Prima che il gallo canti…

MicroMega

Berlusconi in apertura
cacciò la nomenklatura
lontan dalle prime file,
dedicate al femminile

e alla bella gioventù,
i vip dietro a far cucù.
Cambia tutto il giorno dopo,
manca il gatto e balla il topo,

nelle prime file c’è
il ritorno dei lacché,
sorridenti in primo piano,
visto che non c’è il caimano.

Il buffet è una gran figata,
con i bianchi vin d’annata,
il timballo e la lasagna
che ti dicon magna magna,

carne in forma di ovoline
e dolcezze sopraffine,
dal babà al tiramisù.
Degli schiavi la tribù

s’è abboffata in modo osceno
ed in un battibaleno
le stoviglie son finite,
prontamente ripulite

con il getto di una gomma,
poco igienico, ma insomma…
quel che non ammazza ingrassa.
Nel frattempo al podio passa

la sfilata dei potenti,
quattro palle e via contenti:
Quagliarello e Formigoni,
Alemanno con Sacconi,

l’ineffabile Schifani.
Entusiasti i battimani
al simpatico Brunetta
che propon la sua ricetta.

Piange per la commozione:
vive un giorno da leone
questo nano da giardino.
E’ il momento dell’aennino,

giunge il premier per Gianfranco:
“Silvio, eccomi al tuo fianco,
io con te leal sarò,
ma permetti, detto ciò,

che ti esponga il mio pensiero:
“Pluralista sii davvero
con il nuovo Pdl,
non siam tutti le tue ancelle.

Devi fare le riforme
senza far l’errore enorme
di snobbar l’opposizione.
Non son quelli di Baffone

e con lor trattar si deve.
La tua man sia molto lieve
con lo stato di diritto:
evita perciò il conflitto

con le leggi e i magistrati.
Poi rispetta gli immigrati,
siamo figli d’emigranti
e i leghisti tracotanti

debbon stare calmi assai,
la xenfobia giammai!
Referendum? Necessario,
io son un referendario

e ti chiedo un chiarimento.
Bossi non sarà contento
e un casin farà infernale,
ma la legge elettorale

è davvero una porcata!”
Segue l’ultima sparata:
“Il Senato frettoloso
un precetto religioso

convertito ha in una legge.
Questa cosa, ahimé, non regge:
dove va la laicità
se seguiam Sua Santità?

S’impon qualche cambiamento
sull’attual biotestamento.”
Chiude Fini, pochi evviva.
Berlusconi che assentiva

ora non assente più,
pensa che la servitù
esser debba più obbediente.
E per quanto sia furente

causa tutti ‘sti casini,
corre al palco e abbraccia Fini:
“Intervento strepitoso!
Questo abbraccio caloroso

è la prova che ci amiamo
per chi dice che ci odiamo!”
La domanda è molto cruda:
“Qual è Cristo, qual è Giuda?”

(30 marzo 2009)



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