“Pretestuosa e ipocrita l’indignazione sullo stipendio di Tridico”
i sottoscrittori di questa lettera aperta, economisti, docenti di università e intellettuali, ritengono che l’indignazione che si è scatenata sulla retribuzione fissata dal precedente Governo e venuta oggi a maturazione per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, sia pretestuosa e ipocrita, e dunque non solo ingiustificata ma illegittima.
Tridico, come presidente dell’INPS, ha infatti solo la “colpa” di avere attuato due provvedimenti che certamente hanno aiutato il lavoro e la parte più svantaggiata del nostro Paese: quello sul “Reddito di cittadinanza” e il “decreto Dignità”, timido passo in avanti per contrastare la deriva della precarizzazione del lavoro in atto da oltre venti anni.
Poco importa che un reddito di sostegno contro la povertà esista in tutti i paesi europei (e che sia stato addirittura raccomandato dalla Commissione dell’Unione Europea). Poco importa che, nonostante tutti i limiti, il decreto Dignità abbia funzionato favorendo le assunzioni a tempo indeterminato rispetto a quelle a termine. Poco importa che l’iter del provvedimento sulla retribuzione di Tridico sia stato deliberato dal governo precedente (guidato anche da Matteo Salvini) nel gennaio 2019. Poco importa se allora la retribuzione percepita dal predecessore (Tito Boeri) venne quasi dimezzata per Tridico, portandola a 61 mila euro lordi in modo da liberare 40 mila euro a favore di un vicepresidente richiesto dalla Lega.
L’attacco a Tridico solleva però un problema. Retribuzioni elevate sono opportune e compatibili in un periodo in cui tutto il Paese vive una crisi drammatica e tante persone stanno perdendo il lavoro o stanno per perderlo? Secondo noi no. È però sbagliato parlare solo di Tridico guardandosi bene dall’affrontare il problema generale. Perché non ci sono solo Tridico e l’area della pubblica amministrazione. Bisognerebbe semmai discutere se stipendi pubblici elevati siano coerenti e opportuni in questa fase economica; e ci sono anche i guadagni del settore privato, che arrivano a livelli sideralmente più alti quando si parla di top manager.
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Nicola Acocella, Università di Roma “La Sapienza”
Giuseppe Amari, Fondazione Giacomo Matteotti, Roma
Maria Luisa Bianco, Università del Piemonte Orientale
Rosaria Rita Canale, Università di Napoli “Parthenope”
Roberto Ciccone, Università Roma Tre
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Enrico Sergio Levrero, Università Roma Tre
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