Noi Siamo Chiesa: “Contro lo spettacolo di Castellucci una campagna intollerante e identitaria”

Vittorio Bellavite

, portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa”

La stampa, non solo locale, informa ampiamente in questi giorni della grande gazzarra che gli ultras della destra cattolica stanno organizzando contro la rappresentazione al Teatro Parenti di Milano de “Sul concetto del volto di Dio”. Questa piccola parte del mondo cattolico – non c’è neanche bisogno di ricordarlo – si colloca, per propria volontà, fuori o ai margini di una Chiesa che ha, e che dovrebbe maggiormente avere, il messaggio di ascolto e di pluralismo del Concilio Vaticano II come proprio fondamentale punto di riferimento.

“Noi Siamo Chiesa”, il movimento per la riforma della Chiesa cattolica che coordino, è meravigliato e dispiaciuto che queste proteste trovino a priori ascolto sia da parte dell’arcivescovado di Milano che da parte del Vaticano nelle dichiarazioni diffuse rispettivamente il 14 e il 19 gennaio.

La direttrice del teatro Andrée Ruth Shammah e il regista Romeo Castellucci hanno fatto ampie e ripetute affermazioni sul fatto che lo spettacolo non è irrispettoso della fede ma anzi “profondamente cristiano”, auspicando un “dialogo costruttivo, nel rispetto reciproco” in una “città che ha sempre rappresentato il pensiero illuminato, la religiosità alta, il dialogo e l’apertura”. Mi meraviglio che le autorità ecclesiastiche non abbiano tenuto in adeguata considerazione queste dichiarazioni prima di esprimersi in termini critici nei confronti dello spettacolo. Si ha l’impressione che si accetti, senza un preventivo riscontro diretto, una campagna intollerante e identitaria che poco ha a che fare con un rapporto sereno con l’opinione pubblica avente unico scopo di annunciare il Vangelo di Gesù.

Ho comunicato alla Curia di Milano le nostre riserve sul comunicato da essa diffuso il 14 gennaio in cui si bacchetta il teatro Franco Parenti. Io ed altri amici andremo a vedere lo spettacolo, prima di esprimere opinioni di merito, che, ovviamente, potrebbero essere anche critiche.

Invito comunque la direttrice e il regista a non lasciarsi intimidire e a non rinviare né tantomeno sospendere lo spettacolo.

(25 gennaio 2012)

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