MicroMega 6/2016: “Chi siamo?”, Almanacco della scienza – Presentazione e sommario
Andrea Camilleri
In edicola, libreria, ebook e iPad da mercoledì 31 agosto. Per festeggiare i trent’anni della rivista, in allegato due volumetti con la ristampa di testi e Paolo Flores d’Arcais.
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PRESENTAZIONE
Sarà in edicola a partire dal 31 agosto il nuovo Almanacco della scienza di MicroMega, curato come sempre da Telmo Pievani. La domanda centrale che fa da filo conduttore del volume è “chi siamo?”. Il tema è affrontato da diverse prospettive e a dare il loro contribuito a questo ricchissimo volume sono alcuni fra i maggiori scienziati di fama internazionale.
Il paleoantropologo Damiano Marchi, unico italiano nel team di più di quaranta scienziati reclutati per studiare l’enorme quantità di fossili ritrovati nella camera di Dinaledi, racconta la straordinaria scoperta di Homo naledi e come essa modifichi quel che sappiamo sull’evoluzione umana; Bernard Wood spiega perché il percorso evolutivo che ha portato a Homo sapiens somigli più a un intricato cespuglio che a un albero; Emiliano Bruner, Annapaola Fedato ed Enza Spinapolice illustrano in chiave evolutiva la teoria della ‘mente estesa’, secondo la quale i processi cognitivi sono il frutto dell’interazione fra ambiente e corpo. Francesco d’Errico, fra i massimi esperti al mondo di pensiero simbolico, indaga l’origine della creatività umana; Telmo Pievani e Francesco Suman espongono l’ipotesi dell’evoluzione culturale cumulativa, mentre il linguista Daniel Dor e la genetista Eva Jablonka spiegano come i comportamenti hanno influenzato l’evoluzione del linguaggio. Il grande biologo W. Tecumseh Fitch, uno dei massimi studiosi mondiali di evoluzione del linguaggio, illustra i quattro princìpi fondamentali di una futura biomusicologia e Stanislas Dehane, fra i maggiori neuroscienziati, fa il punto sulle nuove frontiere delle neuroscienze alla ricerca delle basi della coscienza.
Esiste la “natura umana”? E in cosa consiste? Marco Celentano, con una attenta ricostruzione storica, fa il punto delle dispute che si sono sviluppate lungo un secolo e mezzo nell’ambito delle scienze biologiche e psicologiche. Ma cosa ci dicono etnologia, paleoantropologia e sociologia sulla “natura” della morale (la cui esistenza, con il linguaggio e la produzione di strumenti, costituisce la differenza specifica per eccellenza dell’animale Homo sapiens)? Le forme di organizzazione sociale si sono sviluppate caoticamente in sincronia e diacronia secondo le norme etiche più diverse: il grande etologo di fama mondiale Dario Maestripieri e il direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais avanzano due opinioni alquanto diverse su cosa possano dire la biologia evolutiva e l’etologia comparata su questo inoppugnabile fenomeno di relativismo morale.
Del rapporto fra scienza e verità e del metodo scientifico si occupano i saggi del paleontologo e biologo evoluzionista Henry Gee e il filosofo della scienza Elliot Sober mentre il grande biologo e genetista di Harvard Richard C. Lewontin in dialogo con David Sloan Wilson ricostruisce il percorso che lo ha portato a scrivere insieme a Stephen Jay Gould l’articolo sui pennacchi di San Marco, ormai un classico della biologia evoluzionista, mentre il neuroscienziato Jaak Pansepp spiega come è possibile sviluppare nuove terapie dei disturbi affettivi umani studiando le emozioni negli animali.
La rivista torna a occuparsi anche del tema Xylella, con un articolo che fa il punto sui dati scientifici in nostro possesso, dai quali sembrano emergere più dubbi che certezze.
Anche a questo numero, per festeggiare i trent’anni della rivista, sono allegati due volumetti con la ristampa di testi e Paolo Flores d’Arcais.
SOMMARIO
ICEBERG 1 – da dove veniamo?
Damiano Marchi – Chi era Homo naledi? Considerazioni sulla morfologia e sul comportamento di una nuova specie del genere Homo
La recente scoperta in Sudafrica di una nuova specie di Homo obbliga a ripensare le nostre idee sulle dinamiche dell’evoluzione umana. Homo naledi infatti mostra una massa corporea e una statura confrontabili con quelle di alcune popolazioni moderne, un arto inferiore molto moderno, ma ha mantenuto la capacità di arrampicarsi sugli alberi e un cervello piccolo. Il che contribuisce a sgretolare l’idea, un tempo ben consolidata, che a guidare l’evoluzione del genere Homo siano stati l’aumento delle dimensioni
del cranio e l’abbandono della capacità di arrampicarsi sugli alberi in favore della locomozione a terra.
