Si tratta infatti di un fenomeno dovuto non a cataclismi naturali né alla fantomatica ‘globalizzazione’, ma a precise scelte politiche di Ronald Reagan, Bill Clinton, George W. Bush e, da ultimo, Barack Obama.
DIALOGO 2
Romano Prodi / Emiliano Brancaccio – Orizzonti europei
Le disuguaglianze hanno ormai abbondantemente superato la soglia di guardia, la disoccupazione, specie giovanile, è a livelli allarmanti, le tutele dei lavoratori sempre più aggredite. Quale la responsabilità dell’Unione europea in tutto questo? Quel progetto – le cui radici affondano nel sogno di una Europa pacificata – è definitivamente fallito? O è ancora possibile imprimergli una svolta progressista?
NEL CORSO DI UNA VITA
Martin Walser in conversazione con Alexander Cammann e Ijoma Mangold – Con gli occhi di un bambino
Martin Walser è uno degli scrittori tedeschi più importanti del secondo dopoguerra. Insieme a Günter Grass, Heinrich Böll e pochi altri ha attraversato la storia della Germania e dell’intera Europa degli ultimi decenni, non mancando mai di prendere posizione nei momenti più drammatici. E che alla domanda ‘a cosa serve la letteratura?’ risponde: non a spiegare il mondo ma a trasfigurarlo per renderlo sopportabile.
(25 luglio 2017)
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.