Primo maggio, niente concerto ma soldi ai terremotati

MicroMega

Cara Micromega,
mi viene spontanea una proposta. Controcorrente certo, ma da inquadrare esclusivamente all’interno dell’attuale situazione che noi italiani stiamo vivendo, sia dal punto di vista politico-economico che alla luce dell’evento sismico che in questi giorni ha colpito l’Abruzzo.
Perché non rinunciare, solo per quest’anno, al classico concertone del “Primo Maggio” e destinare l’intera somma economica che sarebbe stata investita per l’organizzazione di questo evento alla ricostruzione delle case di chi è stato colpito dal terremoto?
Ritengo sia un gesto nobile, ma soprattutto un atto di responsabilità nei confronti di chi in questo momento si trova in grande difficoltà.
Ritengo non sia questo il momento di festeggiare, il momento di sperperare denaro per un concerto (anche se nasconde radici più che nobili). Io penso che il “Primo Maggio” resti ugualmente la festa dei lavoratori, anche se in piazza non ci sarà Vasco Rossi a ricordarlo.
Perchè lavoratori erano coloro che sono morti sotto le macerie di questa inaspettata tragedia, lavoratori sono tutti coloro che da questa tragedia ne sono usciti incolumi ma senza più una casa dove poter vivere con la propria famiglia (senza più un letto dove poter riposare, magari proprio dopo una giornata di duro lavoro) e lavoratori sono tutti coloro che sono impegnati sul campo, mettendo a rischio la propria pelle per aiutare gli altri.
Cerchiamo di fare qualcosa di veramente utile. Che non sia il solito ipocrita minuto di silenzio, buono solo per lavarsi le coscienze.
Qualcuno, con più credito di me, si faccia portatore di questa proposta.

Marco Filippi

(15 aprile 2009)



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