Strasburgo vigila sulla laicità anche per noi
La Corte dei Diritti Umani di Strasburgo ha emesso due fondamentali sentenze. Una a tutela della libertà d’insegnamento indipendentemente dagli enti dove si insegna e con buona pace del Concordato. L’altra, più nota, sul divieto di esporre il crocefisso ed ogni altro simbolo religioso nelle scuole. La Corte ha anche condannato lo Stato italiano al risarcimento dei danni morali.
di Maria Mantello
La Corte Europea dei Diritti Umani ha sede a Strasburgo. Ad essa può appellarsi ogni cittadino europeo per ricevere giustizia dopo essersi rivolto ai tribunali della sua Nazione. I 47 magistrati che la compongono (uno per ogni Stato del Consiglio d’Europa) hanno il compito di intervenire a ripristinare le libertà fondamentali violate, condannando anche gli Stati nazionali europei che siano venuti meno al loro dovere di garantirle.
La Corte interviene dapprima “in via amichevole”, e se fallisce questo tentativo con una vera e propria azione giudiziaria. Le sentenze emesse dai suoi giudici sono vincolanti per gli stati membri, e sulla loro applicazione vigila il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
Recentemente la Corte ha emesso due fondamentali sentenze che condannano lo Stato italiano per defezione laica.
La prima, del 20 ottobre 2009, riguarda il diritto alla libertà d’insegnamento del prof. Luigi Lombardi Vallauri, espulso nel 1998 dall’Università Cattolica di Milano perché «per il rispetto della verità e il bene degli studenti», la curia vaticana non condivideva il suo insegnamento di Filosofia del Diritto, considerandolo «in netta opposizione alla dottrina cattolica ».
La Corte, al contrario, ha sancito che la libertà di manifestare il proprio pensiero e i risultati della propria ricerca, siano fondamentali diritti umani. E non possono essere sospesi neppure in presenza di accordi concordatari tra Stato e Chiesa. Insomma, non ci sono zone franche. Neppure all’Università del Sacro Cuore. La libertà d’insegnamento non è subordinabile all’ideologia della struttura dove si insegna. Come ha commentato lo stesso Lombardi Vallauri: «significherebbe che puoi dire quello che stai pensando in quel momento solo se ti sei infilato nella struttura scolastica ‘giusta’. Ma questo significa che il diritto riconosciuto ai privati di istituire scuole per fare propaganda delle loro fedi, prevale sul principio che arte e scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento… Si tratta di una sentenza epocale. Non solo per il caso specifico che mi riguarda, perché nella internazionalizzazione della giurisprudenza potremo avere davvero una globalizzazione della laicità e con essa della democrazia».
Lo Stato italiano, ritenuto colpevole di non aver fatto valere il sacrosanto diritto del prof. Luigi Lombardi Vallauri, è stato condannato a risarcirlo con 10.000 euro per i danni morali arrecatigli.
L’altro importante pronunciamento della Corte di Strasburgo in materia di laicità è quello del 3 novembre 2009: la così detta ‘sentenza del crocefisso’, con cui i giudici europei hanno dato pienamente ragione alla signora Soile Lautsi, cittadina italiana di origine finlandese che nel 2002 aveva chiesto all’istituto statale Vittorino da Feltre di Abano Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli (Dataico e Sami Albertin), di togliere i crocefissi dalle aule. In Italia, dopo una sequela di ricorsi e controricorsi, e nonostante i precedenti pronunciamenti in materia della Corte Costituzionale (in particolare, 203/1989), e della Corte di Cassazione (in particolare, 439/2000), la vicenda aveva assunto toni parossistici con la stupefacente motivazione emessa dal Consiglio di Stato col pronunciamento n.7314/2005. Questo organo amministrativo, infatti, per aggirare il fatto che il crocifisso nei luoghi pubblici contrasta con il supremo principio della laicità dello Stato, era arrivato a chiedere al cittadino di essere un dissociato mentale. Il crocefisso sarebbe infatti da giudicare sacro in chiesa e laico in ogni altro dove (povero crocefisso! povero cittadino!).
La Corte di Straburgo ha messo fine a queste acrobazie (celestiali?), restituendo pienamente alla scuola l’ardua impresa di educare alla libertà di pensiero e di coscienza. Un’impresa delicatissima che contrasta con i simboli di fedi affissi alle pareti di un aula scolastica, che violano la libertà di coscienza degli alunni e fanno dello Stato il propagatore di una fede. Lo Stato italiano, colpevole di non aver rispettato tutto questo è stato condannato a risarcire con 5000 euro la signora Soile Lautsi per danni morali subiti. Inutile dire che già in Italia si stanno armando le truppe per crocifiggere ogni luogo pubblico. Ma per la ‘Buona Novella’ chiediamo: i cristiani la croce non dovrebbero prenderla su di sè invece di usarla come un maglio da brandire su tutti?
(21 dicembre 2009)
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