Riaprono i musei: propositi e letture dopo il lockdown (2) – Il Parco Archeologico di Ercolano
Mariasole Garacci
Contatto con il territorio, promozione della legalità, biglietti d’ingresso ridotti. “Vogliamo offrire qualche ora di serenità, di osservazione curiosa e forse anche di libera immaginazione a tutti. Un’oasi nel deserto di preoccupazioni e dolori che ha caratterizzato gli ultimi mesi”. Continuiamo le nostre interviste ai direttori dei musei e siti archeologici italiani con alcune domande a Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano.
Il Parco, divenuto autonomo da Pompei nel 2016, ha intrapreso le sue attività sotto la mia direzione a partire da aprile 2017. Se l’ordinaria amministrazione ha caratterizzato da subito l’azione quotidiana, sul piano programmatico ci si è mossi lungo due orizzonti temporali, rispettivamente di breve e di medio periodo, con l’obiettivo prioritario della sostenibilità finanziaria nei due campi fondamentali della conservazione e della valorizzazione del patrimonio archeologico immobile. A questi temi se ne aggiunge un terzo non meno importante: l’integrazione e il dialogo con il territorio non solo a livello istituzionale, e di istituzioni culturali, ma anche sul piano dei cittadini residenti a Ercolano e nelle zone limitrofe. Sento personalmente moltissimo questa missione sociale di catalizzare il meglio in un’area caratterizzata da tante e bene note criticità sociali, economiche e criminali. Se nel breve periodo vengono realizzati cantieri di restauro urgenti, nel medio periodo è stata messa a punto una pianificazione di interventi di conservazione, studio e ricerca volti ad abbandonare una logica di reazione ai problemi a favore di un processo proattivo, teso alla prevenzione complessiva dai rischi per la tutela dei beni affidati, basato su cicli di manutenzione ordinaria alternati a manutenzioni straordinarie e a progetti di restauro incentrati su singoli edifici della città antica. Ciò ha consentito di aumentare l’accessibilità del sito attraverso l’apertura di domus da tempo chiuse e ora restituite alla fruizione del pubblico (con un criterio di alternanza che permette il duplice vantaggio della conservazione e tutela del bene e l’offerta diversificata nel tempo al pubblico di visitatori). Un fondamentale supporto alle attività è stato assicurato dal team dell’Herculaneum Conservation Project (HCP) che, come noto, opera dal 2001 in un progetto di rafforzamento e programmazione congiunta su mandato del Packard Humanities Institute (PHI) attraverso l’Istituto Packard per i Beni Culturali. Insieme ai funzionari del Parco e al team HCP, cerchiamo e sperimentiamo buone pratiche, progettiamo i restauri, programmiamo e disegniamo il futuro del sito. Per ciò che riguarda la valorizzazione, si lavora costantemente all’organizzazione di eventi, non solo espositivi, finalizzati alla promozione dei valori materiali ed immateriali del Parco; l’inclusione del pubblico è infatti parte importante della nostra missione, dove il visitatore deve sentirsi parte di un sistema, di un progetto culturale che, si spera, non si interrompa con la visita. La ricerca, in tutte le attività del Parco, è incentivata anche tramite accordi, convenzioni e protocolli di intesa con Università ed Istituti culturali nazionali ed esteri, in un’ottica di apertura e collaborazione che fa del Parco un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, dove diverse esperienze e professionalità si confrontano con problematiche complesse e stimolanti. Attraverso il coinvolgimento di partner interessati alla buona gestione del sito (guide turistiche, scuole con progetti di Alternanza Scuola-Lavoro, enti locali, associazioni no profit del terzo settore…), si sta costruendo una rete virtuosa con il territorio di riferimento che vede nel Parco, oltre ad un presidio di legalità, un catalizzatore di energie positive che devono agire sulla crescita culturale e sociale dell’area. Con il Comune di Ercolano e la Fondazione Packard stiamo portando a termine un progetto di riqualificazione dell’area a confine con il Parco per trasformare il quartiere oggi periferico e malfamato di Via Mare (un tempo al centro del borgo medievale e moderno) in una zona panoramica di contatto con la città antica, con nuovi spazi pubblici dedicati alla cittadinanza e al passaggio dei visitatori verso il mercato delle pezze di Pugliano, il teatro antico sotterraneo, il MAV e la Reggia di Portici.
Se quanto detto sintetizza le principali linee d’azione dell’Ente, ciò che le guida è un progetto culturale tenacemente perseguito dove la salvaguardia del patrimonio, obiettivo prioritario, non è fine a se stessa ma orientata a trasmettere, elaborare e produrre un sistema di valori che rimangano vivi ed operanti nell’esperienza di chiunque entri in contatto con il sito.
