Siracusa, per il G8 sull’ambiente un costoso maquillage
La città di Siracusa nei prossimi giorni assurgerà alla cronaca internazionale perché sede del G8 sull’ambiente fortemente voluto nella nostra città dalla “Madama la Ministra” on. Prestigiacomo.
Evento in sé importante e meritevole di plauso se non che la città non è stata invitata, o meglio i cittadini non hanno ricevuto alcun biglietto di partecipazione ma di rimando ne avvertono tutti i disagi dei preparativi durante la conduzione della vita quotidiana.
Come in ogni feudo medievale che si rispetti, i castellani organizzano le loro feste e le loro giostre, invitano i cavalieri e le dame dei castelli amici, si adornano con gli abiti più sgargianti e costosi, ma almeno loro alla fine delle feste lasciavano che il popolo godesse del giorno di festa e delle briciole dei loro lauti banchetti.
Ai giorni nostri, memore del nostro passato tre-quattrocentesco, “Madama la Marchesa”, reggente del feudo aretuseo, ha ottenuto da Sua Maestà, il Signore del Governo del Regno, un bel po’ di soldini provenienti dalle casse del tesoro dei cittadini, ed in collaborazione con il Borgomastro della città (leggasi Sindaco) ed i suoi accoliti e vassalli ha pensato bene di poterli spendere senza renderne conto a nessuno e nella più assoluta ignoranza ed indifferenza dei più, contando sul fatto che il popolo ha ben altro a cui pensare in questo momento economico-finanziario così delicato per i molti (e non per i soliti pochi).
E così ha deciso di mettere un bel tappeto d’asfalto nero (e non rosso come si converrebbe)solo ed esclusivamente sulle strade che percorreranno i potenti suoi ospiti e con il beneplacito di chi di regola non consente alcun cambiamento strutturale ed estetico nel nostro territorio (leggasi Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Architettonici) ha smantellato il manto stradale in sampietrini delle vie della sua (sic) Cittadella Ortigia (centro storico) onde evitare il fastidioso ballonzolare delle carrozze nobiliari (leggasi auto blu).
E’ di questi giorni inoltre la rimozione del basolato posto all’ingresso ed all’uscita del nuovo ponte con la produzione di due scavi che tanto ricordano i fossati di medioevale memoria; non è che per caso vogliono mettere dei ponti levatoi sorvegliati da armigeri per impedire gli attacchi degli eserciti rivali alla Cittadella, attacchi che a quanto sembra si stanno preparando con grande piacere ed orgoglio dei cittadini che vedranno la loro città sottoposta a tanta violenza? Ma tutto questo fa parte della tradizione cavalleresca!!
Ha inoltre pensato bene la Marchesa di rendere più gradevole l’aspetto della nostra città, cercando di addobbarla con piante e fiori sui quali si sta svolgendo un grande conflitto di scelta (e forse anche di interessi) dal momento che l’intento principale accertato è che durino lo spazio ed il tempo dell’evento e non a sempiterna memoria come bene godibile dal popolo che peraltro ne godrà quasi subito nelle proprie case (a buon intenditore….).
Non siamo attualmente al corrente di altre iniziative, forse perché coperte dal segreto di stato per la sicurezza dei notabili che ci faranno visita, o forse perché sarebbe molto difficile poter giustificare, a chi avesse voglia e forza di chiedere un rendiconto del capitolato di spesa (cosa che in un paese non medioevale sarebbe naturale esplicitare pubblicamente), come è possibile aver speso quel po’ po’ di soldini solo per operazioni di maquillage che come per una anziana signora, ahimè, un po’ grinzosa, durino il tempo di una festa.
Concludo con una riflessione un po’ amara ma, a mio avviso, molto realistica: l’accostamento del nostro tempo al periodo del potere feudale si riscontra purtroppo sempre più spesso nel nostro quotidiano, dal potente e dal violento che prende sempre più piede, dagli esempi di gestione della cosa (res)pubblica che ci vengono dai nostri governanti, dal progressivo assopimento della coscienza civile, dalla perdita del senso di essere cittadino che ha doveri ma dovrebbe accampare anche diritti, dalla pressoché mancanza di capacità comune di reagire a questa deriva oligarchica medioevale.
È per questo che chi ha ancora a cuore la propria libertà di pensiero e di critica costruttiva dovrebbe cominciare ad indignarsi facendo sentire il proprio sostegno a chi lotta ogni giorno con i mezzi consentiti dal vivere civile (e non con le tenzoni sanguinose e violente di un periodo non più rinnovabile), per cercare di arginare questa piena autoritaristica e sovvertire un sistema che regalerà, senza retorica, alle generazioni future, ai nostri figli, un contesto sociale e civile aberrante.
Ninni Gibellino, Idv Siracusa
(7 aprile 2009)
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