Nel Pd scoppia la Binettimania

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di Aurelio Mancuso, da http://blog.libero.it/mancuso/

Finalmente dentro il Pd è passata la tutela del pensiero personale, schiere di omofobi clandestini possono vedere la luce dopo anni di patimenti, discriminazioni, pensieri compressi. Si ha notizia che a Roma sia nato nel giro di poche ore un nuovo Circolo del partito "Meglio Binetti che Froci", cui hanno già assicurato la loro adesione diversi psichiatri e psicologi cattolici impegnati nella dura lotta per la riparazione degli omosessuali fallati. L’onorevole commossa ha dichiarato: "nel Circolo valuteremo la proposta di presentare al più presto un ordine del giorno che impegni il PD a sostenere anche la tortura ad personam per vincere l’orrenda patologia omosessuale". Immediatamente è insorta Rosy Bindi "Rivendico la tradizione popolare del cattolicesimo italiano: le torture devono essere liberamente richieste dall’interessato inviandosi una raccomandata con ricevuta di ritorno!" I democratici eporediesi per non sentirsi esclusi hanno proposto che durante il carnevale i gay e le lesbiche indossino il cappello fucsia, così da poterli colpire agevolmente dai carri. Piero Fassino, che non vuole mai stare zitto, commentando i risultati delle elezioni americane ha rassicurato La Russa e tutto il PD che mai il partito democratico italiano appoggerà il matrimonio gay e che lui fosse stato in California, a titolo personale, avrebbe votato a favore dell’abrogazione. Ma la numerararia dell’Opus Dei non ci sta: " le mie dichiarazioni personali sono più efficaci di quelle di Fassino!" E ha rilanciato "purtroppo negli USA ha vinto quello sporco negro di Barak Obama, appoggiato dalle lobby gay e femministe senza Dio". La Melandri incredula dichiara: "La Binetti sbaglia! Barack si lava tutti i giorni e più volte! Sono davvero sbigottita da queste dichiarazioni personali!" Su alcuni siti pro Binetti si sono aperte le iscrizioni per un altro Circolo tematico PD "Ci piace, personalmente, esser insultati!" promosso dagli ambienti masochisti gay del centro nord italiano. I supporter dell’onorevole, ritenendo insufficiente questo diffuso sostegno, hanno proposto una grande assemblea nazionale per ribadire la legittimità dare la caccia ai froci in ogni dove, senza vincolo di mandato e con il benestare pilatesco del Segretario nazionale. Il programma della serata prevede: la proiezione del film "I bei tempi andati", documentario storico che rievoca le migliori vittorie ottenute sulla patologia omosessuale: dai commoventi auto da fè mediovali, passando per campi di sterminio nazista e concludendo con i gulag sovietici". Voce narrante Chiara Atzori, sul palco ospite d’onore, direttamente dagli States Joseph Nicolosi il magnifico padre della guarigione gay. Livia Turco strozzata dalle proprie lacrime applaude in prima fila, silente come quando non conviene prender posizione. Dietro il palco sono stati legati i laicisti del Pd. La megera Pollastrini tiene per mano Concia e Benedino, e gli è stato appeso al collo un cartello con la scritta: "Personalmente in errore". Il programma si concluderà con l’ostensione di ex luridi omosessuali finalmente guariti o pentiti. Castagneti, Ceccanti, Bobba, Monaco e via cattolicando, invidiosi della ribalta conquistata dalla sorella Paola, indicono un referendum interno al PD; quesito: "Se personalmente Paola Binetti può paragonare l’omosessualità alla pedofilia, possiamo noi proporre la cacciata dei gay dall’Italia, così come santamente fa il Vaticano nei seminari?" La Finocchiaro, nota cuor di leonessa, richiama tutti all’ordine: "Ne insabbiare, né accellerare!" (slogan che gli è rimasto in mente dalla discussione in Senato sui Cus). Sulla moderata gestione del binettismo sovraintende il fedele Tonini, che conosce a menadito tutto il Codice Canonico e l’articolo 7 della Costituzione. Solo a lui, con il consenso del Walter, sarà concesso stabilire chi è compatibile con le sue posizioni personali e lo stare dentro il PD. Alcune sicure regole sono già a disposizione: è vietato personalmente e collettivamente a) criticare il Papa quando attacca i gay, le lesbiche, le donne (solo quelle degli altri), b) criticare Bagnasco quando ritiene giusto guidare moralmente il paese e ricordare che solo la famiglia eterosessuale è lecita; è vietato ricordare gli eccidi perpetrati dalla chiesa nei confronti delle persone gay, donne, poveri, ecc.; è sconsigliato avere posizioni differenti sulla violenza e le discriminazioni nei confronti dei gay, quando la chiesa non è d’accordo. E’ consentito personalmente e diffusamente e con garanzia di difesa: chiamare i gay froci, malati, viziosi, simil pedofili, depravati, responsabili della distruzione dell’istituto familiare.
Che spettacolo Soave!

(7 novembre 2008)



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