Noi Siamo Chiesa ai vescovi: Avvenire sia quotidiano di tutti i cattolici
Pubblichiamo il testo della lettera inviata da Vittorio Bellavite, portavoce di “Noi Siamo Chiesa”, al Consiglio Episcopale Permanente della CEI e al Consiglio d’amministrazione dell’Avvenire, per chiedere una svolta nell’orientamento del quotidiano cattolico.
Ai vescovi del Consiglio Episcopale Permanente della CEI, e ai sigg. membri del Consiglio d’Amministrazione di Avvenire, tra pochi giorni vi riunirete anche per affrontare i problemi di Avvenire, dopo le ben note vicende, e per decidere la scelta del nuovo direttore del quotidiano.
Si tratta di una scelta assai indicativa per il tipo di presenza, in Italia, della nostra Chiesa. E’ per questo che ci permettiamo di fare presente le nostre osservazioni che sappiamo essere condivise da un’area abbastanza vasta del nostro popolo cristiano. Più volte, in questi anni, da varie parti si è espresso malessere perché – salvo rare eccezioni – Avvenire è stato aperto solo ad un certo tipo di sensibilità, politica ed ecclesiale, presente nel nostro popolo, e non ad altre e diverse. In particolare, sui temi legati alla bioetica, alle problematiche della sessualità, alle leggi dello Stato riguardanti tali argomenti, alle questioni connesse con il Concordato (ottopermille, insegnamento della religione cattolica nelle scuole, status di tali insegnanti…) Avvenire non ha mai aperto un vero dibattito, e la sua linea – negli editoriali e nei servizi – ha praticamente sempre proposto e difeso una unica prospettiva. Ugualmente il suo orientamento politico è sembrato orientarsi quasi sempre in una sola direzione, quello degli orientamenti moderati presenti nella nostra società.
In tal modo il giornale – che, pur essendo "di" cattolici, ha teso spesso a presentarsi come "dei" cattolici italiani – ha nascosto la ricchezza di idee, di opinioni, di proposte che percorrono il tessuto delle parrocchie e delle organizzazioni ecclesiali (ufficiali, ufficiose o di base), ed ha così oscurato molte voci, anch’esse significative per esprimere la vita che percorre il "popolo di Dio" nel nostro paese. Questa linea ha da tempo avuto, come conseguenza, l’allontanamento di molti lettori.
Noi riteniamo che questa linea sia stata sbagliata per il passato, e lo sia, se verrà riproposta.
La scelta del nuovo direttore è un’occasione importante che voi avete per decidere se Avvenire debba sforzarsi di dare pari dignità alle variegate voci della Chiesa cattolica italiana, oppure solo ad una di esse.
Un fraterno saluto
Roma 14 settembre 2009
NOI SIAMO CHIESA
(19 settembre 2009)
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