Premiata transumanza clericale
Sulla scia dell’ateo Giuliano Ferrara, anche il vicedirettore del Corriere della Sera Magdi Allam, di cultura islamica, si è convertito al papismo battezzandosi in Mondovisione.
Davvero una lieta novella: abituali praticanti di quell’incommensurabile cinismo che permea il mondo mediatico – il loro mondo mitridizzante – rischiarati all’improvviso dalla luce salvifica della fede… Evviva!
Ad altri valutare politicamente i fatti in questione e la loro gestione da parte dell’organizzazione beneficiata da siffatte conversioni; tanto sotto il profilo dell’immagine propagandistica come dell’avvaloramento confermativo, conseguente alle inaspettate adesioni giunte in soccorso alla propria Verità.
All’àpote (quello che “non se la beve” e pratica sistematicamente la sana ermeneutica del sospetto) qualche piccolo ragionamento a latere, sugli effetti personali dei clamorosi passaggi di campo; l’ultimo dei quali è proprio quello riguardante Allam.
Certo, l’illuminazione, con il suo corollario di considerazioni teologiche ed esistenziali.
Ma c’è anche un aspetto “concreto” e – come dire? – terra, terra (ovviamente, inintenzionale…) che non andrebbe trascurato: i vantaggi materiali incassati presso l’organizzazione a cui si porta in dote la propria adesione.
La conversione come scelta professionale. Sospetto che – di certo – non riguarda i candidi Ferrara e Allam, ma solo inverecondi mitridizzati dal cinismo, tanto diversi da loro… Gente – parlando in via generale – non disattenta al fatto che il posizionamento monetizzabile schiude le nuove opportunità e le contropartite non trascurabili di cui si diceva.
Non sarebbe la prima volta, specie quando il gioco politico si fa duro. Il machismo e l’indifferenza nei confronti delle minoranze etniche dell’amministrazione Bush ha tratto un qualche giovamento dal poter esibire un portavoce donna e di colore come Condy Rice. A sua volta la celodurista Rice è stata proiettata nell’empireo del potere con un’accelerazione insolita e francamente sospetta, rispetto ai meriti intellettuali e alla sua coerenza biografica.
Dalle nostre parti i casi analoghi sono millanta, sempre con l’identico itinerario: da sinistra a destra. Da Colletti a Brandirali.
In questa transumanza ben premiata, spicca il nome di Ferdinando Adornato, prima piccista, poi liberal e infine – come da copione – clerical. Un itinerario che gli ha assicurato ascese un tantinello extralarge rispetto ai suoi polmoncini.
Tutto ciò vale per il neofita ratzingeriano Allam? E chi può dirlo, visto che non è dato di sapere ciò che ribolle dietro la sua maschera perennemente melliflua. Fatto sta, la sua posizione nei corridoi del Corriere non si è di certo indebolita. Anzi.
(28 marzo 2008)
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