Sciopero generale, la montagna ha partorito il topolino
Ho atteso con ansia e alla fine salutato con entusiasmo la proclamazione dello sciopero generale. Poi, la doccia fredda: sciopero di quattro ore, il 6 maggio, con cortei e manifestazioni territoriali. Il classico topolino partorito dalla montagna. Ho ascoltato l’intervista della Camusso a CGIL TV: si tratta di uno sciopero prettamente sindacale, senza risvolti politici… Ecco l’errore.
Se guardiamo al passato, in momenti decisivi per la vita politica italiana, la CGIL ha saputo dare una forte carica politica allo sciopero. Ma allora vogliamo dire che ora non ci troviamo in una situazione eccezionale? Centinaia di migliaia, forse milioni di persone aspettano con ansia l’appello alla mobilitazione. Le varie iniziative, prima fra tutte quella delle donne del 13 febbraio, dimostrano che c’è ansia di partecipazione e di mobilitazione: dietro la particolarità e la settorialità delle singole iniziative si vede macroscopicamente il risvolto politico che dice, urla: "Basta col berlusconismo!".
Perchè CGIL da un lato e Pd dall’altro non vogliono capire? Ormai non è più questione di analisi politica ma di FIUTO politico: se non ora, quando? Troppa timidezza, troppa cautela, troppi tentennamenti, troppa ipocrisia. Evidentemente la CGIL non vuole rompere con CISL e UIL. Bonanni e Sacconi hanno reagito con insolenza alla proclamazione dello sciopero.Avrebbero usato gli stessi toni se lo sciopero fosse stato davvero generale con un’unica manifestazione a Roma.
Evidentemente il Pd spera ancora in Casini e Fini perpetuando il maledettissimo e perdente vizio del moderatismo. E intanto raccoglie firme, che non fanno male a nessuno. Basta con assemblee, basta con piattaforme, basta con iniziative settoriali. Bisogna avere il coraggio di proclamare uno sciopero generale politico come spallata, forse risolutiva, al governo.
Spero proprio che non aspettiamo che ci pensino i giudici di Milano: quei processi, se non sono affiancati da una mobilitazione sociale, rischiano di diventare un flop o, peggio, un boomerang. Le risorse del cavaliere, ormai lo sappiamo, sono inesauribili. Lo dico a tutti: più coraggio e meno ipocrisie! Ancora: se non ora, quando?
Aldo Biondo
(8 marzo 2011)
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