Presidente paramafioso? Perché no?

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Non capisco quale sarebbe lo scandalo se il presidente del senato, Enrico Schifani, fosse stato o fosse mafioso, colluso con la mafia o contiguo ad essa. Il parlamento rappresenta tutti gli italiani e dunque deve rappresentare anche i mafiosi, i camorristi e tutti gli altri operatori del crimine più o meno organizzato.
Oggi che il potere criminale è particolarmente diffuso e florido mi sembra plausibile, giusto ed anche opportuno, che qualche suo esponente raggiunga le più alte cariche elettive. Forse l’onorevole Schifani ha avuto amici influenti, che lo hanno aiutato nella carriera, ma negando quanto hanno scritto e detto su di lui Abbate, Gomez.e Travaglio, ha dato prova di modestia e riservatezza.
D’altra parte, se il parlamento fosse composto soltanto da cittadini onesti, ci sarebbe da pensare che le elezioni siano sempre state manipolate. Pensate a quali livelli di frustrazione e di tragica reazione potrebbero giungere gli operatori del crimine organizzato se non si sentissero rappresentati correttamente nel loro stesso paese.
Per allontanare ancora di più questa iattura è auspicabile che il parlamento, magari con lo stimolo del nuovo presidente del Senato – seconda carica dello stato – proponga qualche legge e provvidenza a favore della mafia e della camorra. Il mitico "tesoretto", per esempio, potrebbe essere devoluto ad integrazione dei sussidi che la mafia paga, autonomamente, alle vedove e agli orfani dei suoi numerosi caduti sul lavoro.
In questo modo gli operatori del crimine organizzato non si sentirebbero gli unici "figli di un Dio minore" rimasti.

(13 maggio 2008)



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