Se il buon giorno si vede dal mattino…
Da quaranta dì hanno vinto
ed han subito dipinto
un futuro entusiasmante
con governo dialogante,
disponibile al confronto
con un premier ombra pronto
a incontrare quello là
per veder che se po’ fa’:
patti di consultazione
con la seria opposizione,
mai più muro contro muro!
Ma lo splendido futuro
finì dopo il giuramento
del governo e il lieto evento
dell’incontro fra i capoccia,
col Berlusca che si scoccia
nel capire che il Pd
non dirà sempre di sì
e Veltroni che già sa
che l’idillio finirà.
E da allora fu un crescendo:
primo il didielle orrendo
per mandar dai secondini
gli immigrati clandestini,
anticostituzionale,
ma non sol. Colpo mortale
al processo giudiziario
e al sistema carcerario:
prima svuotano le celle,
poi, con questo didielle,
le riempiono di schianto
almen dieci volte tanto…
Esemplar provvedimento
che fa il popolo contento,
mentre, ahimé, il governo è tosto
nel far fumo e non arrosto.
Poi, il serafico Frattini
che si mette a far casini
e vuol che in Afghanistan
combattiamo i taleban:
“Basta alle mission di pace!
Il soldato sia pugnace,
non più strade ed ospedali,
ma cannon, scontri frontali
e se poi ci scappa il morto
lo accogliamo all’aeroporto!”
Poi han pensato a Berlusconi:
gli europei, veri birboni,
ce l’han con Emilio Fede
e la Commissione chiede,
a suon di dure sentenze,
che gli tolgan le frequenze
e, voilà!, un emendamento
che rimanda il triste evento
a un futuro assai lontano.
Craxi già dette una mano
ad Emilio orson trent’anni,
ma è qui ancora a fare danni
perché i nostri nel passato
l’altra mano gli hanno dato.
Ed infin l’ultima chicca:
Berlusconi e la sua cricca
a Milan sono a giudizio.
Vien proposto un artifizio
per il quale l’imputato,
che con Mills è processato
come falso testimone,
possa mettere un bastone
fra le ruote alla sentenza.
Per fortuna l’indecenza
la capiscon proprio tutti
ed il trucco non dà frutti.
Noi speriam che i primi passi
degli ignobili gradassi
siano tali che Veltroni
dica presto a Berlusconi:
“Ora basta, Cavaliere,
prendermi per il sedere.
Da domani sarò un’ombra
che ripete: Silvio, sgombra!”
(26 maggio 2008)
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