Solidarietà e trasparenza: un otto per mille di laicità

MicroMega

Tramite il subdolo e truffaldino meccanismo dell’otto per mille, la Chiesa cattolica riceve ogni anno centinaia di migliaia di euro. In attesa che venga abolito – o quantomeno laicizzato consentendo l’accesso anche a realtà non religiose – MicroMega lancia un per indicare la Chiesa valdese come destinataria. La pastora moderatrice della Tavola valdese racconta come i soldi vengano spesi esclusivamente in solidarietà. Con rendiconto al centesimo.

La Chiesa valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi) percepisce l’otto per mille dal 1997 anche se ne ha diritto dal 1993. La discussione che portò a quella decisione durò a lungo e fu molto animata: dal 1984, anno in cui fu stipulata l’Intesa tra lo Stato italiano e la Chiesa valdese, che era la prima intesa, al 1991. E ci volle tanto tempo perché il Sinodo valdese (1) era diviso: c’era chi non avrebbe voluto entrare in un meccanismo che è e rimane clericale, perché riguarda soltanto Chiese ed è stato inventato e previsto in sede di revisione del Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica romana nel 1984; come, noto, infatti, il meccanismo dell’otto per mille ha sostituito la vecchia congrua. D’altra parte però c’era chi pensava che si dovesse cogliere la sfida che questa opportunità offriva, e alla fine la maggioranza del Sinodo decise di entrare nel meccanismo dell’otto per mille. Per tutta la seconda metà degli anni Ottanta le Chiese locali discussero animatamente sul da farsi e fecero giungere i loro pareri all’esecutivo della Chiesa e poi al Sinodo. Ricordo l’intervento del vecchio pastore Tullio Vinay (2), che di fatto convinse l’assemblea della Chiesa di Roma, che discuteva in vista del Sinodo, e nella quale ero giovane pastora, che disse a chi come me non ne voleva sapere di accettare l’otto per mille più o meno così: «Non possiamo fare i puri con la fame, la nudità, la sofferenza, la malattia di chi ha fame e sete di vita e di giustizia. Se con quel denaro si può fare qualcosa di utile dobbiamo prenderlo, per gli altri».
La decisione di accedere all’otto per mille fu presa con alcune clausole limitative: non usare i proventi per la vita della Chiesa e quindi per gli stipendi dei pastori e per tutto ciò che attiene al culto e alla liturgia; e non entrare nel sistema della ripartizione delle quote inespresse, destinando allo Stato la quota che quel meccanismo avrebbe assegnato alla Chiesa valdese (3). Con queste clausole volevamo che ci giungesse soltanto il denaro di chi aveva espresso la propria volontà di affidarcelo, firmando per la Chiesa valdese. Queste furono decisioni unanimi.
La decisione di escludere dall’intero introito dell’otto per mille il finanziamento alle attività della Chiesa era e rimane dirimente e la ragione su cui si basa è che i proventi dell’otto per mille vengono dalle tasse dello Stato, quindi sono soldi pubblici, non sono soldi che possiamo considerare «nostri», cioè soldi che provengono dallo sforzo contributivo delle Chiese locali per il mantenimento del culto e per la predicazione in Italia. Il ragionamento della Chiesa valdese fu e rimane questo: accettare la sfida di ricevere annualmente un patrimonio ed usarlo altrimenti che per la Chiesa.
Vi sono altri criteri di utilizzazione dell’otto per mille, anch’essi fissati dal Sinodo: l’intero introito (salvo una cifra che oscilla tra il 5 e il 7 per cento che è utilizzata per l’ufficio che lo amministra e la pubblicità che ogni anno viene pensata) è speso in diaconia e cultura.
Per diaconia si intendono progetti e opere sociali sia di iniziativa valdese e metodista, sia di terzi (laici, cattolici) volti a sostenere e migliorare la vita umana e la sua qualità in Italia e all’estero. Va da sé che, anche quando le opere sostenute sono di iniziativa valdese, il loro servizio è rivolto verso chiunque ne abbia bisogno e non solo nei confronti di persone di fede evangelica o cristiana in genere. Per cultura (che è la parte minore) si intendono attività di tipo editoriale, museale, e ricerca scientifica, anch’esse sia di iniziativa ecclesiastica, sia di terzi. Non si sostiene la pubblicazione di materiale religioso inerente il culto e la liturgia; negli ultimi tre anni la Chiesa valdese ha deciso di dare un contributo alla ricerca sulle cellule staminali adulte sostenendo il lavoro dell’Istituto di ricerca nazionale di biostrutture e biosistemi legato all’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna (professor Carlo Ventura) e sulle cellule staminali embrionali sostenendo la ricerca della professoressa Cattaneo dell’Università degli studi di Milano.
Un altro criterio fissato dal Sinodo valdese fin dall’inizio è che la ripartizione in percentuale della destinazione dei fondi dell’otto per mille è del 70 per cento in Italia e del 30 per cento all’estero. Chiunque può fare domanda scaricando i moduli previsti dal sito internet della Chiesa valdese, nessun finanziamento erogato copre il cento per cento del progetto ed ogni richiedente deve dichiarare come intende finanziare l’intero progetto. Il finanziamento viene elargito in tre tranche nel corso dell’anno a ognuna delle quali devono corrispondere le rispettive fatture e lo stato di avanzamento del progetto.
La Tavola valdese che decide lo stanziamento dell’otto per mille e ne riferisce al Sinodo, si serve di una commissione di sette persone (scelte tra i membri di Chiesa) da essa nominata, che nel corso dell’anno esamina tutti i progetti pervenuti e fa una prima valutazione e ipotesi di finanziamento. La prima commissione nominata era composta nella maggioranza di persone che nel dibattito sinodale si erano dichiarate contrarie a entrare nel meccanismo dell’otto per mille.
Ogni anno l’intero bilancio dell’otto per mille – con i dettagli dei singoli progetti – viene pubblicato nel sito della Chiesa valdese e sulle pagine di un quotidiano nazionale in modo che chi vuole informarsi su come viene utilizzato il denaro dell’otto per mille della Chiesa valdese lo possa fare.
Dell’intero gettito dell’otto per mille la Chiesa valdese ha ricevuto nel corso degli anni una quota di poco superiore all’1 per cento per una cifra che ogni anno si aggira intorno ai cinque milioni di euro e che, negli anni, tende a crescere. I valdesi sono i terzi in ordine di entrate otto per mille dopo la Chiesa cattolica, che ne percepisce intorno all’80 per cento, e lo Stato. In realtà, soltanto il 40 per cento circa dei cittadini italiani che compilano il modulo delle tasse firma per uno dei destinatari previsti, mentre il 60 per cento non dà alcuna indicazione. Il meccanismo della ripartizione dei resti, cioè dell’oltre il 60 per cento dell’intero gettito, viene ripartito in modo proporzionale tra Chiesa cattolica, Stato italiano, Unione delle comunità ebraiche italiane, Chiesa luterana, Unione delle Chiese avventiste. Le Adi (Assemblee di Dio in Italia) e la Chiesa valdese per loro scelta fino ad ora percepiscono soltanto le quote espresse dal numero delle firme ricevute.
Ancora un dato: la somma dei valdesi e dei metodisti italiani è di circa 30 mila persone, aggiungendo anche la popolazione vicina alla Chiesa pur non essendone parte integrante possiamo pensare a un numero che non arriva a 50 mila. Di queste forse un terzo sono coloro che compilano la cartella delle tasse e firmano per la Chiesa valdese. Quindi a fronte di un numero che può variare tra i 15 e i 20 mila valdesi che firmano
esplicitamente per noi, ci sono duecentomila firme di cittadini e cittadine italiani che firmano per la Chiesa valdese: da un lato questo dato ci lusinga perché significa che molte decine di migliaia di persone ci stimano e ci dimostrano la loro fiducia, d’altro lato questo stesso dato rappresenta per la Chiesa una responsabilità importante.
Nel corso degli anni la Chiesa valdese ha cambiato opinione rispetto alle quote inespresse e nel 2001 ha chiesto al governo di poter modificare la propria intesa su questo punto, chiedendo di entrare nella ripartizione dei resti (4). Perché? Per due motivi.
Il primo sta nell’avere osservato per vent’anni che lo Stato italiano ha rinunciato ad avere una politica seria e chiara di utilizzo del proprio otto per mille: praticamente quella grande quantità di denaro va per il restauro di Chiese cristiane o viene girato a voci di bilancio del governo. Nel 2005 ad esempio la maggioranza del gettito dello stato è andato al finanziamento della missione di pace in Iraq. E saperlo è comunque molto difficile. Nessuna informazione viene fornita e diffusa, nessuna seria programmazione di interventi umanitari e di sostegno alla vita (per esempio di abolizione delle barriere architettoniche per i portatori di handicap; o per il recupero delle persone dipendenti da stupefacenti o da alcool, o di promozione dei giovani, o della cultura) o di altri interventi di salvaguardia del territorio, dell’aria, della vegetazione. In più, non è mai stata fatta nessuna promozione per chiedere di firmare per lo Stato, quasi fosse proibito allo Stato di invitare i cittadini a determinare con la loro firma un aumento delle proprie entrate di otto per mille. Nulla.
Il secondo motivo sta nell’aver constatato quante cose importanti si sono potute sostenere anche solo con il nostro piccolo 1 per cento. Piccoli e medi progetti in Italia e all’estero. Piccoli e medi progetti anche di chi non è una Chiesa e non riceve perciò l’otto per mille: cose belle, preziose di cui rendiamo conto al centesimo e che ci onora poter fare.

