Perché “lodo Alfano” non è giusto

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"Lodo Alfano!" proclamò entusiasta il presidente del consiglio apparendo in TV. Era un chiaro invito affinché tutti lodassero Alfano. Prima di pronunciarsi il presidente della Repubblica chiese ai suoi consiglieri che tipo fosse questo Alfano, se anche lui poteva lodarlo oppure no. Non voleva uscire dalla normale e feconda dialettica politica aprendo un confronto con il capo del governo se non c’erano motivi seri.
I consiglieri, fatte le opportune ricerche, gli riferirono che Alfano non aveva mai rubato soldi alla mamma, ne’ era stato implicato in fatti di sangue, storie di sesso, droga o gioco d’azzardo; per di più era laureato all’Università Cattolica del Sacro Cuore e si chiamava Angiolino.
Era dunque uno dei pochi casi in cui il capo del governo lodava qualcuno che sembrava una persona perbene e il presidente della Repubblica poteva tranquillamente dichiarare anche lui: "Lodo Alfano". Così avvenne con grande soddisfazione di Angelino Alfano e del presidente del consiglio che lo aveva scoperto per primo.
Purtroppo quel "Lodo Alfano" indispettì molti cittadini che gridarono all’ingiustizia. Perché lodare soltanto Alfano e non altri con cognomi diversi? Alcune centinaia di non lodati, avviarono una "class action" davanti ai una corte specializzata.
Dopo un lungo dibattito la corte sentenziò che quella dichiarazione, fatta ufficialmente dai vertici dello stato e del governo, violava l’articolo tre della Costituzione, secondo il quale "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale" e, dunque, hanno uguale diritto alle lodi.
Il presidente della Repubblica, ufficialmente custode della Costituzione, prese atto di un giudizio così autorevole e inviò un messaggio agli italiani a reti unificate, nel quale dichiarava: "…con la certezza di interpretare anche la volontà del capo del Governo, lodo Alfano, ma insieme lodo Barigazzi, lodo Barrocci, lodo Bianchi, lodo Cappelli, lodo Dondolini, lodo Polidoro, lodo Starnacchia, lodo Tombolini," e proseguì per oltre un’ora perché i promotori della "class action", tutti da lodare, erano parecchi.

(8 ottobre 2008)



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