Norme chiare contro queste violenze
di Simona Argentieri e Jacqueline Mehler Amati
Ricordo ancora sul mio corpo – per tanto meno – il senso di ribellione, mortificazione e ingiustizia causato dall’obbligo che mi veniva imposto quando ero ancora bambina di portare i vestiti con le maniche almeno fino al gomito, per nascondere le ascelle considerate potenzialmente scandalose.
Ho quindi un rifiuto assoluto per tutte le norme crudeli e ottuse che impongono alle donne veli o pezze o addobbi di qualsiasi foggia che ne sacrifichino la libertà del movimento e dell’immagine.
Non mi convince affatto l’obiezione che talora sono le ragazze stesse a difendere la tradizione del velo ed a rivendicare la "libertà" di esibirlo; sappiamo bene purtroppo che quando si è in una condizione di debolezza, quando non si è in grado di rovesciare le logiche del potere, "l’identificazione con l’aggressore", il dichiarare a livello conscio il proprio consenso con che ci opprime sono l’estremo adattamento per limitare la propria sofferenza. E’ su tale meccanismo che si basa il masochismo inconscio supposto "naturale" del sesso femminile nei secoli. Infatti, le più feroci custodi di costumi contro il loro sesso sono spesso proprio le donne, trasformate così da vittime in complici.
Mi sembra quindi che il rispetto acritico da parte dell’Italia o di altri paesi nei confronti di tali costumi sarebbe una forma di ambiguità e di collusione, usando l’ideologia a spese altrui per mascherare il nostro poco coraggio.
Nei singoli casi capisco che si possa praticare il compromesso, il negoziato, il buon senso; ma uno stato o un’istituzione non possono rinunciare a contrastare tali violenze simboliche con norme chiare e ferme.
Penso semmai che tutte queste polemiche potrebbero poi andare utilmente al servizio dell’autocritica, rivolgendo anche a noi stessi e alle nostre contraddizioni di popoli supponenti uno sguardo meno distratto e pseudo-tollerante; ad esempio in ordine alle vesti e ai copricapo delle suore e – perchè no – alla moda che infligge agli uomini occidentali anche d’estate la mini-tortura senza senso di giacca e cravatta.
(5 novembre 2008)
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