La prima preoccupazione è stata ovviamente rivolta alla sicurezza dei visitatori e del personale del Parco. Già nel mese di maggio, in previsione della riapertura, due gruppi di lavoro multidisciplinari composti da funzionari tecnici del Parco, a stretto contatto con il responsabile dei servizi di prevenzione e sicurezza e con il medico competente, hanno lavorato alacremente ad un progetto volto a valutare problematiche e proporre soluzioni che coniugassero le esigenze di una visita in sicurezza con la necessità di lasciare invariata l’offerta culturale. A partire dal 2 giugno, data della riapertura, il pubblico accede al Parco con ingressi contingentati e segue un percorso circolare ed univoco, appositamente studiato e segnalato, che consente di visitare liberamente l’intera area archeologica, la mostra Splendori e il padiglione della barca, mentre l’ingresso alle domus più visitate è ulteriormente regolato dal personale del Parco. Tutti i servizi sono fruibili grazie ad un’attenta e sistematica sanificazione dei locali, sono inoltre disponibili in punti nevralgici del percorso di visita dispenser automatici di gel igienizzante per le mani. All’ingresso il pubblico, in linea con le direttive del Ministero della Salute, è sottoposto alla misurazione della temperatura ed è accolto da un video che vede protagonista, oltre al sottoscritto, il personale del Parco e nel quale vengono fornite, in modo semplice e chiaro, tutte le informazioni necessarie ad una visita in sicurezza. Per incentivare il ritorno dei turisti si è scelto di ridurre il biglietto di ingresso a 10 euro e di proporre abbonamenti annuali al prezzo pieno del biglietto, così come previsto prima dell’emergenza sanitaria (13 euro). L’offerta di accoglienza dei visitatori è stata ampliata con un’audioguida 3D completamente rinnovata che, in tutta sicurezza, può essere scaricata sul proprio smartphone prima e durante la visita. L’applicazione contiene l’audiotour ufficiale del Parco di Ercolano, con un percorso dedicato agli adulti ed uno riservato ai bambini. La riapertura, infine, è stata pensata come un processo che prevede forme di gradualità, pertanto dall’8 luglio è aumentato il numero di visitatori ammessi per ogni fascia oraria (25 persone ogni 15 minuti anziché 15 ogni 15 minuti) ed è stata riaperta la biglietteria in presenza, segno di un progressivo ritorno alla normalità che passa anche dal concreto calore dell’accoglienza.
I primi giorni della riapertura, in linea con le altre aree archeologiche e gli istituti della cultura, non sono stati semplici. La gente probabilmente, oltre che spaventata, era anche confusa su cosa si potesse fare, dove e con quali modalità. Ma non abbiamo certo riaperto per fare numeri. In questo momento la riapertura ha il sapore di un respiro di aria pulita e profumata dal mare del Golfo di Napoli sul quale ci affacciamo. Vogliamo offrire qualche ora di serenità, di osservazione curiosa e forse anche di libera immaginazione a tutti. Un’oasi nel deserto di preoccupazioni e dolori che ha caratterizzato gli ultimi mesi. Con il passare dei giorni però la situazione è andata via via migliorando, con un incremento costante dei visitatori, in gran parte italiani ma anche stranieri e questo fa ben sperare. La situazione è al momento in continua e positiva evoluzione e nei primi tredici giorni di luglio abbiamo già superato l’intero mese di giugno. Sul numero dei visitatori, che al momento non si può nascondere sia nettamente inferiore a quello registrato nello stesso periodo negli anni precedenti (nel mese di giugno appena trascorso si sono avuti 3.578 ingressi a fronte degli oltre 80.000 del 2019), pesa anche il divieto ad entrare in Italia ancora in atto per alcune nazioni, quali per esempio gli Stati Uniti, i cui cittadini erano fortemente rappresentati nei flussi turistici dell’area vesuviana. Inoltre non bisogna dimenticare che la necessità di un’approfondita sanificazione ha portato giustamente a prevedere una giornata di chiusura del Parco (il martedì alternandosi con Pompei che chiude il lunedì), mentre stiamo valutando con il supporto della regione Campania una versione light degli eventi estivi che tanto successo di pubblico avevano riscosso nel 2019, come le aperture serali de “I venerdì di Ercolano”, che da luglio a settembre avevano registrato quasi sempre il sold out dei biglietti. Stiamo già preparando il rilancio per la fine di quest’anno e soprattutto per il 2021 quando potremo mettere in campo tutte le iniziative che abbiamo dovuto rimandare a causa del COVID: dal lancio della nostra nuova immagine (che nel nostro caso è anche sostanza perché è stata raggiunta dopo un anno di studio di cosa è e cosa vuole diventare per il territorio il Parco di Ercolano), al programma di attività nel Parco verde Maiuri, affidato ad una rete di tredici Onlus capitanate da Radio Siani (fortemente impegnate per un’economia sostenibile e camorra free), alle due mostre sull’ebanistica e i mobili di legno e sul cibo per mettere a disposizione del pubblico questi materiali davvero unici e straordinari nell’intero mondo romano antico.
