Pisa, un condannato nominato assessore alla cultura. Vogliamo le dimissioni!

MicroMega

La disgustosa nomina di assessore alla cultura di un individuo che una sentenza d’appello ha riconosciuto colpevole di stalking contro la ex compagna (reato caduto in prescrizione), non denuncia solo l’ignominia di cui vuole pervicacemente macchiarsi il neo sindaco di Pisa Michele Conti (nel suo caso già errare era disumanum, perseverare non ha la possibile grandezza del diabolicum, è solo sordidum, ripugnante), costituisce anzi (o almeno dovrebbe) un vero e proprio caso nazionale, perché contagia l’intero partito del neo sindaco, cioè la Lega lepenista di Salvini, cui si aggiunge Forza Italia con il vicesindaco Raffaella Bonsangue e altre tre donne [il sindaco nel presentare la giunta si era vantato di questo “segno di rispetto per il mondo femminile” (sic!)].
L’incedibile vicenda esige ovviamente che il M5S, alleato subalterno nel Governo Salvini (altre dizioni sono aria fritta), abbia almeno la decenza minima e simbolica di condannare, anzi bollare, l’infame perseveranza con le parole più energiche, sferzanti, inequivoche. Altrimenti diventerebbe complice, perché mai come in casi del genere vale il silenzio assenso, il proverbiale detto di popolo (il popolo, Di Maio, il popolo) “chi tace acconsente”.
MicroMega rilancia quest’appello con la speranza che non siano più solo i cittadini  pisani ad avere ancora la forza dell’indignazione, ma donne e uomini di tutta Italia, perché pretendere almeno un barlume (appena più del simulacro) di decenza nella vita pubblica non può essere questione geografica. Riguarda l’intera nazione, ci riguarda tutti.
(pfd’a)

Pisa, un condannato nominato assessore alla cultura. Vogliamo le dimissioni!

da change.org

Siamo indignate/i dalla scelta di Andrea Buscemi come assessore alla cultura.
Pisa non se lo merita!

Il suddetto è stato riconosciuto colpevole del reato di stalking secondo la sentenza della Corte d’appello di Firenze emessa in data 30 maggio 2017, che “lo condanna al risarcimento dei danni a favore della parte civile”, oltre a “rifondere alla parte civile le spese di difesa”, cioè tutte le spese del primo processo e di quello d’appello.

Nella sentenza sono descritti i fatti che hanno portato il giudice alla condanna: violenze fisiche, pedinamenti, continue telefonate, ricatti, pressioni, minacce e violenze fisiche alle vittime (sono più di una) e ai testimoni. L’abbondanza delle prove testimoniali e documentali rendono conto delle gravi violenze agite verso le sue ex compagne, protratte per oltre 15 anni, e rilevano chiaramente la condotta aggressiva e manipolatrice del soggetto.

A carico del politico sono state emesse anche misure cautelari di divieto di avvicinamento a due testimoni. Nella sentenza d’appello, infatti, è riportato testualmente: "l’istruttoria dibattimentale ha fatto emergere reiterati atti persecutori messi in atto dall’imputato" e ancora “l’imputato nel corso del procedimento penale si è reso responsabile di condotte di minaccia ai danni di due testi per indurle a non testimoniare, a seguito delle quali il giudice per le indagini preliminari ha emesso un divieto di avvicinamento alle predette testi in relazione ai reati di cui agli articoli 377 e 610 del codice penale”.

Il primo cittadino della nostra città non può in nessun modo ignorare questi comportamenti riguardanti un candidato della sua lista, così come sono ampiamente descritti negli atti giudiziari.
Se lo fa, viene meno la sua credibilità. Se lo fa, ammette un uomo maltrattante ad un ruolo istituzionale, e con questo gesto legittima la violenza stessa a livello istituzionale.

Pisa è una città dalle profonde tradizioni culturali e con una visibilità di respiro internazionale. Noi vogliamo che i politici rispecchino le qualità etiche dei cittadini che rappresentano e che possano valorizzare le risorse culturali del nostro territorio. 

Firmando questa petizione – e diffondendola il più possibile – vogliamo far sentire forte la nostra voce al Sindaco di Pisa, Michele Conti, affinché Andrea Buscemi non sieda in consiglio comunale e non ricopra nessuna carica pubblica perché la sua condanna influenzerebbe negativamente l’immagine della città e di tutte le cittadine e i cittadini di Pisa.

FIRMA
(10 luglio 2018)



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