Sel e la candidatura di De Magistris a sindaco di Napoli
Sabato 5 marzo sono andato al Modernissimo alla manifestazione per il lancio della candidatura di De Magistris a sindaco al Comune di Napoli.
Ci sono andato, a dire la verità, senza grandi attese e anche un po’ prevenuto. Perché non mi era piaciuto il De Magistris della manifestazione di Bagnoli con Vendola, non mi era quasi mai piaciuto (finora) il De Magistris delle apparizioni televisive, soprattutto non mi era piaciuto il De Magistris (attendista e incerto) della fase pre-primarie e quello (un po’ sciacallo) della fase post-primarie.
Dunque, perché ci sono andato?
Ci sono andato perché a un militante della sinistra (anche a un militante non proprio solo di base, come me) oggi non resta molto altro che partecipare a qualche manifestazione (a una qualsiasi manifestazione di area) per cercare di capire che cosa sta succedendo nel nostro campo qui a Napoli.
Visto che, dopo la ventata di partecipazione allargata che sono state le primarie (finita presto e, per giunta, ingloriosamente), i nostri partiti hanno pensato bene di escluderci subito da ogni discussione e dibattito sulle soluzioni da dare alla crisi drammatica che si è venuta a determinare, rinchiudendosi, come è loro costume abituale (e forse naturale), nelle segrete stanze, abitate solo da poche persone (che forse per questo si chiamano “segretari”?), impegnate in interminabili e (finora ancora) inconcludenti trattative.
Ci sono andato dunque per cercare di capire, scettico, disincantato, ma anche (come mio solito) aperto, disponibile a modificare il mio punto di vista di partenza.
Devo dire che sono uscito dalla manifestazione con l’idea che la scelta di De Magistris può essere una buona scelta per tutto il centro sinistra. Per quali motivi?
1) E’ stata una bella manifestazione con tanta gente e belle facce, gente che ci crede ancora, nonostante tutto, che non si è ancora rassegnata;
2) Ci sono stati ben undici interventi che hanno preceduto quello finale di De Magistris; interventi del mondo accademico (Realfonso, Jannello, De Vivo), delle professioni (Rossi, Elena Coccia, Marfella), dello spettacolo (Enzo Avitabile), della società civile impegnata (Daniela Villani), dei cantieri e di alcuni centri sociali (Andrea Morniroli, Antonio Musella), di un ex detenuto recuperato all’impegno civile (Di Vaio); interventi che hanno tracciato in maniera semplice e appassionata prime ma chiare linee di un programma per Napoli;
3) Si avvertiva forte il senso di una discontinuità (oggi necessaria, anzi indispensabile); sia nei contenuti (molti in polemica con mancate scelte della giunta Iervolino o con scelte fatte sulla carta ma non realizzate nei fatti), sia nei metodi (la discussione sottratta alle segrete stanze dei responsabili apicali dei partiti, l’esigenza portata avanti di tenere un rapporto aperto con la città anche dopo la eventuale vittoria alle elezioni);
4) Ho sentito e visto un De Magistris cresciuto politicamente e, direi, anche umanamente: emotivo, appassionato, radicale al punto giusto (cosa che per me non guasta), ma allo stesso tempo razionale, pacato, equilibrato; un De Magistris cha ha dismesso i panni del “giudice”, tendente al “giustizialismo” dipietrista, per assumere quelli del “politico”, a tutto tondo e chiaramente di sinistra, attento alle questioni della spesa pubblica come a quelle ambientali, alle questioni della sicurezza come a quelle della cultura; ma soprattutto un De Magistris attento ai movimenti (degli operai metalmeccanici, degli studenti, delle donne).
Ne ho tratto la conclusione che la scelta di De Magistris, a questo punto, anche visto lo stato di stallo in cui versano le trattative tra i partiti del centro sinistra, che perdurano oramai da più di un mese, sarebbe una buona scelta.
Per di più niente affatto una scelta di ripiego. Come forse sarebbero altre di cui si è parlato in questi giorni.
E’ una scelta, infatti, che avverrebbe sull’onda di una non insignificante mobilitazione popolare (l’ho potuto constatare io stamattina con i miei occhi).
De Magistris ha, inoltre, le qualità umane, culturali politiche, perfino caratteriali, per entrare in buona sintonia con il popolo napoletano (o, perlomeno, con la sua parte più sana, che io spero sia ancora quella maggioritaria).
Per cui invito, anzi sollecito il mio partito, Sinistra Ecologia e Libertà:
– a rompere gli indugi,
– a superare le residue incertezze,
– a non farsi più ingabbiare in trattative estenuanti con il PD, che, se dovessero durare ancora, renderebbero questa partita (già molto pregiudicata) definitivamente irrecuperabile,
– a chiedere al PD (che, sia chiaro, con le sue divisioni interne e con le sue progressive defezioni in Consiglio Comunale, è il maggiore responsabile della tragica situazione in cui ci troviamo oggi come centrosinistra) un atto di responsabilità, che a questo punto sarebbe doveroso,
– in mancanza di una tale scelta del PD, ad appoggiare comunque la candidatura di De Magistris.
Giovanni Lamagna
(8 marzo 2011)
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