Se il Comitato etico tedesco è occupato dai fondamentalisti religiosi

Christa Stolle

L’associazione per i diritti delle donne tedesca Terre des Femmes denuncia che il Comitato etico tedesco – che esprime pareri su temi eticamente sensibili per il governo e il parlamento – è in larga parte occupato da esponenti di visioni religiose conservatrici, mentre il pensiero laico è sostanzialmente assente. Una caratteristica che si è ulteriormente rafforzata con il recente ingresso della docente di teologia islamica Muna Tatari. Un orientamento del Comitato che rappresenta un pericolo per i diritti delle donne e più in generale per l’autodeterminazione degli individui. Qui la lettera aperta dell’organizzazione.

, presidente di TERRE DES FEMMES

Il Comitato etico tedesco si occupa di questioni sociali, etiche e mediche e delle loro conseguenze per l’individuo e la società. Come si legge sul sito ufficiale, "i suoi doveri includono in particolare informare il pubblico e promuovere il dibattito nella società, elaborare pareri e raccomandazioni rivolte all’azione politica e legislativa del governo e del parlamento federali così come collaborare con i comitati etici e istituzioni analoghe di altri paesi e organizzazioni internazionali".

Nella attuale composizione del Comitato i rappresentanti religiosi sono sovrarappresentati. Dei 24 membri, circa la metà rappresenta sistemi di valori religiosi conservatori e ricopre funzioni all’interno della Chiesa cristiana o di organizzazioni caritative o rappresentano l’Islam e l’ebraismo. Solo un membro si schiera a favore delle persone che non appartengono a una confessione religiosa.

Dal punto di vista di un’organizzazione per i diritti delle donne come TERRE DES FEMMES (TDF), una simile composizione è squilibrata, mette in pericolo le libertà individuali garantite dalla Costituzione e rafforza l’influenza dei rappresentanti religiosi. Già in passati dibattiti su argomenti come la circoncisione dei bambini o il fine vita abbiamo avuto modo di osservare l’influenza delle posizioni religiose sulle decisioni del Comitato, un’influenza volta a una restrizione del diritto all’autodeterminazione dell’individuo.

Proprio in riferimento al suo compito, la composizione del Comitato etico non corrisponde a ciò che sarebbe appropriato in una società laica. TERRE DES FEMMES chiede che la laicità sia protetta e promossa perché è un prerequisito fondamentale per il rispetto dei diritti umani e quindi anche dei diritti delle donne.

TDF difende il diritto delle bambine e delle donne all’autodeterminazione e si oppone a tutte le forme di violazione dei diritti umani e di restrizione delle libertà che le bambine e le donne subiscono esclusivamente in quanto donne, indipendentemente dalla loro appartenenza confessionale, politica, etnica e nazionale e del loro orientamento sessuale. Questi sono i motivi per cui TDF chiede delle regole per il cosiddetto “velo per le bambine” e l’introduzione di un divieto di copertura integrale.


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Alla luce della prevalenza di esponenti religiosi, fra cui donna che rappresenta l’Islam conservatore, vediamo il pericolo che i diritti delle donne – già finora poco tutelati – saranno ancora meno presi in considerazione in futuro. Pensiamo in particolare alla questione dell’aborto che finora non è stata affrontato nei termini dei diritti delle donne. Ma anche la discussione sull’educazione etica obbligatoria come chiesta da TDF, che promuoverebbe una reale integrazione di tutti i bambini, è difficile in un contesto ideologicamente non neutro.

TDF auspica una composizione del comitato etico, i cui i membri non siano chiaramente – come emerge dalle loro professioni o dai loro orientamenti tematici – espressione di posizioni religiose conservatici.

Se guardiamo all’autodeterminazione delle bambine e delle donne per una vita libera, indipendente e paritaria, vediamo purtroppo il rischio che le posizioni fondate su motivazioni religiose rendano questo percorso difficile o lo impediscano del tutto.

(traduzione dal tedesco di Cinzia Sciuto)

(30 giugno 2020)





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