MicroMega 6/2012: Almanacco del cinema – Il sommario del nuovo numero in edicola e su iPad da giovedì 30 agosto

MicroMega

ICEBERG 1 – cinema e impegno
Gianni Canova – Il fantasma del realismo
Mentre in Francia si rilancia un cinema d’impegno per chiudere con l’era Sarkozy, in Italia si paga lo scotto di vent’anni di berlusconismo con tutti i suoi cliché: malgrado i premi ottenuti, film ‘importanti’ – di Sorrentino, Giordana, Vicari e fratelli Taviani – non riescono ad affermarsi nell’opinione pubblica. È ora di scacciare i fantasmi del passato (primo tra tutti quello del realismo) e di rilanciare un’idea di cinema diversa.

Flavio De Bernardinis – La frontiera del cinema civile
A differenza della tradizione che abbiamo alle spalle, oggi non è più la narrazione a infondere senso alla realtà. Viceversa, è la realtà a dare senso alla narrazione. È il paradigma dominante, il modello reality. Il cinema civile si confronta con tale modello. E già il semplice confronto assume l’aspetto di un atto politico.

Fabrizio Tassi – Il cinema non crede in Dio
Ha senso parlare di cinema ‘laico’? Quale la caratteristica principale per definire ‘laico’ un film? In verità tutti i grandi film non possono che essere laici, perché il cinema non fornisce risposte, pone domande, racconta la vita, in tutte le sue contraddizioni.

Roberto Silvestri – Il cinema dei ragazzi di piazza Tahrir
In Occidente siamo rimasti sorpresi dall’improvviso divampare delle rivoluzioni nel mondo arabo, un mondo che ci sembrava eternamente uguale a se stesso, incapace di produrre innovazione e progresso. Ma, se avessimo avuto l’umiltà e la curiosità intellettuale di intraprendere un viaggio dentro quella potentissima macchina dell’immaginario collettivo che è il cinema, avremmo potuto scorgere da tempo i semi di quelle rivolte.

MAESTRI 1

Paolo e Vittorio Taviani in conversazione con Fabrizio Tassi – Cinema in rivolta
L’Orso d’Oro al Festival di Berlino per Cesare deve morire non è stato che l’ultimo riconoscimento di una carriera lunga e straordinaria. I due celebri fratelli del cinema italiano raccontano la loro formazione, le loro vite, il loro cinema. Con una consapevolezza che li accompagna anche lontano dalla macchina da presa: “Non c’è la resa, mai. Si dice che invecchiando si è più generosi, più tolleranti. Non è vero niente. Abbiamo lo stesso istinto di ribellione di sempre”.

Francesco Rosi in conversazione con Curzio Maltese – L’Italia in presa diretta
Ha vissuto quasi un secolo di storia italiana, e gran parte l’ha raccontata nei suoi grandi film – da La sfida a Le mani sulla città, da Cristo si è fermato a Eboli a Cadaveri eccellenti, da Lucky Luciano a Il caso Mattei – inaugurando il filone dei film inchiesta. Erede del grande cinema neorealista, uno dei maggiori registi italiani di tutti i tempi si racconta, tra incontri privati e riflessioni sull’Italia di ieri e di oggi.

Ennio Morricone (a cura di Tommaso De Lorenzis) – Cinema in pentagramma
“Mentre da giovane ritenevo esistesse una musica ‘assoluta’ e una per il cinema, nel tempo – con l’esperienza – ho capito come tra i due ambiti espressivi esistano convergenze profonde. È cosi che ho musicato i film di Leone, Pasolini, Pontecorvo, Petri, Malick e De Palma; nella consapevolezza che cinema e musica sono arti della temporalità, la cui alleanza si consuma nello scorrere di secondi, minuti, ore”.

David Lynch in conversazione con Mario Sesti – La normalità scandalosa
I suoi film hanno indagato la deviazione, la deformazione e il non senso di quella parte della normalità umana che è di solito inconfessabile motivo di repulsione. Ma in questa conversazione il grande maestro del cinema americano rivela: “Mi piacciono le tenebre, la confusione e l’assurdo ma mi piace anche credere che ci sia una piccola porta che mi permetta di uscire da tutto questo per raggiungere un mondo di felicità”.

TAVOLA ROTONDA 1
Angelo d’Orsi / Fabrizio Gifuni / Daniele Segre / Daniele Vicari (a cura di Giona A. Nazzaro) – Cinema: il presente come storia
Il cinema italiano continua a fare quello che gli intellettuali hanno smesso di fare: confrontarsi con la propria storia, anche recente. Lo fa ovviamente con gli strumenti suoi propri, che sono quelli dell’arte e della poesia. Due registi, un attore e uno storico si confrontano sul rapporto del cinema italiano con la storia del nostro paese.

