Sempre caro mi fu quell’alto Colle…

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Primo: spaventar la gente.
“L’immigrato è delinquente,
clandestino o regolare
si abbandona al malaffare,

stuprator, ladro, assassino,
rapitore di bambino,
terrorista, spacciatore,
di magion svaligiatore.”

Poi: “Son troppi gli immigrati
ed i vecchi spaventati,
le fanciulle non protette,
le periferie soggette

a ogni tipo di violenza
chiedono con insistenza
soluzioni dure e pronte!”
I soldati andranno al fronte,

avrem, grazie al Capellone,
la militarizzazione
delle strade cittadine
che al terror metterà fine.

Perché sian quiete le notti
centomila poliziotti,
centomila finanzieri
e ancor più carabinieri

non son certo sufficienti.
Per fermare i delinquenti
ci vorran pure i soldati
da La Russa dedicati

a far il pattugliamento…
ben duemila cinquecento,
men dell’un per cento in più
e i delitti, guarda tu,

caleran nelle città
“per la generosità
dell’esercito italiano”,
raccontando va al padano

il ministro alla difesa,
la cui faccia è già un’offesa.
Terza balla ai creduloni:
“Stop alle intercettazioni!

Sono troppe, son costose,
per la privacy dannose,
van ridotte brutalmente!”
Perché è chiaro: il delinquente

è soltanto l’immigrato,
non il ricco intercettato
che al telefono intrallazza,
nella corruzione sguazza,

da furbetto del quartiere
le scalate fa al Corriere
o telefona a Saccà
segnalando chi la dà

perché possa far carriera
nello show di prima sera,
né il politico baffuto
né il chirurgo ben pasciuto

per gli inutili interventi
praticati sui pazienti
né chi falsa i campionati
con i cellular criptati.

L’emergenza nazionale
vuol che vada in tribunale
l’immigrato delinquente
e non tutta l’altra gente

e, perciò, stop ai processi
ai politici connessi,
in attesa che un dì un lodo
possa alfin trovare il modo

di ridar verginità
a chi al Quirinale andrà
e dirà: “Son qui arrivato
perché puro e immacolato.”

(16 giugno 2008)



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