Nuovo Concistoro, Noi Siamo Chiesa: Nessuno spazio per il pluralismo

Vittorio Bellavite

, portavoce nazionale di Noi Siamo Chiesa

L’analisi dell’elenco dei nuovi cardinali suscita una prima sorpresa: il numero dei curiali. Essi sono ben dieci su venti aventi diritto al voto in Conclave; tra di loro l’unico che spicca, per personalità e credibilità al di fuori dell’apparato vaticano, è quello di Gianfranco Ravasi, noto biblista e uomo dalla vasta cultura. Altre scelte servono soprattutto a enfatizzare gli orientamenti teologici e pastorali di Benedetto XVI. Infatti, che senso diverso potrebbe avere la nomina di due oltre ultraottantenni come Walter Brandmüller, noto sostenitore del “continuismo” del Concilio Vaticano II nella storia della Chiesa (in polemica diretta con la scuola di Bologna di Alberigo) e di Elio Sgreccia, il sostenitore delle posizioni più oltranziste in materia di bioetica? e che senso ha la nomina dell’Ordinario militare spagnolo emerito, pure oltre ultraottantenne ?.

Mons. Albert M. Ranijth invece, nuovo cardinale di Colombo (Sri Lanka) è stato segretario della Congregazione per il Clero ed è stato uno dei maggiori protagonisti della apertura ai lefebvriani e quindi della “controriforma” liturgica di Ratzinger. Due nuovi cardinali, quello di Quito e quello di Lusaka sono già arcivescovi emeriti delle rispettive diocesi. Che senso ha nominarli?

Alcune nomine in diocesi importanti nel mondo erano invece attese e fanno parte della routine ecclesiastica. Però non si capisce perché la più grande nazione cattolica del mondo, il Brasile, abbia avuto la nomina di un solo cardinale, Raymundo Damasceno, ostile alla teologia della liberazione, e non siano stati nominati gli arcivescovi di Rio e di Brasilia. E perché non ha avuto, secondo tradizione, la porpora il segretario generale del Sinodo Nicola Eterovic ? E’ forse stato un segnale di scarso interesse per il sinodo dei vescovi, che, per quanto del tutto insufficiente, è l’unico organo di consultazione ora esistente?

Complessivamente il prossimo concistoro da segnali negativi soprattutto per quanto riguarda l’ulteriore accentramento del governo della Chiesa nella Curia e per quanto riguarda l’ulteriore conferma, se ce ne fosse stato il bisogno, delle posizioni del pontificato. Esse non aiutano la Chiesa cattolica ad affrontare positivamente i problemi che essa ha nel rapporto con la modernità, nei rapporti ecumenici e per quanto riguarda una prassi pastorale, gestita in modo comunitario, attenta ai gravi problemi della povertà, del rapporto tra Nord e Sud del mondo, e della giustizia fondata sulla pace.

(21 ottobre 2010)

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