Sicurezza: l’ossessione clandestini e il silenzio sulle violenze in famiglia

MicroMega

di Pancho Pardi

Al Senato, Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia riunite, la maggioranza fa passare un decreto legge sulla sicurezza. Ma la visione che la maggioranza ha sulla sicurezza dei cittadini è davvero strabica.
Il problema maggiore, quasi l’unico, è quello dei clandestini, visti come la causa principale di tutti i più gravi problemi di ordine pubblico. I costruttori di paura, che hanno in mano la massima parte dei mezzi di comunicazione, riescono ad affievolire, fino a far scomparire, la rilevanza imponente della criminalità italiana, in cui oltre ai numerosi soggetti spontanei e individuali spicca una rete di multinazionali del crimine particolarmente efficiente.
E ingigantiscono il ruolo della criminalità degli immigrati. Così l’immigrazione clandestina diventa essa stessa reato, e la condizione di immigrato clandestino un’aggravante di pena per i suoi eventuali reati. Incuranti del dettato costituzionale, i costruttori di paura immaginano di poter mettere circa seicentomila persone in galere già oggi quasi al limite della loro ricettività. E non vogliono chiedersi chi pagherà il loro mantenimento in prigione.
Ma sui reati in famiglia e sulla violenza alle donne e ai minori distolgono lo sguardo. Nel 2006, un milione e centocinquantamila donne hanno subito violenze. E il Rapporto sulla criminalità dello stesso Ministero degli interni documenta che "Le violenze fisiche sono state commesse dal partner nel 62,4 per cento dei casi, le violenze sessuali nel 68,3 per cento dei casi, gli stupri nel 69,7 per cento dei casi".
Ma i cultori della sicurezza hanno rinviato ad altra occasione il momento per affrontare questo decisivo capitolo di sicurezza mancata nel mondo nascosto delle famiglie italiane. 

12 giugno 2008


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