Bernard Wood – L’evoluzione umana: un cespuglio sempre più intricato
Fino a non molto tempo fa si dava per scontato che quasi tutti i parenti più stretti dell’essere umano oramai estintisi fossero dei nostri progenitori. Oggi sappiamo invece che la storia dell’evoluzione che ha portato a Homo sapiens è molto più complicata: distinguere, fra le varie specie di ominini oggi scomparse, quelle che possiamo considerare il corrispettivo dei nostri genitori, nonni e bisnonni e quelle che rappresentano l’analogo dei nostri zii si sta rivelando un’impresa
tutt’altro che agevole.
Emiliano Bruner, Annapaola Fedato e Enza Spinapolice – Digito ergo sum: cervello, corpo, ambiente
I processi cognitivi sono il risultato dell’interazione del sistema nervoso con il corpo, attraverso un’integrazione con l’ambiente e in maniera associata all’azione. È quanto afferma la teoria della ‘mente estesa’ che, nell’ambito dell’antropologia evoluzionista e grazie agli apporti delle neuroscienze, permette di formulare un’ipotesi affascinante rispetto alla specificità di Homo sapiens: in qualche momento della nostra storia filogenetica, qualcuno dei nostri antenati passò da una ecologia ‘assistita da strumenti’ a una ‘dipendente da strumenti’, e le regole cambiarono. La cultura materiale non era più un’aggiunta, ma una necessità ecologica ed evolutiva.
ICEBERG 2 – homo ingeniosus
Francesco d’Errico – Le origini della creatività umana come devianza
Un comportamento creativo è un comportamento per sua natura ‘deviante’. Ai fini di un’indagine circa le origini della creatività umana, può quindi essere utile tracciare una distinzione fra società ‘rigide&
rsquo;, che hanno norme forti e una bassa tolleranza nei confronti del comportamento deviante, e società ‘rilassate’ che hanno norme deboli e un’elevata tolleranza verso la devianza. Alla luce di tale distinzione, è possibile dar conto dell’emergere della creatività
nel corso della storia della specie umana molto più di quanto
non si sia riusciti a fare considerando la creatività un’abilità individuale di cui è necessario determinare le ‘cause’ genetico-anatomiche per poi spiegarle in termini adattativi.
Telmo Pievani e Francesco Suman – Nani sulle spalle dei giganti. Evoluzione culturale cumulativa e origine del linguaggio
Evoluzione culturale ed evoluzione biologica si sono reciprocamente influenzate nel corso dell’evoluzione umana. Non si tratta dunque di ‘scoprire’ se viene prima la natura o la cultura, ma di capire i meccanismi di interazione fra i due livelli: i cambiamenti culturali hanno modellato le nicchie ecologiche umane, che poi hanno retroagito sulla nostra biologia e sulla nostra fisiologia. Con questo approccio si può comprendere meglio l’evoluzione del linguaggio umano.
Daniel Dor e Eva Jablonka – I geni vengono dopo. Come i comportamenti hanno influenzato l’evoluzione del linguaggio
“Prima abbiamo inventato il linguaggio, poi il linguaggio ci ha trasformati”. Sembra una contraddizione ma è invece altamente probabile che, come anche per altre caratteristiche dell’umanità moderna, il linguaggio sia il risultato di un complesso processo di coevoluzione genetico-culturale, in cui le interazioni collettive hanno determinato cambiamenti nei comportamenti, che a loro volta hanno indotto modifiche che si sono infine integrate a livello genetico.
W. Tecumseh Fitch – L’evoluzione della musica: biologia e musicalità
Mentre la musica – ovvero il prodotto della musicalità umana – è estremamente varia, la musicalità in se stessa è un aspetto stabile della nostra biologia e pertanto può essere proficuamente studiata dal punto di vista comparativo, neurale, ontogenetico e cognitivo. Uno dei massimi studiosi di evoluzione del linguaggio traccia i fondamenti di una nuova possibile disciplina.
Stanislas Dehaene in conversazione con François Euvé, S.J. – Decisione, libero arbitrio, coscienza: le nuove frontiere delle neuroscienze
La conoscenza del funzionamento del cervello fa progressi spettacolari, la coscienza diventa oggetto di studio scientifico. Che differenza c’è, allora, fra il cervello e una macchina? Che cosa accade quando prendiamo una decisione? Possiamo ancora parlare di libertà? In questa intervista Stanislas Dehaene, titolare dal 2005 della cattedra di psicologia cognitiva sperimentale al Collège de France, ci aiuta a fare il punto su un settore in pieno sviluppo.
