Salvatore Borsellino: un voto indispensabile

stravolgere la nostra Costituzione

Stamattina la rassegna stampa si apre con due notizie agghiaccianti.
Berlusconi, ritornando su un tema già usato in passato promette che se il suo partito prevarrà in queste elezioni saranno instaurati degli "esami periodici che attestino la sanità mentale dei PM".
Il pregiudicato Dell’Utri, candidato e sicuramente eletto nelle liste del PDL afferma: "I libri di storia, ancora oggi condizionati dalla retorica della resistenza, saranno revisionati, se dovessimo vincere le elezioni." .
Si potrebbe commentare dicendo che per malati mentali certificati come Berlusconi è inutile fare degli esami periodici che ne attestino la sanità mentale, la sua insanità è ormai accertata e non c’è alcuna speranza di guarigione, e che per cambiare la Storia non basta cambiare quello che c’e’ scritto sui libri, la Storia della Resistenza è scritta dentro di noi e dovranno asportarci il cervello per poterla cancellare.
Ma questo servirebbe se vivessimo in un paese normale, un paese in cui la maggioranza della gente fosse in grado di giudicare criticamente quello che legge, un paese in cui la gente non si accontentasse di una campagna elettorale fatta, da entrambe le parti, a forza di slogan analoghi a quelli che su usano per la vendita di un prodotto di consumo, ma pretendesse da quelli che si accapigliano, o fingono di accapigliarsi, per arrivare al potere, dei programmi chiari e non pieni di promesse che non saranno mai mantenute, un paese in cui i vari partiti non avessero come obiettivo quello di gestire il potere e asservire lo Stato ai loro interessi ma piuttosto quello di gestire lo stato al servizio dei cittadini.
Ma questo non è il nostro paese, il nostro è un paese nel quale, come leggo oggi nella rassegna stampa, a Firenze viene riaperta una inchiesta sui mandanti delle bombe del 1993 a Firenze, Roma e Milano solo a seguito della presentazione di un esposto da parte dei familiari delle vittime dell’attentato in via dei Georgofili e non, come dovrebbe essere, su iniziativa autonoma della Magistratura.
Il nostro è un paese nel quale altri due leader del PDL, un coacervo di partiti messo in piedi attorno a un nucleo nato con capitali riciclati dalla criminalità organizzata, Bossi e Lombardo, minacciano, in campagna elettorale, di ricorrere l’uno ai fucili l’altro ai cannoni per imporre il loro volere, e questo avviene quasi nell’indifferenza di una opinione pubblica ormai assuefatta e in grado di accettare qualsiasi attentato alla democrazia e alla Costituzione.
Si potrebbe ironizzare osservando, come fa Nando Dalla Chiesa sull’ Unità, che in Sicilia si è passati dai "cannoli" di Cuffaro ai "cannoni" di Lombardo ma me ne è passata la voglia, purtroppo si tratta di una tragedia e non di una commedia e Nando Dalla Chiesa, uno delle poche persone che avrei votato a occhi chiusi se fosse stato presente in una qualsiasi lista, è stato escluso dalle liste di un partito il PD, al quale, nonostante tutto, da galantuomo quale egli è, ha rinnovato la propria fedeltà.
Ma il leader di questo partito, che non aveva inserito nel suo programma neanche un accenno alla lotta alla criminalità organizzata, alla mafia e all ‘ndrangheta, limitandosi a mettere in evidenza la "sicurezza" dei cittadini, come se bastasse non essere borseggiati per sentirsi sicuri, come se bastasse curare il raffreddore per guarire dal cancro, oggi, a pochi giorni dal voto e per catturare il consenso degli indecisi, tuona dali palchi dei sui show itineranti dicendo che la lotta alla mafia da parte di un suo eventuale governo sarà implacabile.
Non siamo più disponibili a prestare fiducia agli slogan. Nell’ultima tornata elettorale avevo votato per la sinistra, per l’Ulivo, pensando che sarebbe stata portata avanti la difesa dell’indipendenza della Magistratura e una seria riforma della Giustizia, che sarebbe stato risolto il nodo cruciale del conflitto di interessi, che sarebbe stata fatta una legge sulle televisioni, ma niente di tutto questo è avvenuto. E’ stato invece portato avanti con determinazione l’imbavagliamento della Magistratura e tutto è restato come prima, peggio di prima, quasi nella rassegnata attesa che possa prendere il potere chi ha già nei suoi programmi e far sparire quei brandelli di democrazia ancora sopravvissuti nel nostro paese.
Avevo intenzione di disegnare e barrare sulla scheda una "casella bianca", di esprimere così il mio voto di protesta contro una partitocrazia che ci tratta alla stregua di analfabeti capaci solo di traccia una croce e incapaci di scrivere un nome. Ma oggi ho letto sulla rassegna stampa dichiarazioni di questo tipo da parte di un leader di questa pseudo "destra": "Queste elezioni potrebbero finire con la necessità di imbracciare il fucile e andare a prendere queste carogne".
E allora, visto che ritengo di fare in ogni caso parte di queste "carogne", visto che in tanti ne facciamo parte, è indispensabile non restare passivi e cercare per quanto possibile di evitare che gente come questa possa arrivare a prendere il potere e gestirlo così come , se non altro, ci ha usato la cortesia di avvertirci. E’ necessario esprimere in ogni modo uno voto non "utile" ma "indispensabile".
Voterò allora alla Camera per "Italia dei Valori". Invece di guardare ai demeriti di Di Pietro, bastano già quelli che cercano in ogni modo, spesso anche falsando la realtà, di trovare i suoi detrattori, guarderò ai suoi meriti che, in un panorama politico come il nostro, sono già tanti. E per me basta anche soltanto quello di avere, praticamente da solo all’interno del nostro Parlamento, difeso l’indipendenza della Magistratura ed essersi schierato, anche qui letteralmente da solo tra tutti gli altri politici, a fianco di Clementina Forleo e Luigi De Magistris, due Magistrati dei quali si è cercato e si cerca, con ogni mezzo, di decretare la morte civile.
Al Senato la presenza di Rita Borsellino nelle liste della Sinistra Arcobaleno è per me garanzia sufficiente ad esprimere il mio voto per questa lista. Avrei preferito che il cognome di Paolo Borsellino non fosse presente in un Senato in cui si respira invece del "fresco profumo di libertà" di cui parlava Paolo un’aria ammorbata dai miasmi emanati, per citarne solo due, da un condannato per mafia come Dell’Utri o da un prescritto per contiguità alla criminalità mafiosa, se non peggio, come Andreotti. Ma sono se non altro sicuro che Rita porterà avanti, nella politica, gli stessi valori per i quali ha combattuto, per ben quindici anni, all’interno della Società Civile.

Salvatore Borsellino
da www.19luglio1992.com

(9 aprile 2008)



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