Testamento biologico, lettera aperta delle Comunità cristiane di base ai Senatori italiani
Gentile Senatrice,
Gentile Senatore,
desideriamo rivolgerci direttamente e personalmente a Lei – eletta/o al Parlamento della Repubblica per difenderne la Costituzione e per promuovere il benessere dei/delle cittadini/e – in questo delicato momento della convivenza umana e civile del nostro Paese.
Vogliamo innanzitutto esprimerLe il nostro convincimento che Lei – nel luogo della più alta rappresentanza della sovranità popolare – sia in ascolto delle aspirazioni e delle attese di ogni singolo/a cittadino/a, libero/a da ogni condizionamento di appartenenza e di schieramento politico, per mettersi di fronte unicamente al mandato costituzionale che il voto democratico Le ha affidato, sottoposto/a all’unico ed esplicito vincolo che nella nostra Carta così viene espresso: “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Questa condizione di ascolto vale particolarmente oggi alla vigilia della discussione del disegno di Legge sul cosiddetto testamento biologico.
Noi, pertanto, “persone umane” ci rivolgiamo a Lei, affinché predisponga una Legge per persone amanti della vita e dell’autonomia della propria coscienza nutrita di relazioni; una Legge per cittadini/e amanti della Costituzione e pronte sempre a difenderla; una Legge per credenti-non credenti-diversamente credenti, uniti dalla comune volontà di spendersi quotidianamente per le ragioni della convivenza delle pluralità delle convinzioni etiche. Noi, in particolare, ci rivolgiamo a Lei, anche come cristiani e cattolici, amanti del Vangelo e liberamente vincolati agli insegnamenti del Concilio Vaticano II.
La legge che noi attendiamo dovrà essere fondata sul dettato costituzionale e rispettosa della sovranità di ciascuna persona sulla propria vita nella fase del morire; di quella sovranità sono parti integranti le “direttive” precedentemente lasciate in ordine ai trattamenti sanitari e a tutte le altre modalità e tecniche inerenti alla prosecuzione artificiale della esistenza, la cui accettazione o il cui rifiuto sono parti integranti dei diritti inviolabili della persona.
Noi La preghiamo, quindi, di predisporre una Legge che rispetti quelle direttive, in coerenza con il valore prioritario e supremo della volontà di ogni singola persona e della specialissima relazione che intercorre tra persona e suo corpo: un legame irripetibile e non negoziabile. Noi la preghiamo affinché la “Norma” si arresti di fronte alla soglia di quel “santuario”.
Il valore della “libertà di coscienza” si estrinseca e si sostanzia nel rispetto della propria e della altrui diversa concezione della vita: con l’unico vincolo che essa non sia un pericolo per la libertà e la esistenza di alcuno.
Noi, inoltre, come cristiani/e che vivono il Vangelo come originale e grande testimonianza di liberazione da ogni alienazione, e guardano alla Tradizione cristiana come ad un’esperienza di amore universale che valorizza la soggettività di ogni singola persona e che afferma il primato della coscienza individuale nutrita di relazioni e libera da ogni potere – sia quello religioso che quello secolare – Le chiediamo di non deprivarci di questo nucleo, prezioso e intimo, della nostra esistenza e della nostra stessa fede.
Noi siamo certi/e, peraltro, che questi nostri sentimenti, preoccupazioni e idee sono ampiamente diffuse e condivise nel paese, nel contesto del pluralismo religioso, culturale ed etico che lo contraddistingue.
Con ogni cordialità, Le inviamo distinti saluti.
Le Comunità cristiane di base italiane
Milano, 22.02.09
(26 febbraio 2009)
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