Anche il Parco di Ercolano ha fortemente implementato la propria presenza sui social attraverso l’elaborazione di numerosi contenuti che lo hanno mantenuto “virtualmente aperto”, come sostituzione alle possibilità di fruizione offerte dalla visita ma anche come luogo di incontro di una vasta community social che, attraverso molteplici iniziative (il Parco ha partecipato a tutte le campagne social lanciate dal MIBACT e a quelle internazionali Museum Week e International Museum Day), si vuole avvicinare sempre più all’area archeologica, alle bellezze che conserva ed alle possibilità che offre. In particolare i video “Lapilli di Ercolano”, pubblicati sui canali istituzionali dell’Istituto (con sottotitoli in inglese), sono stati concepiti come viaggi virtuali alla scoperta della città antica, attraverso il racconto di indiscrezioni, dettagli, curiosità e approfondimenti storici. Le campagne social sono state potenziate con contenuti di alto livello culturale, dando centralità ad approfondimenti tematici (video, schede didattiche, momenti di interazione…) elaborati e raccontati dai funzionari del Parco. La campagna integrata social, web e stampa si è poi ulteriormente arricchita con il Progetto Herculaneum 3D Scan, realizzato nell’ambito dell’Herculaneum Conservation Project e considerato un ampliamento sul versante 3D delle istanze perseguite con il Progetto Lapilli. Indubbiamente le iniziative di fruizione a distanza, che hanno ottenuto un notevole successo, saranno non solo mantenute ma gradualmente incrementate per raggiungere nuovo pubblico e, nello stesso tempo, fidelizzare quello che ha già conosce Ercolano; penso in particolar modo al progetto Museo Digitale dell’Antica Herculaneum grazie al quale, tramite una piattaforma Open Data e un portale dedicato che costruiremo anche con il supporto della Fondazione Packard, sarà possibile visitare non solo strade, case ed edifici pubblici di Ercolano con gli affreschi, le pitture e i mosaici che li decorano, associati ai numerosi reperti mobili ricontestualizzati nei luoghi di provenienza, ma anche ripercorrere i quattro secoli di scoperte riunendo in un unico luogo virtuale tutti i materiali qui recuperati sin dal 1738, anno in cui iniziarono gli scavi borbonici e universalmente ritenuta la data di inizio dell’archeologia moderna occidentale. I nuovi mezzi di comunicazione, consentendo nuovi modi di approccio alla cultura, offrono enormi potenzialità che vanno colte e sviluppate ma che, a mio parere, non potranno mai sostituirsi all’emozione che una reale esperienza può creare nel visitatore, poiché l’approccio diretto in un sito archeologico, molto più che in un museo, è una scoperta in senso letterale e figurato. Tuttavia questi nuovi mezzi si possono usare anche, e soprattutto, per fare comunità: in questo senso abbiamo lanciato insieme all’HCP l’iniziativa Enjoy Herculaneum con la quale abbiamo invitato cittadini ed originari di Ercolano ad aiutarci a conoscere e a mappare la loro Ercolano del cuore. Un progetto cui teniamo tantissimo per l’integrazione tra le due città, l’antica e la moderna, e che ci sta dando un riscontro eccezionale. Lo scopo che si intende perseguire al Parco non è dunque quello di creare due categorie di utenti: reale e virtuale, ma è quello di promuovere una visione integrata del sito, dove la tecnologia può e deve avere un importante ruolo di guida, con soluzioni immersive e di realtà virtuale utili a stimolare interesse e curiosità ma non sostitutive di una reale esperienza di visita dove il contatto fisico con la città antica, ma anche l’interazione con gli altri ospiti e il personale del Parco, recano emozioni difficilmente fruibili da remoto.
SOSTIENI MICROMEGA L’informazione e gli approfondimenti di MicroMega sono possibili solo grazie all’aiuto dei nostri lettori. Se vuoi sostenere il nostro lavoro, puoi: – abbonarti alla rivista cartacea – – acquistarla in versione digitale: | iPad |
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.