‘Terrorismo’ vaticano
Le gerarchie ecclesiastiche usano gridare allo scandalo e spesso accusano addirittura di ‘terrorismo’ chi osa semplicemente ricordare fatti storici e verità indiscutibili. Eppure eminenti rappresentati della Chiesa apostolica romana non mostrano il minimo senso del pudore – né tantomeno di onestà – quando trattano – con espressioni, queste sì, davvero terroristiche – temi come l’aborto, l’Aids, l’omosessualità, l’eutanasia. Leggere per credere.
a cura di Emilio Carnevali
«Non sopporto che il Vaticano abbia vietato i funerali a Piergiorgio Welby. Non lo sopporto. E invece li ha permessi a Pinochet, a Franco e a un componente della banda della Magliana. Ma ragazzi è giusto così. Accanto a Gesù Cristo in croce non c’erano due malati di sclerosi multipla, ma c’erano due ladroni». Per aver pronunciato queste parole nel corso del tradizionale concerto del Primo Maggio di quest’anno a Roma, il conduttore Andrea Rivera è stato accusato dall’Osservatore Romano nientedimeno che di «terrorismo». «Anche questo è terrorismo», si è letto in un editoriale non firmato sull’organo ufficiale della Santa Sede il giorno dopo il concerto. «È terrorismo lanciare attacchi alla Chiesa. È terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore, l’amore per la vita e l’amore per l’uomo. È vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il papa, sentendosi coperti dalla grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile».
Ma le parole dell’Osservatore Romano, nella loro estrema e sconcertante gravità, non hanno suscitato l’indignata e ferma reazione che ci si sarebbe potuti aspettare da parte da parte dell’azienda che ha mandato in onda l’evento, dei sindacati organizzatori, degli esponenti del mondo politico e delle più alte istituzioni della Repubblica. Tutti si sono anzi affrettati a prendere le distanze dalle parole di Rivera. La Rai e Rai Tre hanno scritto in una «nota» di non avere «alcuna responsabilità» su quanto accaduto «non partecipando direttamente alla contrattualizzazione degli artisti e dei conduttori, né alla stesura dei testi e della scaletta del concerto». Ed anche i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil si sono subito dissociati dalle parole del comico.
Eppure Andrea Rivera si è semplicemente limitato a ricordare due fatti incontrovertibili. In merito ai funerali di Piergiorgio Welby, il vicariato di Roma aveva infatti dichiarato «di non poter concedere tali esequie ecclesiastiche» perché «era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325)». Evidentemente non contrasta con la dottrina cattolica, invece, il comportamento del sanguinario dittatore cileno Augusto Pinochet, come ci ricorda il cardinal Pio Laghi in un’intervista concessa alla Stampa il 12 dicembre del 2006: «Sì, è morto con i sacramenti. Si dichiarava cattolico. Ma sono situazioni imbarazzanti, certamente. È giocoforza accettare questi fatti compiuti». Lo stesso Pio Laghi che da nunzio apostolico in Argentina – il 27 giugno 1976, tre mesi dopo il golpe militare – dichiarò: «Il paese ha un’ideologia tradizionale e quando qualcuno pretende di imporre altre idee diverse ed estranee, la Nazione reagisce come un organismo, con anticorpi di fronte ai germi. […] I soldati adempiono il loro dovere primario di amare Dio e la Patria».
A proposito di dichiarazioni «terroristiche», dunque, il mite Andrea Rivera ha ancora molto da imparare. Forse potrebbe cominciare a farlo proprio leggendo un campionario assortito di esternazioni di membri della gerarchia ecclesiastica.
«I preservativi non sono sicuri contro l’Aids e so che almeno in due paesi europei vengono infettati intenzionalmente con il virus. […] Vogliono sterminare il popolo africano. Questo è il programma. Vogliono colonizzarci come hanno sempre tentato di fare finora. Se non facciamo attenzione finiremo presto per tornare alla situazione di un secolo fa».
Monsignor Francisco Chimoio, vescovo di Maputo, Mozambico (intervista alla Bbc, 26-9-2007)
«Prima Erode, che fece uccidere i bambini di Betlemme, poi tra gli altri Hitler e Stalin, che fecero sterminare milioni di persone, e oggi – ai nostri giorni – bambini non ancora nati vengono uccisi a milioni».
