Perchè hanno paura di “Shooting Silvio”

MicroMega

di Roberto Silvestri, da ilmanifesto.it

La pay-tv Sky, per un accordo con l’Anica, società dei produttori cinematografici italiani ( che pretese certe regole a garanzia della concessione), deve trasmettere tutti i film di nazionalità italiana che nelle sale hanno superato, con tanto di certificazione Siae, la soglia dei 20 mila biglietti venduti.

‘Shooting Silvio’, diretto dall’esordiente Berardo Carboni, grotteso dedicato a un magnate politico troppo potente, che per capirci meglio è una sorta di Taksin Shinawatra italiano, li ha superati, quei 20 mila ingressi paganti. E Sky è stata costretta, si scusa oggi, a programmare l’altro ieri il film che ha fatto infuriare alcuni disarmati cinefili del Pdl. Che invece di apprezzare, come altri, la diffusione di opere grondanti clips di repertorio contenti le celebri performances che hanno reso leader nazionale vincente questo eccentrico simpaticone famoso nel mondo, e che oltretutto ha un evidente messaggio gratificante per il Pdl (il folle ‘tirannicida’ è proprio vittima dell’ incapacità politica da parte del centro sinistra e della sinistra-sinistra di contrapporsi egemoni a un avversario così abile e astuto, gran conoscitore della ‘pancia segreta degli italiani), hanno strepitato.

E contestato un’opera che ha anche goduto di recensioni lusinghiere dalla stampa specializzata mondiale (perfino ‘Variety’ del 30 aprile 2007) e di molte proiezioni in festival e cineclub (che forse, oggi tremeranno…). Ora Sky dice che cambierà sistema. Ma non dovrebbe chiedere controgaranzia di mercato per programmare opere a standard internazionale, dunque critiche e ambigue come questa (tutte le opere d’arte lo sono, se no sarebbero ‘propaganda’).

Sarebbe di buon gusto, vorrebbe dire ‘essere dotati di senso del limite’ programmare più spesso film di questo tipo in tv, satire politicamente vispe come il ‘Caimano’ o doc di profondità come ’Il sol del’avvenire’, invece di un flusso continuo di sceneggiati-varietà-talk show da cane di Pavlov, tutti identici quanto a ’sistema emozionale’ e martellanti valori ideologi al bromuro. E qui siamo davvero nel campo del ‘cattivo gusto’, del ‘pessimo stile’, del ‘diseducativo’, dell’ ‘offensiva mediatica’, della ‘pessima televisione’, della ‘libertà di espressione’ negata. Tutti concetti che i nemici di’ Shooting Silvio’ hanno invece adoperato e rovesciato contro Sky ieri. Però.

Sky cresce nell’audience, e fa sempre più paura al ‘mondo mediaset’. Dunque, per la proprietà transitiva, sta mandando in tilt anche il sistema psiconervoso già debole, del Pdl, che è anche una sorta di potente emittente tv parlamentare, con tanto di vallette, veline, star sexy e di una gang di imitatori di Emilio Fede, attivati per attirare i (proprii) media sempre e solo sul reato di lesa maestà dell’incriticabile dittatore dello stato libero Mediaset. Del leader offeso hanno preso le difese Beatrice Lorenzin (il film sarebbe ‘un inno alla violenza’, ‘un’incitamento implicito a azioni efferate contro l’uomo e contro il presidente del consiglio Silvio Berlusconi”), Nunzia Di Girolamo,che tira in ballo pure Santoro e l’Abruzzo e la “sinistra più violenta” (ci chiediamo: tutta l’altra è solo “meno violenta”?, e che aspettano i magistrati a mettere fuorilegge un’opposizione ‘tutta violenta’?), Piero Testoni e il senatore Francesco Casoli che del Pdl è addittura vicepresidente del gruppo parlamentale. Tutti parlano di caduta di stile, di cattivo gusto da parte di Sky. Ma sono sicuro che non si riferiscono alla recitazione di Alessandro Haber quanto all’apparizione, a un tratto, del diavolo in persona, a Marco Travaglio, il liberale considerato più violento perfino di Santoro e Vauro e che, prima o poi, verrà esorcizzato con l’aglio.

(16 aprile 2009)



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