“Ti candido, un crowdfunding per rigenerare la sinistra”

Giacomo Russo Spena

9 candidati “per la giustizia sociale” alle amministrative sostenuti grazie a una raccolta fondi su Internet. È il progetto “Ti candido – Il potere della democrazia”, né un movimento né un partito, ma, come ci spiega in questa intervista una dei promotori, “una comunità di persone che fa lobby dal basso per avvicinare alla politica quelle figure che ne sarebbero escluse”.
intervista a Elena Ostanel
“Avete presente la forza della Ocasio-Cortez? Ecco, la sua biografia è quel che abbiamo provato a cercare in Italia”. Elena Ostanel chiarisce subito gli intenti di Ti candido – Il potere della democrazia, un’iniziativa collettiva che per le prossime amministrative ha già individuato 9 persone da supportare economicamente. Sì, perché in politica ci vogliono (anche) i soldi e loro hanno un piano preciso: sostenere le candidature di persone, donne e uomini, che sappiano concretamente realizzare, nei consigli comunali e nelle giunte, un progetto politico chiaro. Hanno anche un manifesto di intenti: più giustizia sociale, più democrazia nei luoghi di lavoro, lotta alla corruzione, femminilizzazione della politica, transizione ecologica dell’economia e della città, più diritti civili, più diversità e integrazione e più cittadinanza attiva.

Per capire meglio il progetto ne abbiamo discusso con una dei promotori, Elena Ostanel, 36 anni, ex consigliera comunale a Padova e che attualmente vive tra Toronto, Barcellona e Venezia per realizzare una ricerca finanziata dalla Commissione Europea con l’obiettivo di indagare come le istituzioni apprendono dai processi di attivazione locale.

Innanzitutto, come nasce l’idea e perché?

Ci siamo ispirati ad alcune esperienze americane particolarmente innovative. L’idea nasce da un comitato di scopo con un triplice obiettivo: dimostrare che l’Italia è piena di esperienze locali interessanti e generative, basta solo volerle trovare e valorizzare, mettendosi in ascolto; dimostrare che la sinistra può essere competitiva se mette al centro delle proprie battaglie contenuti forti come casa, lavoro, istruzione, sanità, diritti, ambiente; dimostrare che è possibile trovare modalità nuove per aggregare una rete di donatori ed evitare che in politica contino solo i ricchi o le posizioni di rendita, creando uno strumento per abbassare le barriere per l’ingresso nella politica e nelle istituzioni e dare potere a chi è meno rappresentato.

Avete ricevuto decine di richieste, come avete selezionato i candidati?

Pensavamo che la nostra proposta avrebbe trovato terreno fertile nelle città capoluogo di provincia, le candidature sono invece arrivate anche e soprattutto da centri che la politica nazionale tende a considerare minori. Crediamo che sia da questi contesti che bisogna partire per ricostruire le basi della nostra democrazia. Anche per questo abbiamo deciso di fare un passo in più rispetto a quello che avevamo originariamente immaginato, modificando il nostro schema iniziale e trovando formule per sostenere una base più ampia di candidati.

I criteri che abbiamo usato per la selezione sono stati diversi: la qualità della proposta politica e l’aderenza al manifesto di Ti Candido. Il radicamento, quindi il fatto che la candidatura fosse espressione di una comunità ampia. Il genere, perché vogliamo che la politica sia al femminile in un Paese dove gli uomini sono al potere. La distribuzione geografica, cercando di coprire il Nord, Centro e Sud e città di diverse dimensioni. L’indipendenza, intesa come la capacità di portare contenuti dirompenti non solo all’interno dei consigli Comunali e delle giunte, ma anche negli stessi partiti di centrosinistra in cui queste candidature si muovono.
Ci presenti i 9 candidati scelti? Chi sono?
Dei profili selezionati 4 si candidano in città. Marwa Mahmoud a Reggio Emilia, Antonio Spera a Bari, Valentina Barale a Livorno ed Adam Atik a Ferrara incarnano, con le loro storie di attivismo, i valori e gli obiettivi che abbiamo inserito nel nostro manifesto. Mentre 5 di loro si candidano in cittadine di dimensioni piccole e medie. Giovanni Litt a Spinea, Giorgio De Zen a Schio, Jacopo Suppo a Condove, Alessandra Buzzo a Santo Stefano di Cadore, Mario Rosati a Urbino. Sono loro – forse – la vera sorpresa di Ti Candido.

Quanti soldi avete raccolto tramite il crowdfunding? La gestione economica è trasparente? Si può sapere chi ha donato, e quanto, e come verranno spesi quei fondi?

Ad oggi abbiamo raccolto più di 7mila euro a cui vanno aggiunte le singole raccolte fondi dei 9 candidati selezionati. La gestione economica è trasparente, verranno rendicontate tutte le spese sostenute e sarà possibile sapere chi ha donato e quanto. Ti Candido è un progetto che sostiene lobby dal basso, quindi piccoli donatori che si spendono per un progetto collettivo. Ad oggi la media per donazione è di 50 euro.

