Pax Christi: Svuotare gli arsenali e votare per la pace

Giovanni Giudici

Il vescovo Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi, interviene in vista delle elezioni ricordando alcune priorità: pace, nonviolenza, disarmo, stop agli F35 e all’export delle armi alla luce della Costituzione e dei 50 anni della Pacem in terris, chiedendo ai candidati di impegnarsi per il bene comune, cioè la vita di tutti e di ciascuno.

, da paxchristi.it

Convinti che la pace è un bene primario e supremo da invocare e per cui adoperarsi instancabilmente (Beati gli operatori di pace);

ricordando i 50anni dell’Enciclica Pacem in terris, che definisce la guerra “alienum est a ratione” (cioè una follia); in prossimità della scadenza elettorale, Pax Christi Italia, chiede a tutti gli elettori che si apprestano a dare il loro voto per il rinnovo del Parlamento, di includere tra le priorità su cui effettueranno la loro scelta: Un chiaro impegno per la pace, la nonviolenza e il “ripudio della guerra”, come dichiara l’art. 11 della nostra Costituzione.

La riduzione delle spese militari a partire dalla sospensione del progetto dei caccia F35, strumenti di morte che sottraggono ingenti risorse (quasi 15 miliardi di euro) ad altri bisogni vitali della gente. Le armi uccidono anche se non vengono usate!

La cancellazione della “riforma dello strumento militare italiano” approvata lo scorso mese di dicembre.

Uno stop alla corsa al riarmo, in forte aumento nell’Unione Europea, e un “no” alla vendita di armi, aumentata del 18% nel 2012, e indirizzata specialmente a Paesi in guerra come quelli del Medio Oriente, nonostante la legge 185/90.

“Di fronte alle crescenti differenze tra pochi, sempre più ricchi, e molti irrimediabilmente più poveri” (Benedetto XVI al Corpo diplomatico, 7 gennaio 2013), di fronte alle numerose guerre che seminano ancora oggi distruzione e morte in tante parti del mondo, riteniamo importante ribadire “un SI alla vita, e un NO alla guerra… sconfitta dell’umanità” (Giovanni Paolo II al Corpo diplomatico, 13 gennaio 2003).

Come cittadini e come credenti, chiediamo ai candidati un esplicito impegno anche su queste scelte che sentiamo qualificanti per un programma che abbia davvero a cuore il bene comune, cioè la vita di tutti e di ciascuno.

(17 gennaio 2013)



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