Santità, chi è lei per annullare?

Piergiorgio Odifreddi

, da repubblica.it

La riforma delle procedure matrimoniali voluta da papa Francesco espone chiaramente le contraddizioni non solo della Chiesa, ma dell’intero approccio religioso al matrimonio. A fronte delle richieste dei fedeli che si sono sposati, ma il cui matrimonio è fallito, che cosa offre il Vaticano? Non la semplice accettazione della constatazione che l’amore e il matrimonio non sono eterni, e durano quanto durano: cioè l’approvazione del divorzio. Ma l’assurda farsa di una dichiarazione di nullità: cioè, l’ottusa chiusura degli occhi di fronte a ciò che stato, e l’infantile finzione della pretesa che non ci sia mai stato niente.

I cattolici che vogliono divorziare, possono farlo in Comune e con le tutele della legge. Ma in Chiesa, devono far finta di non essere mai stati sposati. E se dal matrimonio, ad esempio, sono nati dei figli? Pazienza, si ritroveranno ad essere figli illegittimi, frutto di un amore illegittimo. Perché le nuove disposizioni del Vaticano non cambiano la sostanza del cosiddetto insegnamento evangelico: che il matrimonio è indissolubile, e non si può sciogliere, anche se si può fingere che non ci sia mai stato.

Più farisaico di così, si muore. Ma in fondo, sono fatti dei credenti: se si vogliono impiccare alla corda del Vangelo e della Chiesa, buon per loro. Il problema sono invece i matrimoni concordatari, che rimangono la maggioranza di quelli contratti. Con le nuove disposizioni, si moltiplicheranno non i pani e i pesci, ma le dichiarazioni di nullità ecclesiastica di matrimoni che lo Stato continua a ritenere perfettamente legittimi. Non sarebbe ora che, invece di finanziare supinamente le costose manifestazioni simoniache del Giubileo, lo Stato alzasse la testa e annullasse unilateralmente e gratuitamente la convenzione con il Vaticano sui matrimoni concordatari?

(11 settembre 2015)



MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.