Qualche iniziativa contro l’ingerenza della Chiesa e i suoi privilegi economici

Carlo Troilo

Nel gennaio del 2019 – in vista del 70° anniversario del Concordato, firmato l’11 febbraio del 1929 – “lanciai” un appello alle forze politiche in favore della laicità dello Stato e della riduzione dei privilegi economici del Vaticano, aumentati dopo la revisione Craxi – Casaroli del 1984, con una serie di leggi e regolamenti: il più famigerato, quello che privilegia la Chiesa Cattolica con uno scandaloso meccanismo di distribuzione dell’otto per mille, “non destinato” da un gran numero di contribuenti.

“Tutti questi privilegi per la Chiesa Cattolica – dicevo nel mio appello – contrastano con la crescente secolarizzazione della società italiana dove i cattolici praticanti sono circa il 30% della popolazione, e scendono al di sotto di questa percentuale fra i giovani”.

L’appello fu subito firmato da un centinaio di personalità della cultura, fa cui due ex giudici della Corte Costituzionale. Le firme aumentarono considerevolmente grazie al sostegno offertomi dalle tre maggiori associazioni laiche, UAAR, Libero Pensiero “Giordano Bruno” e Democrazia Liberale.

A febbraio organizzai un convegno di studi – ospitato dalla Università valdese di Teologia – che radunò i maggiori esperti della materia per valutare gli ulteriori sbocchi della iniziativa.
A maggio venne depositata al Senato una mozione che riprendeva i temi del mio appello: proponente, Riccardo Nencini, fra i firmatari Emma Bonino.

Ora, Riccardo Nencini al Senato e Riccardo Magi alla Camera hanno presentato degli emendamenti alla legge di bilancio in cui si chiede di “lasciare” allo Stato le forti quote dell’otto per mille “non destinate” da un gran numero di contribuenti, che oggi invece vengono redistribuite con le stesse percentuali dell’otto per mille destinato allo Stato o ad altre confessioni religiose, recando così alla Chiesa (che è scelta dalla stragrande maggioranza di quanti “destinano”) un indebito privilegio di circa un miliardo l’anno. E illustreranno le loro iniziative in una conferenza stampa che si terrà alla Camera il 26 novembre alle ore 13.
Sulla stessa linea, un emendamento del senatore 5 Stelle Lannutti, che tende a regolamentare rigidamente il pagamento dell’IMU sugli immobili della Chiesa (la Corte di Giustizia Europea ha sollecitato il governo italiano a chiedere al Vaticano il pagamento degli arretrati, minacciando una procedura di infrazione).
Ciò che è più grave è che del miliardo proveniente dall’otto per mille solo una parte minore (circa il 25%) viene destinato, come nello spirito e nella lettera delle norme sul tema, a opere di utilità sociale, mentre per il sostentamento del clero viene dichiarato l’utilizzo di circa il 35% e oltre il 40% viene impiegato per non meglio precisate “esigenze di culto”, tra le quali è compresa anche la costruzione di nuove chiese e la gestione del patrimonio. Per non parlare delle ardite speculazioni immobiliari come quella del palazzo acquistato a Londra a fini speculativi: per dirla con il Segretario di Stato vaticano Parolin, “una vicenda opaca”.
Ben diverso il comportamento della Chiesa Valdese, che lo scorso anno dall’8 per mille ha raccolto attorno ai 32 milioni ma non ha trattenuto per sé nemmeno un euro e ha ridistribuito tutto ad associazioni di qualsiasi orientamento, che presentino progetti sociali, rispondendo a una sorta di bando. Tutto viene poi meticolosamente rendicontato e reso pubblico sul sito della Chiesa.
Non grate allo Stato italiano per i privilegi concessi alla Chiesa, le alte gerarchie continuano con le loro pesanti interferenze nella politica nazionale.
Due ultimi e clamorosi esempi:
1)    Le dichiarazioni del Presidente della CEI Bassetti, il quale – dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla vicenda Cappato / Dj Fabo, che ha commosso tutto il Paese – ha definito “una voragine inammissibile” la possibile depenalizzazione del suicidio assistito ed ha affermato che vivere, anche in condizioni di sofferenze gravi – è “un dovere”.
2)    L’intervista del Corriere della Sera al Cardinale Ruini, che fra l’altro ha aperto a Matteo Salvini. Ne è seguito un incontro fra i due, che avrebbe dovuto essere riservatissimo, il che non ha però impedito a Salvini di dichiarare che le posizioni della Chiesa e della Lega non sono poi così lontane. Mi chiedo perché il Corriere abbia ritenuto di dedicare tanto spazio a una intervista a Ruini, ormai ottantottenne e finalmente pensionato, che nei quindici anni della presidenza CEI è stato il nemico dichiarato di ogni diritto civile ed ha messo ripetutamente “i piedi nel piatto” della politica italiana, sempre con posizioni bigotte e reazionarie.
Purtroppo, le forze laiche nella politica italiana (e nel Paramento) sono assolutamente minoritarie. Particolarmente timidi, in materia, gli esponenti del PD, che sconta il “peccato originale” di aver messo insieme ex comunisti ed ex democristiani.

Dunque, resta a noi laici il compito di continuare la lotta contro uno Stato “papalino”. Nella quale MICROMEGA sarà sempre in prima fila.

(22 novembre 2019)




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