Cardinal Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia (Ansa, 7-1-2005)
«Dopo la caduta dei regimi costruiti sopra le ideologie del male [nazismo e comunismo], in quei paesi le forme di sterminio nominate poc’anzi sono di fatto cessate. Permane tuttavia lo sterminio legale degli esseri umani concepiti e non ancora nati».
Giovanni Paolo II (Memoria e identità, Rizzoli, Milano 2005)
«Oltre all’abominevole terrorismo dei kamikaze, che occupa quotidianamente la nostra cineteca mediatica, c’è il cosiddetto “terrorismo dal volto umano”, anch’esso quotidiano e altrettanto ripugnante, che viene subdolamente propagandato dai mezzi di comunicazione sociale, manipolando ad arte il linguaggio tradizionale, con espressioni che nascondono la tragica realtà dei fatti», come quando l’aborto viene chiamato «interruzione volontaria della gravidanza e non uccisione di un essere umano indifeso» o quando l’eutanasia viene chiamata «più blandamente morte con dignità». Il male oggi «non è solo azione di singoli o di gruppi ben individuabili, ma proviene da centrali oscure, da laboratori di opinioni false, da potenze anonime che martellano le nostre menti con messaggi falsi, giudicando ridicolo e retrogrado un comportamento conforme al Vangelo».
«Purtroppo non possiamo chiudere le biblioteche del male né distruggere le sue cineteche che si riproducono come virus letali» ma possiamo chiedere a Dio di «rafforzarci, mediante la formazione di una retta coscienza che cerca e ama il vero e il bene ed evita il male».
Monsignor Angelo Amato, segretario della Congregazione per la dottrina della fede (Sir, 23-4-2007)
«Ogni atto di violenza è terrorismo. La Chiesa viene applaudita se parla di pace, ma derisa se parla di aborto. Anche questo è terrorismo perché è scientificamente provato che la vita comincia con il concepimento. Lo stesso vale per la pillola del giorno dopo».
Cardinal Severino Poletto (Ansa, 31-4-2004)
«[Il diritto alla vita] è minacciato proprio dall’odierna tecnologia altamente avanzata. […] Un tale paradosso è giunto fino al punto di creare una “cultura della morte”, nella quale l’aborto, l’eutanasia, e gli esperimenti genetici sulla stessa vita umana hanno già ottenuto o stanno per ottenere il riconoscimento legale. […] Possiamo non mettere in relazione questa cultura della morte nella quale le vite umane più innocenti, indifese e gravemente ammalate sono minacciate dalla morte, e gli attacchi terroristici, come quelli dell’11 settembre, nei quali sono state colpite migliaia di persone innocenti?».
Cardinal Francis Arinze (Ansa, 9/4/2002)
«Perché dire di no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute e
quindi creare figure alternative alla famiglia? Perché dire di no? Perché dire di no all’incesto come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano? E via discorrendo. Perché poi bisogna avere in mente queste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presenti almeno come germogli iniziali».
Monsignor Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Ansa, 31-3-2007)
«[L’Aids] è un castigo di Dio, evidentemente, perché prima non c’era. […] È una malattia terribile che colpisce il peccato direttamente. Purtroppo la malattia si espande da costoro agli altri, innocenti, e così li hanno sulla coscienza. […] Il mondo ha progredito soprattutto nei sette peccati capitali. Dio per risposta ci ha mandato l’Aids».
Cardinal Giuseppe Siri (intervistato da Il Sabato, Ansa, 23-3-1987)
«Gli esseri umani diventano così strumenti di altri esseri umani. Questa è l’eugenetica e la storia tedesca ci insegna a cosa ha portato. Noi siamo già sulla medesima strada: che altro è d’altronde l’interruzione di gravidanza di sei milioni di vite nell’utero materno da quando è in vigore l’Abortion Act?».
Cardinal Cormac Murphy-O’Connor (Sunday Telegraph, 27-3-2005)
«L’aborto è il principio che mette in pericolo la pace del mondo».
Giovanni Paolo II (Ansa, 22-5-2003)
«Non c’è legalità in uno Stato che permette di uccidere gli innocenti e la nazione che uccide i propri figli è una nazione senza futuro».
