Pietro Lubrano
Studente in Teoria della comunicazione, facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Roma Tre
1) Una delle accuse che vengono rivolte dai sostenitori della “riforma” Gelmini (ammesso che di riforma si possa parlare) al movimento di protesta è quella di rappresentare interessi corporativi ed esprimere istanze conservatrici. E’ una critica fondata secondo te? Se si/no perché? Qual è l’idea di scuola e di un’università che questo movimento esprime? Quali sono le direttici di riforma che – se pur confusamente, come non potrebbe essere diversamente visto il carattere multiforme e composito del movimento – questa protesta tende a delineare?
Non è una critica fondata. L’idea di università del movimento non rispecchia assolutamente l’università attuale. Il movimento mette in discussione tutte le riforme fin qui fatte, è contro il 3+2 e il sistema dei crediti, vuole rimuovere i baronati e il numero chiuso, difendere il diritto allo studio e l’università pubblica, non il sistema attuale. Vogliamo che l’accesso al sapere e al lavoro sia possibile per tutti e tutte, anche per chi non può permettersi il modello Luiss.
2) Al di là delle strumentali posizioni sostenute dal governo, è oggettivamente difficile difendere la scuola, ma soprattutto l’università, così come sono oggi. Quest’ultima è il regno della gerontocrazia, dell’immobilismo, del feudalesimo accademico, della totale mancanza di meritocrazia. Quali sono secondo te le linee su cui dovrebbe essere impostata una “riforma organica” del sistema formativo e della ricerca?
Quali provvedimenti concreti si potrebbero adottare per migliorare le cose? Es. diverse regole per i concorsi, per l’assegnazione dei fondi, revisione delle lauree 3+2 e del sistema dei crediti, commissioni internazionali per la ricerca, nuovo sistema per la definizione degli insegnamenti, ecc…
Investire sui giovani, sui talenti e aumentare i fondi alla ricerca e alla formazione anzichè tagliare e uccidere l’università. Valutazione, merito, etica e preparazione per chi decide, per chi insegna e per chi studia. Nessuna distinzione in ceti, nessuna casta privilegiata, una grande riforma del sistema universitario che stravolga quello attuale.
Meglio una laurea che vale piuttosto che due che non valgono niente; meglio accorpare i crediti, se proprio devono rimanere, in esami da almeno 8 crediti, invece degli attuali esami da 4 e 6 crediti tanto cari ai baroni che si spezzettano il lavoro e creano potere e fanno gli interessi di librerie, amici e parenti di alcuni docenti.
3) Vista l’assoluta trasversalità di questo movimento, che riunisce praticamente tutte le figure del variegato sistema formativo italiano (studenti, insegnati, maestre, dottorandi, ricercatori precari, professori di ogni ordine e grado) è possibile che esso trovi la forza e la “maturità politica” per districarsi tra interessi che possono rivelarsi anche molto contrastanti tra loro se posti di fronte a proposte concrete di riforma? Ogni seria riforma – e per essere seria non può che porsi come obiettivo anche quello di rimescolare rapporti di forza consolidati da decenni – tende a toccare interessi molto concreti. Così come si è configurato questo movimento, può fare i conti con queste sfide? Ne è all’altezza? Quali interessi corporativi è disposto a colpire?
La situazione di precariato diffuso e l’allarme crisi sono riusciti ad accelerare la maturità del movimento. E’ proprio vero che l’umanità a volte tende a reagire ed aprire gli occhi solo con una catastrofe alle porte! E’ successo con la crisi negli Stati Uniti, che ha aiutato Obama a vincere e gli americani a capire da chi erano governati. Sta iniziando a succedere lo stesso anche in Italia. Forse qualcuno in più sta capendo di essere raggirato e sfruttato da chi detiene il potere e giustamente è incazzato. Penso che siamo all’inizio di una grande esplosione di verità anche qua, almeno tra i giovani dell’Onda di sicuro la convinzione è questa. Abbiamo capito che se non ce lo riprendiamo noi il futuro, e al più presto possibile, questi non ce lo ridanno più. E’ un pò come se la terra fosse attaccata dagli alieni e l’umanità trovasse l’unione e la pace per difendere il pianeta. Si ragiona di più davanti al pericolo e all’evidenza. C’è ancora chi davanti all’evidenza non ha ancora aperto gli occhi o è complice di questo terribile gioco, ma davanti al pericolo forse inizierà a ragionare sempre più gente. La speranza e la covinzione è che presto la primavera arriverà.
