Noi, cattolici contrari al crocifisso nei luoghi pubblici
Riceviamoe pubblichiamo questo comunicato stampa delle Comunità Cristiane di Base.
Se una persona, un qualsiasi “povero cristo”, chiede giustizia di fronte a quella che lui sente come una prevaricazione religiosa e confessionale, di fronte cioè all’esibizione del crocifisso negli edifici pubblici, gli organismi dello Stato non possono mettere su un piatto della bilancia la solitudine di quel povero cristo e sull’altro piatto il peso della “stragrande maggioranza” accomunata da una appartenenza religiosa. Devono decidere in base ad altri criteri, quelli del diritto uguale per tutti e quello dell’interesse pubblico.
Questa è laicità.
E’ ciò che ha fatto il giudice spagnolo del tribunale di Valladolid Alejandro Valentin ordinando a una scuola pubblica della città settentrionale di rimuovere i crocifissi affissi alle pareti, malgrado la posizione contraria del consiglio scolastico.
Sono tanti e qualificati i cattolici critici verso l’ostensione pubblica della croce. E non da oggi. Facciamo qualche esempio.
Don Milani, ora in odore di santità, aveva tolto il crocifisso dalla scuola di Barbiana.
Il cattolico senatore Mario Gozzini, promotore della legge che umanizza la carcerazione, nel 1988 scrisse sull’Unità due forti articoli di critica verso i difensori dell’ostensione pubblica della croce.
E oggi sono tante le esperienze di fede cristiana aperte al globalismo dei diritti e alla pace: le comunità di base, tante oscure parrocchie e associazioni cattoliche e confessioni protestanti che condividono la scelta del giudice spagnolo.
Il problema è che il sistema dei media non ne dà notizia, anche se non è mai troppo tardi.
La Segreteria Tecnica Nazionale delle CdB italiane
(30 novembre 2008)
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.