ICEBERG 3 – la verità della scienza
Henry Gee – Scienza e religione: verità e dubbio
Diversi scienziati, legittimamente preoccupati per il diffondersi di un certo fondamentalismo politico e religioso, pensano di dover combattere il fuoco con il fuoco e descrivono la scienza come se fosse una religione ‘il cui Dio è la Verità’. Ma il fuoco, insegna la scienza stessa, non si combatte con altro fuoco, ma con strumenti più razionali la cui efficacia è provata dall’esperienza: un estintore, una bomboletta di schiuma o un’ampia coperta fatta di materiale ignifugo.
Elliott Sober – Il metodo scientifico è un mito? Alcune considerazioni suggerite dalla storia e dalla filosofia della scienza
Diversi filosofi e storici della scienza negano l’esistenza di un unico metodo valido per tutte le discipline scientifiche. Nel testo che segue viene fatta una distinzione fra le versioni descrittive e quelle normative di questa tesi e viene difeso il punto di vista secondo il quale esistono alcuni princìpi normativi generali applicabili a tutte le scienze.
ICEBERG 4 – evoluzione e morale
Dario Maestripieri – Il grande equivoco sulla natura umana
Chi nega l’esistenza della ‘natura umana’ lo fa di solito per ragioni ideologiche. In realtà la specie Homo sapiens ha caratteristiche specifiche e ben individuabili non solo a livello anatomico, fisiologico e genetico, ma anche sul piano dell’attività mentale e del comportamento. Si tratta di un ‘repertorio’ molto ricco, che rende conto della grandissima varietà degli individui umani. Il grande fraintendimento sta nel voler derivare da questo elementi normativi: “Chi si avvale della nozione di natura umana per stabilire cosa è accettabile e cosa non lo è dal punto di vista morale, culturale, sociale, politico, economico o religioso fa semplicemente un uso improprio della scienza”.
Paolo Flores d’Arcais – La natura di Homo sapiens: il relativismo morale
“Scoprire in circuiti cerebrali in comune con l’orango o il caimano i precursori naturali della collera di Homo sapiens è certamente interessante, ma la collera della Ss contro le ‘razze inferiori’ e la collera del partigiano costituiscono ‘comportamenti umani’ antitetici. Ed è questa antiteticità, e il suo paradossale vantaggio evolutivo, che dovrebbe costituire il principale oggetto dell’indagine evo-devo sulla natura della morale”.
Marco Celentano – Le controversie sulla pluralità delle morali tra biologia e cultura
Qual è l’origine della grande varietà di scelte e comportamenti morali riscontrabili non solo attraverso le diverse epoche e società, ma anche all’interno di una stessa epoca, cultura e comunità? Com’è possibile che, da un medesimo contesto sociale, possano emergere un Adolf Hitler e un Bernhard Lichtberg, il rettore della cattedrale berlinese di Santa Edvige che per la sua strenua opposizione al nazismo venne deportato a Dachau? Dall’epoca della rivoluzione darwiniana, il problema della genesi dei codici morali è stato oggetto di diverse discipline: l’etologia classica ha più di recente passato il testimone alla sociobiologia e alla psicologia evoluzionistica. Di questi studi e del dibattito che li ha accompagnati il saggio che qui pubblichiamo offre una ricognizione critica.
TESTIMONIANZE
Richard C. Lewontin in conversazione con David Sloan Wilson – Una rivisitazione dei pennacchi di San Marco
“Riconoscere la propria inevitabile ignoranza di fronte a fatti storici remoti costituisce la prima regola di onestà intellettuale quando si parla di evoluzione”. Uno dei più autorevoli biologi e genetisti viventi ripercorre in questa intervista le circostanze
che lo condussero a scrivere, insieme a Stephen J. Gould, l’articolo sui
pennacchi di San Marco, ormai un classico della biologia evoluzionista.
IL SASSO NELLO STAGNO
Francesco Sylos Labini – Xylella: dalla scienza più dubbi che certezze
Abbattere ulivi secolari è una decisione straordinaria che dovrebbe essere presa solo alla luce di evidenze scientifiche indiscutibili. Non è questo il caso della vicenda ulivi in Puglia. I dati che abbiamo, infatti, alla luce degli scientificamente imprescindibili ‘postulati di Koch’, non consentono di affermare con ragionevole certezza che il responsabile della malattia sia il batterio Xylella fastidiosa.
SAGGIO
Jaak Panksepp – Nella mente (e nelle emozioni) degli altri animali
È possibile indagare il mondo emotivo degli animali? E può una simile indagine essere utile per lo sviluppo di nuovi antidepressivi per l’uomo? Tradizionalmente le emozioni degli animali non vengono considerate come oggetto di indagine scientifica, in quanto sperimentalmente non valutabili. In questo saggio invece l’autore di L’archeologia della mente suggerisce nuovi percorsi di ricerca.
(28 agosto 2016)
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