ICEBERG 2 – omaggio a Theo Angelopoulos
Fabrizio Bentivoglio / Amedeo Pagani / Toni Servillo (a cura di Malcom Pagani) – Theo
“Angelopoulos era uno che pensava veramente in grande perché riteneva che il cinema dovesse rispondere in grande a enormi interrogativi o rilanciare grandi interrogativi su una scena enorme, senza confini. Ecco, se devo scegliere un’emozione particolare tra le tante che ho avuto la fortuna di provare lavorando con Theo, opto per questa. Mi sono sentito attore in una scena immensa. Una scena della storia. Una scena del destino”.

Petros Markaris – La donna tragica di Angelopoulos
Non si può non vedere un filo rosso che unisce le grandi tragedie greche di Eschilo e Sofocle ai film di Theo Angelopoulos, che di quella tradizione è degnissimo erede. Filo rosso costituito principalmente dalle figure femminili: da Antigone ad Elena, le donne come vittime sacrificali di un sistema, simbolo del lutto e del dolore di un intero paese.

PICCOLO GRANDE SCHERMO
Federico Pontiggia – Black Mirror
Bisogna sempre andare all’estero per vedere cosa si muove nel caleidoscopico mondo delle serie tv, settore che ormai negli Usa e in Inghilterra non ha più nulla da invidiare al miglior cinema. È il caso dell’inglese Black Mirror: una trilogia capace di sconvolgere tutti i paradigmi delle serie tv, e di mettere in discussione – senza fobie, senza moralismi – gli inquietanti risvolti sociali di quello ‘specchio nero’ (dal monitor di un computer al palmare) che ormai fa parte integrante della nostra vita quotidiana.

MAESTRI 2
Matteo Garrone in conversazione con Federico Pontiggia – Da Gomorra al Grande Fratello
Che cosa c’è dietro lo straordinario fenomeno mediatico e sociale dei reality show? Che cosa ci fa preferire una vita artificiale, ricostruita sotto gli occhi di tutti, alla vita ‘vera’? Quanto ha in comune ognuno di noi con le migliaia di persone che ogni anno si mettono in fila per i provini sperando nel ‘colpo di fortuna’? Dopo il successo internazionale di Gomorra, uno dei nostri registi più talentuosi si cimenta con un’esperienza del tutto nuova.
E racconta: “Reality è il film più difficile della mia carriera”.

Marco Tullio Giordana in conversazione con Flavio De Bernardinis – Oltre l’indignazione, la speranza
“Non si tratta né di revisionismo né di fedeltà alla bandiera, ma di capire quello che è successo, di raccontarlo – piaccia o meno – per il verso giusto. Sarò antiquato ma il mio modello resta Pasolini”. Uno dei maggiori registi italiani contemporanei racconta il suo cinema partendo dal suo ultimo lavoro su Piazza Fontana. Una riflessione che va oltre il film per interrogare il rapporto fra arte e verità storica, fra passato e presente, fra ‘indignazione’ e ‘progetto per il cambiamento’.

Michael Mann in conversazione con Mario Sesti – Le mie strade violente
Dall’invenzione di serie tv (Miami Vice) al digitale radicale di Nemico pubblico, Mann – autore tra gli altri di Collateral e Ali – ha riletto il crime movie tanto che alcuni lo ritengono l’unico vero erede del grande cinema americano, quello di Hawks, di Lang, di Aldrich, di Friedkin: “Lo stile per me è ciò in cui la forma decade quando non c’è contenuto”.

TAVOLA ROTONDA 2
Roberta Torre / Valeria Golino Jasmine Trinca (a cura di Barbara Sorrentini) – Cinema al femminile
Anche nel mondo cinematografico si confermano le statistiche sulla scarsa presenza femminile, soprattutto in ruoli di ‘comando’. Molte attrici, poche registe. Eppure lo sguardo femminile può contribuire ad arricchire l’immaginario collettivo. Una tavola rotonda tra alcune delle donne protagoniste della nostra cinematografia.

ICEBERG 3 – omaggio a Elio Petri
Carlo Lizzani / Mariangela Melato in conversazione con Enrico Magrelli – Elio Petri, maestro da riscoprire
Con i suoi film straordinari – come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso, A ciascuno il suo, Todo modo – Elio Petri ha anticipato idee, stili, atmosfere e paradossi del miglior cinema civile italiano contemporaneo. È stato forse questo eccessivo ‘essere avanti’ coi tempi ad attirargli molte critiche e a relegarlo per lungo tempo in un cono d’ombra. La sua lezione va ora riscoperta.

Elio Petri / Tonino Guerra / Ugo Pirro / Giancarlo Giannini in conversazione con Jean A. Gili – Un poeta del grande schermo



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