MicroMega 8/2016 – Presentazione e sommario

Raffaele Simone

Il nuovo numero di MicroMega in edicola, libreria, iPad e ebook a partire dal 17 novembre (e in regalo due volumetti con testi di Giorgio Bocca, Indro Montanelli e Cornelius Castoriadis)

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I fondamentalismi religiosi rappresentano una delle principali sfide politiche e culturali del XXI secolo, una sfida di fronte a cui il mondo di sinistra sembra impotente. Il fondamentalismo non è certo prerogativa di una religione in particolare: su MicroMega 8/2016, in edicola a partire dal 17 novembre, una rassegna, peraltro non esaustiva, dimostra che un’inclinazione fondamentalista, seme da cui nascono movimenti politici conservatori e reazionari, è insita in qualunque fede, persino quelle che per loro ‘natura’ ne dovrebbero essere immuni. E così ci troviamo di fronte a monaci buddisti, religione che in Occidente è praticamente sinonimo di pace e tolleranza, protagonisti di veri e proprio massacri ai danni delle minoranze religiose, in particolare quella musulmana in alcuni paesi asiatici (Danila Berloffa), mentre in India una religione originariamente estremamente composita e ‘pluralista’ come l’induismo è stata trasformata in un criterio di appartenenza etnico e nazionalista, con l’invenzione del concetto di ‘induità’ (Elena Valdameri).

Ogni volta che la religione incontra il potere politico il risultato mette a rischio pace e democrazia, come dimostra il caso del sionismo religioso in Israele (Giorgio Gomel). La storia del cristianesimo è, da questo punto di vista, emblematica. E purtroppo anche il suo presente: negli Stati Uniti il fondamentalismo di alcune sette protestanti può giungere persino a imbracciare il fucile contro i medici che praticano l’aborto (Marco d’Eramo) e in Polonia stiamo assistendo a un pericolosissimo rigurgito di fondamentalismo cattolico (Daniele Stasi). I fondamentalisti non disdegnano neanche di allearsi tra loro, quando c’è da portare avanti battaglie reazionarie e antiliberali (Brian Whitaker).

In Europa la sfida principale è oggi indubbiamente rappresentata dall’islam politico, un vero e proprio movimento politico fascisteggiante che strumentalmente si appella alla ‘libertà religiosa’ per imporre intollerabili violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini, e soprattutto delle cittadine. Marieme Helie Lucas, sociologa algerina fondatrice di Siawi-Secularism is a Women Issue, Mina Ahadi e Mariam Namazie, attiviste politiche di origini iraniane e fondatrici dei Consigli degli ex-musulmani rispettivamente in Germania e in Gran Bretagna, spiegano perché è ora di prendere consapevolezza che siamo di fronte a un problema politico le cui dimensioni crescono ogni giorno, perché la sinistra fino a oggi non ha capito di cosa stiamo parlando e perché uno degli strumenti indispensabili per affrontarlo è una rigorosa laicità delle istituzioni. La sezione si chiude con un’agghiacciante sequenza di testimonianze di donne, cittadine britanniche, che si sono ritrovate di fronte ai ‘tribunali della sharia. Oggi, nel 2016, in piena Europa.

Il volume ospita poi un dialogo fra Ahmet Insel e Can Dündar sull’attuale situazione della democrazia e della libertà d’espressione in Turchia, un articolo e uno che affrontano, da prospettive profondamente diverse, la questione dell’immigrazione e un saggio sulla deriva della classe politica, non solo in Italia.

Ad aprire questo numero di MicroMega due tavole del disegnatore Danilo Maramotti, che propongono, in vista del referendum, una rilettura a fumetti de "L’invasione degli ultracorpi".

E per festeggiare i trent’anni della rivista in regalo due volumetti con testi di Giorgio Bocca, Indro Montanelli e Cornelius Castoriadis.

IL SOMMARIO

IL SASSO NELLO STAGNO
Danilo Maramotti – Metamorfosi

ICEBERG 1 – la sharia in Europa   
Marieme Helie Lucas – Islam politico e multiculturalismo: come finisce la democrazia   
L’Europa sta correndo un serissimo pericolo, e non se ne accorge. Temendo l’accusa di islamofobia, acconsente che entro i suoi confini si diffonda un’ideologia reazionaria e fascista, come quella dell’islam politico, che non riconosce la separazione fra Stato e religione e limita fortemente i diritti delle donne, dei gay, dei non credenti. È urgente prendere consapevolezza di questo, che è un problema politico, non religioso né culturale, e affrontarlo con l’unico strumento che abbiamo: una radicale laicità, condizione necessaria (anche se non sufficiente) per garantire i diritti di tutti
i cittadini, a prescindere dalla loro comunità di appartenenza.

