“Mussolini e il fascismo”, in edicola un’agiografia da brividi

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La sera dell’ultimo dell’anno, poco prima del discorso di Napolitano, per poco non mi viene uno stranguglione nel vedere uno spot pubblicitario che riguardava l’uscita in edicola della pubblicazione "Mussolini e il fascismo", che già dalla silouhette (mento "volitivo", elmetto "vincere!") aveva un aspetto sinistro.

Il piano dell’opera ha confermato una presentazione "soft" del ventennio che si inquadra nel revisionismo della figura del figlio del fabbro predappiano, che pure lo aveva chiamato Benito in onore di Benito Juarez, Andrea in onore di Andrea Costa.

Ma ecco come viene inquadrato storicamente l’opera.

"Benito Mussolini, un ex socialista, reduce di guerra, che nel 1919 aveva fondato un partito di estrema destra, diventa capo del governo italiano.

Per oltre vent´anni guiderà l´Italia, influendo profondamente nella vita sociale e politica della nazione.

Arte, cultura, scienza, sport, spettacolo in ogni loro espressione furono pervasi e risentirono dell´ideologia fascista da lui creata, volta a dare anche all´estero l´immagine di un´Italia forte, fiera, pronta a usare la sua forza militare contro tutto quanto si fosse opposto alla sua unità ed espansione.

Record aerei, imprese navali, intervento in Spagna, Africa Orientale, infine l´Impero: tutte occasioni per mostrare quell´audacia e quell´energia, fondamento e motore dell´idea fascista, tesa ad ottenere il rispetto delle altre nazioni.

Furono gli anni del consenso: mai come allora gli italiani si strinsero compatti sotto la guida di un uomo, riconoscendo in lui il loro capo, il condottiero, il Duce.

La cinematografia è l´arma più forte, disse Mussolini, comprendendo fin dall´inizio come il cinema fosse il mezzo più diretto per mostrare al popolo d´Italia la realtà dettata e voluta dal regime.

Durante il ventennio troupes cinematografiche filmarono migliaia di cinegiornali e documentari che permisero a Mussolini di promuovere la sua immagine e quella del suo regime, raggiungendo e coinvolgendo persone anche lontane, cercando così un consenso sempre più vasto.

Propaganda e cultura di massa trovarono così il mezzo più efficace di divulgazione e di condizionamento delle coscienze.

In tutta Italia, nelle sale cinematografiche venivano proiettate le immagini del regime e le sue imponenti realizzazioni: adunate oceaniche, folle osannanti, esercitazioni ginniche e militari, battaglia del grano e bonifiche di terre insalubri, incontri diplomatici, ma anche vita quotidiana, tradizioni, il volto di un´Italia descritta come serena, che lavorava per migliorarsi e modernizzarsi.

Anche sul piano militare i cinegiornali fornirono materiale di propaganda che, attraverso filmati di indubbio valore storico e documentale, diedero del soldato italiano l´immagine del guerriero, difensore e portatore della civiltà italica, l´uomo nuovo: il fascista.

Il Duce fu identificato col potere, ormai totalmente e incondizionatamente suo.
E la sua fu vera dittatura. In politica estera, il progressivo avvicinamento politico e ideologico tra Mussolini e Hitler, portò a un´alleanza tra Italia e Germania che vide le due nazioni combattere fianco a fianco, in un progressivo deteriorarsi dei rapporti e degli equilibri di potere, durante il secondo conflitto mondiale.
Fronte Occidentale, Grecia, Africa, Russia: i cineoperatori mostrarono agli italiani in Patria i soldati impegnati su tutti i teatri di guerra. Ieri filmati di propaganda, ma oggi anche e soprattutto preziosi frammenti storici, indispensabili per cogliere gli eventi bellici nella loro essenza e comprendere i sentimenti che spinsero migliaia di uomini a sacrificare la propria vita per un´idea, per la patria, per l´onore, senza esitazione, su fronti opposti: Repubblica Sociale e Lotta Partigiana. Mussolini fu uomo del suo tempo e ne scandì lo scorrere. Scrisse la storia d´Italia di quel periodo. La storia ancora oggi dibattuta di un paese diverso da quello attuale, un´epoca di transizione e di trasformazione che quest´opera vuole narrare insieme alle sue molteplici contraddizioni."

Non pare esserci alcun cenno "di che lagrime grondi e di che sangue" il "titolare" and all friends, il sangue di Matteotti, Giovanni Amendola, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Carlo e Nello Rosselli e tanti altri.

Viene un brivido a guardare la faccia aperta, pulita, di Carlo Rosselli, e a pensare a coloro che ne ordinarono l’uccisione.

"Giustizia e Libertà; per questo morirono; per questo vivono" (cimitero di Trespiano, Firenze; epigrafe di P. Calamandrei sulla tomba dei Fratelli Rosselli)

Alessandro Nucci

(10 gennaio 2009)



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