4) Il governo – scottato dal crollo dei consensi che la protesta universitaria ha provocato – sembra voler procedere con maggiore prudenza nella riforma dell’università. Dopo una prima fase di straordinaria mobilitazione, riuscirà il movimento a mantenere alta la tensione e il coinvolgimento delle persone? Quali sono gli obiettivi di medio termine che dovrebbe porsi? Come dovrebbe procedere la mobilitazione? Quali idee concrete possono essere messe in campo per proseguire la lotta?
Sicuramente la vera sfida è continuare a smuovere il consenso, toccare l’opinione pubblica, diffondere verità e fare informazione. Non solo andare avanti con la mobilitazione fino al ritiro della 133 per vincere questa lotta come gli studenti francesi contro il cpe, ma tenere alta l’attenzione della gente, continuando ad andare nelle piazze, a bloccare il sistema, ad occuparci del nostro futuro attivamente. Siamo futuri lavoratori e con i lavoratori condividiamo l’incertezza e la precarietà, la rabbia e la volontà di riprenderci il nostro futuro, che un sistema di potere ingiusto e diabolico ci nega.
Andare nelle strade e tenere aperte le università. Creare una rete, organizzare eventi ed azioni, dimostrare con l’aiuto di chi ci appoggia, artisti, docenti, lavoratori, media (pochi) chi ha torto e chi ha ragione, chi dice la verità e chi prende in giro gli italiani.
E’ stato molto bello e utile l’incontro con Travaglio che da noi a lettere a Romatre ha inaugurato l’anno accademico con una lezione sulla p2. Mercoledi ospiteremo Barbacetto che ci parlerà di Gladio. Credo che questi siano momenti davvero importanti e utili per gli studenti e per la gente che spesso si fossilizza sul pensiero unico imposto dalle tv e dai giornali del padrone. Tante iniziative verranno proposte, sentiamo molto la data del 12 dicembre, che oltre ad evocare spettri da un passato non cosi distante, è il giorno dello sciopero generale.
5) Si è discusso molto sulla presunta “apoliticità” del movimento. E’ una lettura realistica e soddisfacente secondo te? Secondo te si tratta veramente di un movimento apolitico o forse è più che altro un movimento “apartitico”? Quali aspetti – se ve ne sono – ne determinano la “politicità”? Questo superamento delle tradizionali collocazioni – se c’è stato – ha aiutato il movimento a diffondersi o può essere una sua fonte di debolezza quando dalla protesta si passa alla proposta?
Il movimento è apartitico. Non è affatto apolitico. Tocca temi attuali, reali e pratici, come può non fare politica? Non è politica parlare di finanziaria, 133, università, lavoro, welfare, informazione, ambiente, potere, costituzione, questione di genere, cultura, ecc…???
Le proposte ci sono eccome, è un altra visione del mondo e del paese, in teoria tocchiamo questioni che ogni singola coscienza dovrebbe
far proprie…ma allo stato attuale essere per determinati valori significa per forza di cose essere contro berlusconi e contro chi lo aiuta nella distruzione dell’Italia, alleati, media e parte dell’opposizione compresi… Non siamo noi che rivendichiamo che valori come la cultura, l’antirazzismo, l’antifascismo, il rispetto delle diversità, la legalità siano di sinistra… sono loro che li rifuggono come la peste!
6) E’ condivisibile che si ricerchi un’intesa anche con organizzazioni studentesche esplicitamente di destra in nome dell’unità della protesta studentesca oppure no? La partecipazione di queste organizzazioni a manifestazioni pubbliche dovrebbe essere incoraggiata, tollerata, oppure concretamente osteggiata?
No. Vietata dalla legge come in realtà sarebbe.
7) Negli ultimi anni il nostro Paese è stato caratterizzato da una grande diffusione di movimenti (da quello no-global, ai girotondi, al movimento per la pace, alla battaglia sindacale per la difesa dell’articolo 18, alle vertenze territoriali come il No-Tav e No-Dal Molin, ecc.). Colpisce però la discrepanza tra la straordinaria capacità di mobilitazione, di fare “massa critica” anche ad un livello sociale e culturale diffuso, e la scarsissima “capitalizzazione politica” che ne è seguita. Oggi siamo addirittura l’unico Paese europeo a non avere una riconoscibile rappresentanza di sinistra nelle istituzioni rappresentative. Il problema dello “sbocco politico” è un problema che questo grande movimento nato nelle scuole e nelle università si deve porre? Oppure va privilegiata la totale “autonomia” del movimento? Quali rapporti possono essere instaurati con le forze politiche esistenti? E se quelle esistenti non offrono possibilità di un’interlocuzione soddisfacente, può essere utile e realistico porsi l’obiettivo di una organizzazione politica nuova, che superi anche i limiti del “modello partito” tradizionale, o più modestamente di liste elettorali di “società civile”, senza partiti, nelle diverse occasioni?