Mina Ahadi – L’islam politico e l’inadeguatezza della sinistra
Nel dibattito che ciclicamente si riapre in Occidente riguardo al velo, al burqa e al burkini non possiamo trascurare un fatto fondamentale: gli indumenti di cui stiamo parlando non sono semplici ‘pezzi di stoffa’, ma dei simboli di oppressione, strumenti di una specifica battaglia politica. È anche attraverso il loro sdoganamento in nome di una malintesa libertà individuale, infatti, che l’islam politico cerca oggi di ottenere spazio e visibilità in Europa.   

Maryam Namazie – La sharia nel Regno Unito   
Nel Regno Unito si contano decine di tribunali della sharia perfettamente operanti e scandalosamente tollerati dal governo. Si tratta di un vero e proprio sistema legale parallelo, a cui si rivolgono (più o meno liberamente) i musulmani che vivono in territorio britannico per dirimere soprattutto questioni di diritto 
di famiglia. A farne le spese sono soprattutto le donne, alle quali 
la sharia nega i più elementari diritti di cittadinanza. Forse che 
le cittadine musulmane hanno meno diritti delle altre?

Davanti al tribunale di Allah
Le cittadine britanniche di fede musulmana hanno forse meno diritti delle altre? Così parrebbe a leggere l’agghiacciante sequenza di queste testimonianze, raccolte dall’associazione One Law for All: donne costrette a rivolgersi ai cosiddetti ‘tribunali della sharia’, che operano sul territorio britannico, scandalosamente tollerati dal governo. Donne che scoprono di avere un marito poligamo, che non riescono a divorziare anche in presenza di violenza perché lui non dà l’assenso, che si ritrovano senza casa e senza figli perché i ‘giudici della sharia’ hanno deciso così. Regno Unito, anno domini 2016.

DIALOGO
Ahmet Insel / Can Dündar a cura di Lea Nocera – La Turchia dopo il golpe   
‘Un dono di Dio’. Così lo scorso luglio Recep Tayyip Erdogan ebbe a definire il fallito golpe. E, in effetti, dopo gli arresti di massa, le esecuzioni sommarie, il forsennato attacco alla libertà di espressione e l’ulteriore islamizzazione del paese e delle sue istituzioni, risulta evidente come il presidente abbia voluto cogliere al volo la ghiotta occasione offertagli dagli eventi dell’estate 2016 per distruggere la già fragile democrazia turca. A discutere dell’impasse attuale MicroMega ha invitato due personalità di eccezione: Ahmet Insel, intellettuale ed editore laico e di sinistra, e Can Dündar, giornalista progressista imprigionato dal regime dell’Akp nei mesi scorsi e attualmente in esilio in Germania.

ICEBERG 2 – ecumenismo fondamentalista   
Marco d’Eramo – La ferocia e l’estasi. Fondamentalismi Usa
Il 29 novembre 2015 a Colorado Springs, tre addetti della clinica Planned Parenthood sono stati uccisi dai militanti antiabortisti. Si tratta solo delle ultime vittime dell’ala più fanatica e violenta dei fondamentalisti cristiani americani, divisi in mille sette ma accomunati da cinque credenze che rappresentano i pilastri della loro fede: l’attesa della fine del mondo, l’infallibilità della Bibbia presa alla lettera, l’esperienza del born again, il creazionismo e, appunto, l’antiabortismo.

Daniele Stasi – La Polonia di Radio Maryja
La Polonia, paese dell’Unione europea, è sempre più chiaramente il laboratorio di un fondamentalismo cattolico oltranzista e intollerante. Se è vero, infatti, che la Chiesa ha sempre goduto, negli anni successivi al crollo del regime comunista, di una notevole capacità di influenzare la politica polacca, in seguito all’arrivo al potere della destra nazionalista del Pis si è verificato un vero e proprio salto di qualità. Ne sono chiaro sintomo diverse iniziative legislative dell’attuale governo, oltre a una serie di campagne ideologiche di stampo clerical-reazionario.

Elena Valdameri – La tentazione dell’Hindutva. Estremismo indù e intolleranza in India
L’ideologia della destra nazionalista indù, attualmente al potere nella più grande democrazia del mondo, è imperniata sulla nozione di ‘induità’ (Hindutva). Se l’induismo è una semplice religione, l’induità tende a creare una sovrapposizione fra identità religiosa, etnica e culturale. Ne consegue una visione, che a ragione potremmo chiamare ‘fondamentalismo indù’, la quale esclude dall’appartenenza alla nazione indiana milioni di cittadini 
che, pur vivendo in India, professano un’altra religione.