Giovanni Paolo II (Ansa, 1-9-1996. Parole pronunciate nella sua lingua madre pochi giorni dopo l’approvazione da parte del parlamento polacco di una legge che consente alla donna di interrompere la gravidanza entro le 12 settimane dal concepimento).
«La legalizzazione e il finanziamento pubblico dell’aborto» costituiscono «la massima vergogna del Novecento, che pure ha conosciuto le più orrende infamie della storia, come i molti e diversi genocidi che sono stati perpetrati».
Cardinal Giacomo Biffi (Ansa, 31-1-1998)
«La profanazione della vita umana non è certo conclusa con l’accettazione della pratica abortiva: non si vede perché questo intervento non debba essere orientato quasi insensibilmente a eliminare persone con handicap, deboli o indesiderate: ad attuare, cioè, una selezione eugenetica. L’eutanasia, poi, potrà apparire presto uso ammesso senza eccessive difficoltà con la pena di morte, nonostante tutte le proteste in contrario. La manipolazione genetica potrà condurre a una sorta di ingegneria della fecondità umana messa al servizio di disegni politici, economici, demografici e così via tra i più disumani. La famiglia sganciata dal matrimonio potrà porsi a prescindere o in opposizione al mutuo completamento sessuale dei coniugi e all’educazione dei figli. Al riguardo non si riesce a vedere chiaramente la proibizione perfino dell’incesto e della pedofilia, quando si dovesse trattare di rapporti tra consenzienti».
Monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como (discorso in occasione della festa patronale di sant’Abbondio, Como, 31-8-2001)
«Tutte le persone che hanno partecipato all’intervento medico sono dei malfattori perché hanno stroncato la vita di un innocente prima della nascita».
Cardinal Alfonso López Trujillo (intervista all’emittente radiofonica colombiana Rcn in merito all’aborto praticato nell’Ospedale Simon Bolivar di Bogotá su una ragazzina di otto anni violentata dal patrigno, 29-8-2006)
«La particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata».
Cardinal Joseph Ratzinger (Lettera al vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 10-10-1986)
«Tuttavia, la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l’attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la Chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano».
Cardinal Joseph Ratzinger (ibidem)
«[La presenza degli omosessuali nella Chiesa] è una grande, enorme, immensa sciagura e una delle cause è la mancata attenzione nei seminari, dove i superiori devono essere educatori».
Cardinal Esilio Tonini (Ansa, 30-11-2005)
«Nuovi nemici tentano di espugnare le nostre città, di sovvertire il loro sereno ordinamento e di creare turbamento alla loro vita. Questi nuovi nemici si chiamano il nichilismo e il relativismo, che in modo più o meno esplicito nutrono le tendenze egemoni nella nostra cultura: fanno dell’embrione, l’essere umano più indifeso, un materiale disponibile per sperimentazioni mediche; danno copertura legale al crimine dell’aborto e si apprestano a farlo per le pratiche eutanasiche, infrangendo la sacralità dell’inizio e della fine della vita umana; introducono il concetto apparentemente innocuo di qualità della vita, che innesca l’emarginazione e la condanna dei più deboli e svantaggiati; coltivano sentimenti di arroganza e di violenza che fomentano le guerre e il terrorismo; […] oscurano la verità della dualità sessuale in nome di una improponibile libertà di autodeterminazione di sé; scardinano la natura stessa della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna».
Monsignor Giuseppe Betori, segretario della Conferenza episcopale italiana (omelia in occasione della festa di sant’Ubaldo, cattedrale di Gubbio, 16-5-2007)
«Durante questi ultimi anni, l’omosessualità è diventata un fenomeno sempre più preoccupante ed è ritenuta in diversi paesi una «qualità» normale, mentre è sempre stata un problema nell’organizzazione psichica della sessualità e non è stata mai determinante nelle scelte della società. Essa non rappresenta un valore sociale e ancor meno una virtù morale che potrebbe concorrere all’incivilimento della sessualità. Può anzi essere ritenuta come una realtà destabilizzante per le persone e la società».
Monsignor Toni Anatrella (L’Osservatore Romano, 29-11-2005)
«Le suddette persone [omosessuali] si trovano, infatti, in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne».
Benedetto XVI («Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al seminario e agli ordini sacri», 31-8-2005)
«Come accade per ogni altro disord
ine morale, l’attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio».
Cardinal Joseph Ratzinger (Lettera al vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 10-10-1986)
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