Insomma, il problema della rappresentanza è un problema che questo movimento – che si definisce “irrappresentabile” – dovrà prima o poi porsi?
Credo che per adesso il movimento debba rimanere autonomo e distante da tutti i partiti. Certo vediamo più con simpatia chi appoggia concretamente la nostra lotta e siamo furiosi con chi ci taglia il futuro, ci manda la polizia e ci vorrebbe vedere morti…
Personalmente non mi sono mai sognato di mettere sullo stesso piano un Pancho Pardi che viene tra i manifestanti a parlare e propone il referendum e un Barbareschi, Gasparri, Bocchino, ecc… Quello è qualunquismo. Le differenze ci sono eccome. Il movimento è sicuramente di sinistra, ma non si rispecchia in nessun partito ed è stanco di questa classe politica. Il Pd dovrebbe smettere di dialogare con Berlusconi, inciuciare e fare una grossa pulizia al suo interno, rinunciare alle sue tendenze centriste vaticanensi dei teodem e dei traditori ex-udeur, che vorrebbero addirittura allearsi con l’udc di Cuffaro, e agli interessi economici degli ex ds (vedi Latorre, D’Alema, Fassino).
Fare opposizione non con i figli di e i nipoti di, ma davvero e nell’interesse del paese. Il pd dovrebbe iniziare ad accorgersi che l’elettorato si è stufato della beneficienza a Berlusconi e della bramosia di potere che manifesta in alcune sue parti, che ancora se la prendono con Di Pietro e vanno a dire in giro che il governo precedente è caduto per colpa della sinistra, quando il centro-sinistra è stato distrutto dal centro e dai soliti noti personaggi che citavo prima.
Mi piace come si sta comportando Di Pietro e l’Italia dei Valori.
Ammiro molto la coerenza, il modo di fare opposizione, il senso della giustizia e della verità di Di Pietro e compagni. L’Italia dei valori al momento è l’unica presenza in parlamento credibile e che merita di starci. Un boccone che è però rimasto indigesto a me e a tanti altri che magari non lo votano solo per questo, è il no alla commissione d’inchiesta su genova 2001. Ecco, se adesso Di Pietro chiedesse scusa a Carlo Giuliani e ai suoi familiari per quella vicenda, visto che su bolzaneto e la diaz ha fatto giusta retromarcia, sarebbe per me e molti altri motivo di grande gioia. La considerazione verso Di Pietro, pm e politico, da parte mia è alta, se compiesse questo gesto pubblicamente per me diventerebbe altissima. Rifondazione con Ferrero sta riacquistando credibilità e alle europee si riprenderà molti consensi perduti. Apprezzo anche lavoro e idee di Sinistra critica.
Credo che l’onda si divida in larga parte tra elettori di rifondazione, di sinistra critica, dell’italia dei valori, del pd, molti dei quali probabilmente alle ultime elezioni hanno votato il pd per il voto utile e perchè unico avversario di Berlusconi male assoluto, e molti dei quali non hanno votato affatto. E’ per questo che ritengo sia necessaria in futuro un’alleanza di centro-sinistra in cui non si vada più al centro del pd, se rinsavisce, e dell’idv, e che sia alleata dei movimenti e della sinistra. Ma che sia con i lavoratori e non con confindustria, che sia per la ridistribuzione delle risorse, non per le scalate alle banche, che sia seria… Se ci saranno queste condizioni in un futuro il movimento potrà magari anche trovare forme di rappresentanza e collaborare a questo progetto. Se non si creeranno queste condizioni credo invece che continuremo a rimanere (forse) solo elettori. Se andasse in porto il progetto della lista della società civile, se organizzata bene, condivisa e se ci mettessero la faccia diversi personaggi oltre Grillo e Flores d’Arcais, secondo me potrebbe avere un ottimo risultato elettorale. Anche nell’onda potrebbe avere abbastanza seguito… Se ottenesse un buon risultato alle europee potrebbe essere un grosso segnale e potrebbe accelerare una riflessione in tutta la politica e in tutta la società. Lista civica, Idv, Rifondazione (anche verdi, ci e sd) messi insieme potrebbero diventare davvero una bella forza e far rivedere anche alcune posizioni del pd.
Questo è quello che spero che accada; credo che nell’onda nessuno vede bene berlusconi e i suoi amici al governo, nè tantomeno un’opposizione asservita per interessi personali e di partito. Noi siamo una novità assoluta, in espansione, un movimento gigante che sa valutare ciò che accade intorno a noi e contagia! E’ per questo che c’è chi vuole stroncare l’onda e chi la vorrebbe cavalcare…
Ma l’onda va, indipendente e a testa alta!
(26 novembre 2008)
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