Nicola Piovani: Non è il tempo per i distinguo
C’è un tempo per tutto: questa vigilia elettorale non è il tempo per i distinguo e le sottigliezze. Voterò Partito Democratico perché non vinca – o almeno non stravinca – il partito Brambilla, punto.
Se entrassimo nel merito, tanti sarebbero gli argomenti da mettere sul tavolo, e non tutti gradevoli. Uno in particolare mi sta a cuore: sono convinto che uno dei mali che hanno corroso l’Italia moderna, forze progressiste comprese – forse non solo l’Italia – è il narcisismo mediatico. È un virus totalmente trasversale, che non ha risparmiato nessuna latitudine ideologica. Tranne poche benedette eccezioni, l’“Io” ha preso il posto del “Noi”; alcuni partiti, grandi e piccoli, hanno ormai nome e cognome. I cosiddetti leader, tutte le sere nei Tg sfoggiano brillantine, tinture, cravatte, cashmere, e godono di una esposizione d’immagine che Marlon Brando se la sognava. Quasi nessuno è stato risparmiato da questa peronospera; quasi nessuno, ma in quel “quasi”, come sempre, si nasconde la sopravvivenza di un piccolo ottimismo speranzoso. Se vi è capitato di partecipare a qualche riunione organizzativa dei girotondi, sapete bene cosa può essere l’individualismo narcisistico.
Se entrassimo nel merito…
Ma non è questo il momento di entrare nei meriti e nelle colpe. Ora voglio solo sperare che il 13 Aprile non sia una Caporetto, anche se probabilmente non sarà una Vittorio Veneto. Per questo voterò, senza remore, Walter Veltroni.
(venerdì 21 marzo 2008)
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