Note
(1) Il Sinodo è l’assemblea annuale che raccoglie deputati e deputate delle Chiese valdesi e metodiste d’Italia e i/le pastori/e delle Chiese in numero uguale. Il Sinodo è la massima autorità umana della Chiesa valdese e ha il compito di esaminare l’operato della Tavola valdese, che ne è l’esecutivo e di prendere le decisioni inerenti i vari aspetti della vita della Chiesa. La Tavola valdese è composta da sette membri di cui almeno tre pastori e almeno tre scelti tra i deputati delle Chiese; viene eletta ogni anno e per un massimo di sette anni consecutivi. Il moderatore della Tavola valdese, primo fra i sette, è eletto con votazione apposita, e così anche il vicemoderatore.
(2) Tullio Vinay (1909-1996), pastore valdese, fondatore del Centro ecumenico di Agape a Prali nel 1946 e nel 1961 dell’opera diaconale Servizio Cristiano a Riesi (Cl), dove si apre nel cuore della Sicilia una scuola materna ed elementare, una fabbrica che dà lavoro ad alcune decine di dipendenti, una scuola professionale e una piccola azienda agricola. Dal 1976 al 1983 senatore della Repubblica.
(3) Per un’analisi dettagliata del meccanismo dell’otto per mille cfr. C. Sciuto, «», MicroMega, n. 4/2007.
(4) Ancora oggi però la modifica non è operativa perché attende di essere approvata dal parlamento.

(12 maggio 2008)



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