Danila Berloffa – Massacrare nel nome del Budda   
In Occidente, al buddismo sono normalmente associate le idee di meditazione, pace e non violenza. A partire dall’inizio del decennio in corso, tuttavia, alcune regioni dell’Asia sono state percorse da ondate di violenza settaria fomentate da monaci estremisti e ispirate dall’ideologia del nazionalismo buddista. A caderne vittime, in più occasioni, le minoranze etniche e religiose, in particolare quella musulmana, di paesi come il Myanmar, lo Sri Lanka e la Thailandia.

Giorgio Gomel – Esiste un fondamentalismo nell’ebraismo?   
Israele è nato con un peccato originale: quella sorta di compromesso storico-costituzionale, raggiunto nel maggio del 1948, con cui David Ben-Gurion affrontò il rapporto con la religione ebraica promettendo che il Sabato e i giorni delle festività religiose ebraiche sarebbero stati festivi, che si sarebbe mangiato secondo le norme alimentari ebraiche nelle mense pubbliche, che i tribunali rabbinici sarebbero stati gli unici abilitati a giudicare materie di diritto familiare, che i giovani studenti delle scuole rabbiniche sarebbero stati esentati dal servizio militare. Un errore fatale che ha prodotto la situazione odierna, in cui il sionismo religioso rischia di mettere in serio pericolo la pace e la natura democratica di Israele

Brian Whitaker – Fondamentalisti di tutto il mondo unitevi! (Crociati cristiani col denaro del Qatar musulmano)   
Pecunia non olet, devono aver pensato i gruppi e le associazioni cristiane fondamentaliste occidentali nell’accettare ben volentieri il sostegno economico proveniente dal Qatar, paese in cui la poligamia è legale, il sesso tra gay è un crimine, i matrimoni forzati sono la prassi e i diritti delle donne quotidianamente calpestati. Sostegno che il Qatar fornisce al fine di promuovere l’idea della famiglia tradizionale, battaglia antiliberale e reazionaria che i musulmani e i cristiani più conservatori sembrano pienamente condividere.

CONTROVERSIA
Raffaele Simone – La grande migrazione intercontinentale   
Ospitiamo un saggio che affronta, con posizioni molto diverse da quelle di MicroMega, la questione dell’immigrazione. Perché i flussi migratori si indirizzano principalmente verso l’Europa? Perché le masse di profughi che si accalcano ai nostri confini non si dirigono verso mete più vicine e teoricamente accoglienti? La Russia, ad esempio, o l’Arabia Saudita e gli Emirati arabi? Probabilmente perché “nessuno di quei paesi ha la tradizione di ‘mitezza’ dell’Europa unita, nessuno il suo welfare universale e gratuito, nessuno le sue leggi generose, nessuno i suoi sensi di colpa storici”. Fino a quando però quest’Europa può reggere un’accoglienza indifferenziata e disordinata?

Roberto Toscano – Rifugiati e migranti: miti e realtà   
Quello di un’Europa invasa da profughi e migranti per la sua indole mite e accogliente è un mito, o almeno una verità molto parziale. Ignora, per esempio, il ruolo del capitalismo industriale che, avendo bisogno di manodopera a basso costo, l’ha richiamata dalle aree più povere del pianeta. Non c’è alcun dubbio che oggi il fenomeno abbia subìto un’accelerazione e una crescita in termini di numeri e non c’è anche dubbio che vada gestito. A partire però non da infondati preconcetti, ma da concrete azioni politiche.

SAGGIO
Pierfranco Pellizzetti – Lettere da un mondo alla fine: (1) La genia dei leader inadeguati   
Ormai appare evidente: quelle che per pura comodità continuiamo a chiamare ‘democrazie’ stanno subendo un processo di corrosione dal proprio interno, le cui radici affondano nel periodo thatcheriano e i cui effetti devastanti si scorgono nella politica, nell’economia, nelle relazioni sociali, nei rapporti di lavoro. Un vero e proprio ‘mondo alla fine’, tra le cui macerie ci aggiriamo con la speranza di essere ancora in tempo per evitare il definitivo collasso. Nella prima tappa di questo viaggio nell’imbarbarimento si
analizza il progressivo degrado della classe politica.

(15 novembre 2016)



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