Oltre all’aspetto economico, come aiutate i candidati prescelti?

Abbiamo prima di tutto messo in campo una rete di fiancheggiatori. Sono profili competenti a supporto dei candidati durante la campagna elettorale. Incrociamo i bisogni dei candidati con le competenze dei fiancheggiatori e organizziamo momenti di incontro. Un esempio: ci sono diversi candidati che stanno lavorando sulla rivitalizzazione dei centri storici e delle economie locali: Ti Candido studia le modalità migliori per poter realizzare proposte concrete in questo ambito e passa questo sapere ai candidati. Organizziamo anche momenti di scambio e formazione tra i candidati, come a Bologna il 14 aprile scorso per l’evento “Piazze, movimenti e campagne elettorali”, dove sono intervenuti Giovanni Caudo presidente del Municipio III a Roma e Nicola Rampazzo, tra i fondatori di Coalizione Civica a Padova.

Poniamo il caso che un candidato da voi sostenuto viene eletto, una volta nelle istituzioni avete qualche forma di controllo? Siete dei garanti del progetto un po’ come la prima Casaleggio con gli eletti M5S?


Ti Candido non ha nulla a che vedere con il M5S. Non siamo un movimento, non siamo un partito. Siamo una comunità di persone che ha l’unico obiettivo di sostenere candidature radicali all’interno dei consigli comunali e delle giunte dei Comuni d’Italia. Facciamo lobby dal basso per avvicinare alla politica quelle figure che ne sarebbero escluse perché mancano di relazioni “che contano”, di supporto economico, di coraggio. Ci rifacciamo al lavoro fatto da Justice Democrats negli Stati Uniti. Insomma, siamo distanti anni luce dal M5S per obiettivi e modalità di azione e non ci saranno forme di controllo sui candidati dopo le elezioni.

Perché sostenete soltanto candidati per le amministrative e non per le Europee del 26 maggio?
Abbiamo scelto di lavorare sulla scala urbana per sperimentare l’approccio, consapevoli di aver innescato qualcosa di inedito per il panorama italiano. Dobbiamo capire cosa ha funzionato e cosa deve essere migliorato. Inoltre c’è anche un problema economico: affrontare una campagna elettorale per l’elezione europea ha costi davvero alti.

Voi cercate “profili credibili e idee dirompenti” ma il problema è che in Italia, a differenza degli Usa, non esiste un partito progressista – a vocazione maggioritaria – tanto che i candidati che sostenete si presentano in liste diverse: chi col Pd, chi con liste civiche, chi con Potere al Popolo, chi con La Sinistra. Questa frammentazione non porta ad utilizzare i partiti come semplici taxi per terminare nelle istituzioni?

La priorità a sinistra è costruire un progetto collettivo, credibile a ambizioso. Perché questo accada le persone che si avvicinano ai partiti devono essere diverse da quelle che li hanno abitati fino ad oggi. Ti Candido ha proprio questo obiettivo: sostenere figure che si avvicinano alla politica attiva per cambiare le istituzioni ma anche i partiti stessi. Non abbiamo selezionato leader individuali, ma figure che sono espressione di progetti collettivi, pensiamo ad esempio a Coalizione Civica a Schio che molto si rifà all’esperienza di Coalizione Civica per Padova – di cui faccio parte – che ha nettamente spostato a sinistra l’asse del governo locale riportando a vincere la sinistra dopo un mandato Lega Nord.

Questo progetto lo pensate come un embrione di un qualcosa più grande?


Assolutamente sì, Ti Candido non termina con le elezioni amministrative ma continuerà a tenere viva la comunità di persone coinvolte. Pensiamo sia necessario proseguire con la costruzione di una rete nazionale che fa dialogare esperienze locali, che avvicina profili simili e accomunati da un desiderio comune: quello di rivedere gli ideali del nostro manifesto di intenti declinati concretamente in politiche, misure ed interventi. Creare un Paese più giusto, nei suoi diversi ambiti, combattere ogni forma di razzismo e discriminazione. Oggi ce n’è più che mai bisogno, anche per chi non la pensa come noi.

Domanda delle domande: quando la sinistra riuscirà nuovamente ad imporsi nel dibattito pubblico del Paese? E, nel caso, avverrà da iniziative mirate come la vostra?


La sinistra rinascerà nel momento in cui comincerà ad agire, a declinare pragmaticamente i principi di giustizia di cui tutti sentono estremo bisogno in un contesto di crisi profonda. Per fare questo la sinistra ha bisogno di energia, entusiasmo e indipendenza delle idee. Noi abbiamo visto tutto questo nei profili di Marwa, Antonio, Valentina, Mario, Adam, Giorgio, Giovanni, Jacopo e Alessandra. Se parlassimo di loro e dei temi per i quali si battono, non perderemmo tempo a discutere se la sinistra ha ancora senso di esistere: semplicemente la vedremmo rinascere nella concretezza di proposte e azioni, senza perdere però il suo orizzonte ideale.
(13 maggio 2019)






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