SPECIALE VENEZIA 68 – L’arte nascosta del Crazy Horse e la pornografia di Box Office

Barbara Sorrentini

VENEZIA 68 – 007 l’Ospizio può attendere, Corri Fast che sono Furious, Il Codice Teomondo Scrofalo e, per non farsi mancare niente, Erry Sfotter e l’età della pensione. Ma che vorrdì?! E’ questo il cinema italiano che vogliamo? Al Festival di Venezia poi, mica alla vigilia di Natale. Ed eccoci qui serviti, se non bastavano i tagli, le manovre scomode o le pensioni incenerite come un incantesimo mal riuscito ora anche l’Arte Cinematografica fa brutti scherzi. Ed è solo l’inizio, anzi la pre-apertura della Mostra del Cinema di Venezia, consacrata dal film di Ezio Greggio, costruito su patetiche parodie di film che hanno sbancato al box office negli anni passati. In attesa della vera apertura con le Idi di Marzo di George Clooney, dal quale ci si aspetta un po’ di spessore, se non altro politico, in più la vera chicca di pre-apertura era nascosta nella sezione delle Giornate degli Autori.

Il documentarista Frederick Wiseman, bostoniano e con una quarantina di lavori coraggiosi e non sempre istituzionalmente graditi (il più esemplare Titicut follies) alle spalle si destreggia tra le prove, il back stage, le riunioni, la sartoria, i camerini e i corpi danzanti di uno dei luoghi mitici di Parigi: il club cabaret fondato nel 1951 da Alain Bernardinn e frequentato quanto la Tour Eiffel. Anche in Crazy Horse Wiseman rincorre la verità. La insegue con sguardo raffinato e sontuoso, pieno di luci colorate e soffuse sui corpi delle ballerine che hanno fatto del loro mestiere un’ arte. Danzano e interpretano così bene le emozioni stabilite dal copione che ci si dimentica che sono nude. Il loro corpo strumento, nasconde fatica e scelta di vita artistica. Non c’è niente di pornografico nelle loro forme illuminate, la vera pornografia è altrove, forse è nello sguardo di chi frequenta quel luogo pensando di trovarci merce esposta, o più verosimilmente in quella sorta di cinepanettone che ha riempito la Sala Grande del Lido, lasciando semi vuota quella che proiettava Crazy Horse.

(30 agosto 2011)

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