Sgarbi alla conquista della Serenissima

Maria Sole Garacci

Alla vigilia dell’inaugurazione della 54ma Esposizione Internazionale d’Arte il temporale di polemiche e minacce scatenato da Sgarbi per la mancata nomina a soprintendente del Polo Museale Veneziano si è calmato. Ora l’attenzione è sull’esito del discusso e personalissimo Padiglione Italia che rappresenterà il nostro paese in laguna.



Aprirà al pubblico il 4 giugno la 54ma Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, quest’anno diretta da Bice Curiger, curatrice alla Kunsthaus di Zurigo. Lo stesso giorno la Giuria Internazionale conferirà il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale e il Leone d’oro per il migliore artista della mostra centrale, ILLUMInazioni, che conterà 83 artisti, tra cui gli italiani Giorgio Andreotta Calò, Meris Angioletti, Elisabetta Benassi, Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, Luca Francesconi, Giulia Piscitelli, Marinella Senatore. Tra il 31 maggio e il 4 giugno partiranno anche i 37 eventi collaterali, e molto attesi sono l’appuntamento “non ufficiale” del Museo Correr, che dedica una mostra a Julian Schnabel, e il dialogo tra Anselm Kiefer e Emilio Vedova curato da Germano Celant al Magazzino del Sale e allo Studio Vedova.

Arriva così al varo il discusso Padiglione Italia, il progetto “titanico” ed “enciclopedico”, nelle parole dell’organizzatore Vittorio Sgarbi, che ha rischiato di rimanere orfano del proprio creatore nella scandalosa querelle intorno alla Soprintendenza del Polo Museale Veneziano iniziata nel maggio del 2010. Già attribuita a Sgarbi dall’ex ministro Sandro Bondi, infatti, la nomina era stata per tre volte riconfermata da questi in virtù del comma 6 del decreto legislativo 165/2001 – che autorizza nomine dirigenziali per “chiara fama” – contro le ripetute bocciature per illegittimità dalla Corte dei Conti, mancando Sgarbi dei titoli necessari all’interno del Mibac. La vicenda sembra aver trovato una conclusione il 22 aprile scorso con la decisione da parte del nuovo ministro Giancarlo Galan di confermare l’incarico a Giovanna Damiani, soprintendente di Parma e Piacenza e “reggente” nell’ultimo vuoto di potere lasciato dalla sospensione di Sgarbi, il quale ha poi rinunciato alle dimissioni minacciate dopo la mancata nomina a soprintendente, parte, secondo lui, di un “progetto unitario” insieme alla Biennale.

Il sistema di selezione degli artisti che rappresenteranno a Venezia il nostro paese, ideato da Sgarbi, continua invece a far discutere: la scelta è stata delegata a “duecento grandi personalità di riconosciuto prestigio internazionale, facenti parte del mondo intellettuale legato all’Italia”, coordinati dal presidente della Fondazione Roma Emmanuele Francesco Maria Emanuele. Così Sgarbi dichiara di aver sottratto la Biennale alla mafia dell’arte e dei critici (L’Italia non è cosa nostra è il titolo del padiglione italiano, dove sarà duplicato il Museo della Mafia di Salemi), ma è impressione di molti che egli abbia così evitato gli oneri di una curatela al di sopra delle sue competenze nel campo del contemporaneo. Sospetto ciò sia vero solo in parte, e che in realtà il gusto di Sgarbi sia dietro molti dei nomi proposti dai suoi duecento saggi. Resta il principio, però, e declinando da sé la scelta di una linea legata alla propria personalità, al proprio studio, al rapporto con il milieu artistico, il curatore di fatto consegna al pubblico un impersonale elenco telefonico, un insieme enciclopedico – appunto – e multiforme privo di un discorso critico che valorizzi ed eventualmente sveli nella reciprocità dei rimandi o anche per contrapposto le individuali ricerche artistiche. Del resto, sotto la facile enunciazione del principio democratico e popolare per cui un ampio consiglio di personalità eminenti esprime la realtà culturale del paese, il modello sembra, a tutti gli effetti, quello del triste sistema italico della segnalazione personale.

Gli abbinamenti intellettuale-artista sono eterogenei. Si va da Emanuele Severino, che propone il genovese Pietro Boragina, all’ingegnere e imprenditore italo-statunitense Andrew Viterbi, che segnala Sandro Chia; Elio Fiorucci indica Gillo Dorfles, questi raccomanda Pino Chimenti; Ernesto Galli Della Loggia presenta l’attrice Adriana Asti, che a sua volta suggerisce Luigi Ontani. Giorgia Fiorio, figlia del manager Cesare Fiorio, già cantante e attrice (conta un clamoroso insuccesso a Sanremo 1984 con il singolo Se ti spogli, e parti in Sapore di mare e Sapore di mare 2 accanto a Jerry Calà), oggi apprezzata fotografa, è l’artista presentata da Cesare De Michelis (il fratello letterato di Gianni, nonché editore della Fiorio con la casa editrice Marsilio). Altre coppie sono: Sergio Zavoli/Marcello Mariani, Ascanio Celestini/Riccardo Mannelli, Salvatore Niffoi/Antonio Marras, Enzo Boschi/Carla Accardi, Linda Nochlin/Vanessa Beecroft, don Andrea Gallo/Pino Bertelli, Mina Gregori/Giuseppe Biagi, Mogol/Grazia Cucco, Valerio Massimo Manfredi/Fabrizia Paglia, Lucio Dalla/Franco Politano, Michele Ainis/Fausto Roma, Alain Elkan/Gaetano Pesce, Franco Battiato/Piero Guccione, Tahar Ben Jelloun/Ettore de Conciliis.

Sapremo tra qualche giorno se il “sistema Sgarbi” è azzeccato.

(30 maggio 2011)

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