Schettino e l’articolo 18
Caro Direttore,
scusami se ritorno sull’argomento Schettino e lo associo all’articolo 18. Non voglio insistere, ma c’è un aspetto importante che mi è balzato all’occhio dopo aver comprato il Corriere. In prima pagina leggo l’editoriale firmato dal duo Alesina Giavazzi. Occhiello: Contratto unico e articolo 18. Titolo: Giovani e lavoro verità scomode.
Dove si tratta della grande iniquità esistente tra padri e figli, i primi protetti dall’articolo famigerato, che si vorrebbe abrogare, così da eliminare l’iniquità e rendere pari ai padri i figli, precari e senza neppure l’ombra di tale protezione e tutela. Ora, è chiaro che i due, di cui condivido a volte temi argomenti seppure da altra, differente posizione, non potevano sapere ciò che bolliva nel pentolone sociale della nostra Italia. In altre parole, ignoravano che mentre essi stilavano il loro magnifico editoriale, un magistrato interrogava il pilota del Costa Concordia Schettino. E dunque non potevano sapere Giavazzi e Alesina, che nello stesso giorno, lo stesso corriere, sotto, all’angolo destro, riportava, a firma di Fiorella Sarzanini: I verbali di Schettino “li pianificava la compagnia”. Gli inchini erano uno spot.
Da cui si evince, che il pilota Schettino poco davvero poteva contro gli ordini superiori. Se si fosse opposto ai loro comandi o avesse in qualunque modo ostacolato la volontà dei capi, sicuro sarebbe stato licenziato. E la giusta causa,sicuro come nasce e tramonta il sole, la Costa Crociere, come qualsiasi altra azienda, l’avrebbe trovata. Oggi insomma sappiamo che il pilota Schettino, pur non essendo in cuor suo contrario, così almeno credo a fare ogni volta lo volevano e lo ordinavano i capi l’inchino, altrimenti l’avrebbe fermamente rifiutato, l’ha subìto.
Come lui l’ha subìto la Capitaneria, tutta la tradizione italica che fa capo alla marineria, l’ha subìto il comune buon senso, l’hanno pagato caro tutte le vittime, l’ambiente marino, il nostro turismo, l’immagine dell’intero paese.
O fai l’inchino oppure sei licenziato. O così o pomì. A te prendere o lasciare.
Cosa c’entri questo con l’articolo 18 lo lascio dedurre ai lettori. Però vorrei che questo commento giungesse al duo Giavazzi Alesina e a Ichino: non per smontare il loro castello, bensì evidenziare a quale sistema di ricatti e interessi e poteri consolidati è assoggettato il lavoratore. Sia che si tratti del pilota di un transatlantico, sia che ci si riferisca al mozzo, al secondo pilota, l’inchino era voluto dall’alto, assurto quasi a dovere e dunque servizio; ma guarda caso, malgrado fosse ormai divenuto prassi consolidata, non figurava nelle garanzie di difesa e di tutela del lavoratore e in nessun articolo del contratto di lavoro.
Ci sarebbe altro da dire, ma credo di aver colto la contraddizione e la complessità del nodo da sciogliere.
Nunzio Isoni
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