“Noi siamo Chiesa” sul battesimo di Allam
Il battesimo di Magdi Allam da parte di Benedetto XVI durante la Veglia pasquale trasmessa in mondovisione ha suscitato un profondo disagio in molta parte del mondo cattolico. A me ricorda lo sbigottimento seguito alla proibizione dei funerali religiosi a Piergiorgio Welby.
Le mie riflessioni, e quelle di tanti altri, sono relative alle modalità mediatiche di questo battesimo, volute e molto bene organizzate, del tutto lontane dalla riservatezza e dalla profonda spiritualità richiesta da un atto come quello del battesimo così legato alla coscienza del catecumeno ed alla comunità locale, la parrocchia, luogo proprio per l’ingresso nella comunità dei credenti.
La mia sofferenza, e quella di tanti altri, è dovuta al fatto che si è voluto esibire il messaggio della possibile conversione dall’islam al cristianesimo con persona notissima per le sue posizioni reazionarie in materia di islam da lui considerato in blocco come fondamentalista e contro il quale da tempo fa campagna insistente e pesante dalle pagine del primo quotidiano del nostro paese. Anche la lettera dello stesso Magdi Allam pubblicata sul “Corriere”, in contemporanea al battesimo, conferma ed approfondisce le caratteristiche della sua scelta di fede (pur, ovviamente, in sè più che legittima) ed indica anche che egli si è collegato agli ambienti cattolici poco simpatizzanti del Concilio Vaticano II ed, in particolare, a Comunione e Liberazione. E’questo forse un segnale di dialogo nei confronti dell’islam? O piuttosto non è un pesante dispetto che si intreccia, in modo del tutto contraddittorio, con il dialogo che pure si vuole stabilire, per esempio, con i 138 saggi dell’islam, autori della ben nota lettera al Papa?
E’ mai possibile che il Papa non fosse consapevole della gravità della sua scelta di amministrare questo battesimo in questo modo? Le reazioni potevano essere previste: disagio e disorientamento, a quanto si capisce, ci sono nella stessa curia vaticana mentre i media arabi sono stati esplicitamente critici. E Aref Ali Nayed, ispiratore della Lettera dei 138, ha diffuso un commento molto duro. Di qui la necessità di fare in parte marcia indietro (come testimonia il confronto tra le due dichiarazioni del direttore della sala stampa della S.Sede del 23 e del 27 marzo).
Al nostro nuovo fratello in Cristo Magdi Cristiano Allam vorrei proporre di avvicinarsi meglio al messaggio di pace e di fraternità del Vangelo nei confronti di tutte le fedi e di tutte le culture e di praticare la sua fede in modo sommesso e non esibito.
Vittorio Bellavite
(29 marzo 2008)
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.