Perché non possiamo non dirci anticlericali

Carlo Troilo

Con un piccola variazione al titolo di un famoso libro di Benedetto Croce (“Perché non possiamo non dirci cristiani”), cerco di spiegare le ragioni del mio anticlericalismo, che talora mi viene contestato anche da esponenti Radicali o della Associazione Coscioni, con la quale collaboro da oltre dieci anni: un anticlericalismo che non mi impedisce assolutamente di apprezzare la fede sincera né di essere amico ed estimatore di tanti “cattolici veri”.

Non vado indietro nel tempo perché servirebbe troppo spazio per ricordare le Crociate, la Controriforma, l’Inquisizione, Galileo e Giordano Bruno ed altre vergogne nella bimillenaria storia della Chiesa. Mi limito alle vicende che ho vissuto da che sono al mondo, vale a dire negli ultimi 80 anni. E che mi hanno convinto che avere in Italia la sede del Vaticano è una grande sventura.

Ed ecco alcuni perché:

1)    Il Vaticano non contrastò la dittatura fascista in Italia e negli altri Paesi europei. Indimenticabili le felicitazioni di papa Pio XI a Francisco Franco dopo la sua vittoria nella guerra civile e la benedizione dei gagliardetti delle truppe italiane che partivano per andare a sterminare le popolazioni dei paesi africani da colonizzare. Anche in occasione delle leggi razziali, Pio XII si limitò ad una protesta, senza il coraggio di un gesto clamoroso (se non allora, quando?), come sarebbe stata una visita di solidarietà al Ghetto dopo la retata del 16 ottobre ’43. Tanto meno ebbe il coraggio di “scomunicare” Hitler per la strage degli ebrei, di cui il Papa – per tanti anni Nunzio Apostolico in Germania – era certamente al corrente.

2)    Nel dopoguerra, la Chiesa – sia pure non ufficialmente ma attraverso gli articoli di “Civiltà Cattolica” – si schierò a favore della monarchia nel referendum del 2 giugno 1946 e successivamente arrivò alla scelta folle di “scomunicare” chiunque votasse per il Partito Comunista.

3)    In nessun altro paese cattolico si è registrata una ingerenza così continua e pesante delle gerarchie ecclesiastiche, che sistematicamente hanno combattuto e combattono tutte le faticose conquiste nel campo dei diritti civili (dal divorzio all’aborto, dalle unioni civili al testamento biologico, per citare solo i temi principali).

4)    Alcune vicende recenti – che ho vissuto direttamente – sono particolarmente vergognose. Ne cito due in particolare, tutte e due con protagonista il Cardinale Ruini, presidente della CEI: la dura “discesa in campo” contro il referendum abrogativo della legge 40 sulla procreazione assistita e dei suoi disumani divieti; il rifiuto dei funerali religiosi a Piergiorgio Welby, chiesti dalla moglie Mina e dai familiari, tutti cattolici osservanti, negli stessi giorni in cui diversi Cardinali assistevano, nella Cattedrale di Santiago del Cile, alle solenni esequie di Augusto Pinochet, uno dei peggiori boia del secolo scorso.

Gli amici che criticano il mio anticlericalismo mi fanno presente il diverso atteggiamento di Papa Bergoglio e le sue aperture sui “temi etici”. Sono realtà che io non ignoro ed anzi apprezzo. Tuttavia contesto due cose.

La prima è che le alte gerarchie ignorano le aperture del Papa ed anzi le contraddicono sistematicamente. L’ultimo episodio è quello delle dichiarazioni del Papa sull’accanimento terapeutico, che hanno contribuito a “sboccare” l’iter della legge sul biotestamento, non fosse che per il momento in cui esse sono state rilasciate. Eppure, la sera stessa Monsignor Paglia era in tv a minimizzare il valore della uscita del Papa (“roba vecchia”). Io l’ho visto sul TG1 delle ore venti, ma probabilmente era “ a reti unificate”, in una televisione come quella italiana, pubblica e privata, che sempre più somiglia a Radio Maria. Perché il Papa lascia fare? Perché consente che le sue posizioni siano sistematicamente contraddette dalle alte gerarchie?

Il secondo motivo di critica riguarda l’incoerenza fra “le cose che dice” il Papa e quelle che lui stesso e le gerarchie fanno o consentono che vengano fatte da altri.

Faccio solo due esempi.

Il primo: io ho molto apprezzato le posizioni del Papa sugli immigrati. In particolare, mi sono illuso quando egli ha preso un impegno concreto e verificabile: ogni parrocchia accoglierà una famiglia di profughi. Così, le 25mila parrocchie italiane avrebbero ospitato circa 100 mila immigrati, dando un contributo importante alla soluzione del problema (oltre che un esempio alle istituzioni “secolari”: Stato ed enti locali). Il fatto è che niente di questo è avvenuto, quelle del Papa sono rimaste parole al vento su cui il Pontefice non ha ritenuto di tornare.

Con il secondo esempio, vengo alla stretta attualità. Gli abusi sessuali – ha detto il Papa in tutte le sedi – sono “una rovina terribile per tutta l’umanità”. Ed ha aggiunto: "Anche un solo abuso basta ad una condanna senza appello e mai firmerò una grazia per questo tipo di colpa". Su questo tema Papa Bergoglio si è contraddetto in modo gravissimo, inspiegabile ed imperdonabile.

La prima volta quando ha posto a capo delle finanze vaticane il Cardinale australiano George Pell, già notissimo all’epoca come grande protettore dei preti pedofili. Pell ha lasciato il suo incarico dopo diversi anni, solo quando sono emerse accuse dirette di pedofilia a suo carico e le autorità australiane hanno finalmente ottenuto la sua estradizione.

Il secondo episodio del genere si è verificato di recente a Roma, dove il Papa ha presenziato ai funerali del Cardinale americano Bernard Law, altro grande protettore di preti pedofili, reso tristemente famoso dal film “Spotlight”. I funerali si sono svolti nella basilica di San Pietro, con tutti i cardinali presenti a Roma, diversi ambasciatori, tra cui la nuova ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Callista Gingrich, e mezza Curia, con in testa il segretario di Stato, Pietro Parolin.
Queste vicende lasciano talmente sbalorditi che si tende a dimenticare altre contraddizioni “fra il dire e il fare” del Papa gesuita. Cito solo la vicenda del Cardinale Bertone e del suo attico, ristrutturato grazie anche ad una forte somma sottratta ai piccoli malati dell’ospedale Bambin Gesù.

Dinanzi a queste inconfutabili realtà, come si fa a non essere anticlericali? Solo allo stesso modo in cui si poteva non essere antifascisti quando il Duce mandava al massacro i soldati italiani o gli ebrei del Ghetto di Roma: chiudendo gli occhi dinanzi alla realtà. Non si può. O almeno, io non posso.

P.S. Il primo giorno in cui ho fruito del mio abbonamento online al Corriere della Sera, ho pensato di avere le allucinazioni: prima che si aprisse sullo schermo del computer la prima pagina del quotidiano, ho visto apparire (e sparire dopo pochi secondi) una figura tutta bianca che mi pare indubbiamente quella di Papa Bergoglio. Ed ho pensato a come si rivolterebbero nella tomba Luigi Albertini e Mario Borsa.

(13 gennaio 2018)



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