Saramago: Paradossale

MicroMega

di José Saramago (traduzione a cura di Massimo Lafronza)

Già altre volte mi sono chiesto verso dove si dirigesse la sinistra, e oggi ho la risposta: lì da qualche parte, umiliata, a contare i miseri voti raccolti e a cercare le cause della loro esiguità. Quella che è arrivata ad essere, in passato, una delle più grandi speranze dell’umanità, capace di mobilitare le volontà facendo semplicemente appello a quello che di migliore caratterizzava l’essere umano, quella che vedo creare, col passar del tempo, i cambiamenti sociali e i propri errori, le sue stesse perversioni interne, ogni giorno più lontana dalle promesse originarie, assomigliando sempre di più agli avversari e ai nemici, come se fosse l’unica maniera per farsi accettare, ha finito per ridursi a scimmiottare concetti che in altre epoche sono stati utilizzati per giustificare azioni che quegli stessi concetti combattevano. Scivolando progressivamente verso il centro, azione proclamata dai suoi promotori come la dimostrazione di una genialità tattica e di una modernità inappagabile, la sinistra sembra non aver capito che si stava avvicinando alla destra. Se, nonostante tutto, è ancora capace di imparare dalle lezioni come questa appena presa, vedendo la destra superarla in tutta Europa, dovrà interrogarsi, rispetto a ciò che resta delle sue proposte, sulle cause profonde dell’allontanamento indifferente delle sue fonti naturali d’influenza, i poveri, i bisognosi, ma anche i sognatori. Non è possibile votare a sinistra se la sinistra ha smesso di esistere.

Curiosamente, e questo è il paradosso, il politico a cui si riferisce il titolo di questo testo, è esattamente colui che in questo momento presiede il paese che per tantissimo tempo ha sviluppato una politica imperialista e conservatrice: Barack Obama. Dà da pensare. Una politica che, come ho già detto, non pretende niente di più che salvare i mobili di un capitalismo senza regole che era sul punto di divorare se stesso, ci sembra adesso, quasi quasi, come la realizzazione di un sogno di sinistra. Assodato che molta gente, progressista, socialista, comunista, è lì a chiedersi: “E se Obama fosse il segretario del mio partito?”. Forse sono le situazioni come questa che vengono chiamate ironia della Storia… forse, semplicemente, si tratta dell’importanza del fattore personale.

da http://quadernodisaramago.wordpress.com/

(9 giugno 2009)



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